Il vitigno Catarratto è uno dei più antichi e famosi della Sicilia. Viene coltivato da secoli e le prime testimonianze scritte risalgono al 1696, ma si pensa che l’origine sia molto più antica, rintracciabile addirittura attorno al VII secolo a.C. Oggi è diffuso in tutta l’isola, soprattutto nella zona occidentale, nelle province di Agrigento, Trapani e Palermo, coprendo il 33% dell’intera superficie vitata.
Il nome Catarratto deriva dal dialetto siciliano, il termine viene utilizzato per indicare abbondanza e ricchezza e sarebbe stato scelto per il vitigno proprio per le caratteristiche che lo contraddistinguono: la grande ricchezza aromatica dei suoi vini e l’alta resa del vitigno.
A partire dal 1970 furono distinte diverse tipologie di Catarratto, 8 in tutto, ma i più diffusi sono il Catarratto bianco comune e il Catarratto bianco lucido, con proprietà simili ma importanti differenze di struttura e di sapore. I vini ottenuti dal bianco comune presentano maggiore complessità aromatica, mentre quelli dal bianco lucido una maggiore nota sapida.
Il Catarratto bianco lucido presenta un grappolo mediamente grosso e lungo con acino da medio-piccolo a medio dal colore verde grigio. Il vino prodotto ha un colore giallo paglierino tendente al dorato. Al palato si percepiscono molto la concentrazione alcolica e la forte struttura ma rimane sempre fresco.
Il profilo aromatico del Catarratto è fruttato e/o floreale e viene associato a note agrumate (di buccia di limone, arancia amara e di fiori di zagara), presenta sentori di pompelmo con un tocco di erbe fini e spezie dolci. In bocca è fresco e ha una buona sapidità, con note minerali.
Il Catarratto è, insieme allo Zibibbo, il vitigno che ha contribuito alla produzione del Grillo. L’altro vino siciliano per eccellenza, infatti, secondo alcune testimonianze, sarebbe nato proprio da quest’incrocio.
Il vitigno germoglia tendenzialmente agli inizi di aprile e ha un periodo di maturazione lungo che si conclude ai primi di Settembre.
Il Catarratto è un vino molto versatile, quello secco è perfetto durante gli aperitivi o per primi piatti di media struttura e i piatti a base di pesce e carni bianche. Quello con le bollicine è ottimo da consumare prima del pasto principale. I vini più semplici vanno serviti intorno ai 10 gradi, mentre quelli più strutturati, che hanno una macerazione più lunga, possono essere serviti anche a 12-14 gradi.
I vini muffati rappresentano una delle meraviglie del mondo enologico, frutto di un processo naturale…
Negli ultimi anni, il vino prodotto “secondo natura” ha guadagnato un’importanza crescente nel panorama vinicolo,…
Nel panorama vitivinicolo italiano, sempre più aziende si stanno orientando verso soluzioni innovative per soddisfare…
Una nuova era si apre per il Lambrusco, il celebre vino frizzante delle terre emiliane,…
La manifestazione Vinitaly 2025 si preannuncia come un evento di grande importanza per il settore…
Il Lambrusco, simbolo di convivialità e tradizione emiliana, sta vivendo una nuova fase di rinascita…