L’enologo Michele Zanardo è stato recentemente riconfermato Presidente del Comitato Nazionale Vini DOP e IGP per il triennio 2025-2027. Con un’esperienza consolidata e una profonda conoscenza del settore vitivinicolo, Zanardo si appresta a guidare un comitato che ha il compito fondamentale di proteggere e promuovere i vini a Denominazione di Origine Protetta (DOP) e Indicazione Geografica Protetta (IGP). In un’intervista esclusiva per la rivista “I Grandi Vini”, abbiamo avuto l’opportunità di esplorare i temi attuali che riguardano la valorizzazione di questo importante settore.
Zanardo ci spiega che il Comitato si occupa del riconoscimento delle nuove DOP e IGP, oltre a gestire le modifiche ai disciplinari esistenti. In un mercato in continua evoluzione, dove le esigenze dei consumatori e le tendenze globali influenzano le pratiche vitivinicole, questo compito è di vitale importanza. “La nostra struttura è composta da rappresentanti dell’intera filiera vitivinicola, arricchita da esperti con un alto profilo tecnico-scientifico”, afferma Zanardo, evidenziando l’importanza di un approccio multidisciplinare per affrontare le sfide del settore.
Recentemente, sono state presentate numerose richieste di modifica dei disciplinari di produzione. “Ci sono molte pratiche in corso, nell’ordine di qualche decina”, spiega Zanardo. Queste modifiche mirano a rendere più competitive le diverse realtà vitivinicole italiane, nel rispetto delle loro specificità e tradizioni. L’approccio del Comitato è chiaro: “Dobbiamo essere rapidi e precisi nelle nostre risposte al sistema produttivo, senza compromettere la tradizione”.
Le linee operative del Comitato per il 2025-2027 si concentrano su tre pilastri fondamentali:
“Ogni crisi è una fase transitoria. Come settore, abbiamo affrontato situazioni simili in passato”, afferma Zanardo con fiducia. Il messaggio che trasmette è chiaro: è necessario investire maggiormente nella qualità dei prodotti e nel rapporto qualità/prezzo. “In Italia siamo maestri nel garantire un’eccellente qualità”, aggiunge, sottolineando l’importanza di mantenere standard elevati per affrontare la concorrenza e le difficoltà di mercato.
Un tema che sta guadagnando sempre più attenzione è quello dei vini dealcolati. Zanardo riconosce che si tratta di una tendenza di mercato, ma con alcune riserve. “Potrebbe esserci spazio per questo tipo di prodotto, ma il volume rimarrà marginale”, afferma. La sua principale preoccupazione riguarda la definizione stessa del prodotto: “Trovo poco coerente chiamarlo vino, dato che si elimina una parte fondamentale della sua composizione”. Inoltre, solleva interrogativi sull’impatto ambientale del processo di dealcolazione, che richiede un notevole consumo energetico.
Le dichiarazioni di Zanardo si rivelano incisive nel contesto della crisi attuale. La sua visione strategica non si limita a rispondere ai bisogni immediati, ma si estende anche verso un futuro sostenibile e innovativo per il settore vitivinicolo italiano. “Le azioni legate alla sostenibilità e all’innovazione devono essere integrate in modo strategico”, ribadisce.
In conclusione, la qualità diventa il fulcro della sua strategia. “Investire sulla qualità significa non solo migliorare i prodotti, ma anche garantire che il nostro patrimonio vinicolo sia riconosciuto e apprezzato a livello globale”, conclude Zanardo. La sua determinazione nel voler affrontare le sfide con una visione chiara e una pianificazione strategica è un segnale positivo per il futuro del vino italiano. Con l’obiettivo di valorizzare la qualità e rispondere alle esigenze di un mercato in evoluzione, il Comitato Nazionale Vini si prepara a giocare un ruolo cruciale nei prossimi anni.
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