Prodotto tipicamente in Emilia-Romagna, l’Albana è un vino dalla storia antica e dalle caratteristiche ben definite.
Proviamo a conoscere meglio insieme il vitigno dal quale deriva e perché è apprezzato dagli amanti dell’enologia.
La storia del vitigno Albana affonda le radici in un passato lontano. I primi a scrivere di questo vino di Romagna furono addirittura Plinio il Vecchio e Plinio il Giovane, vissuti tra il I e il II secondo d.C.
I due illustri scrittori consideravano questo vino bianco della Romagna un prodotto d’eccellenza, così come Catone, altro grande estimatore dell’Albana.
Ad apprezzare questo tipo di vino nell’antica Roma era anche Galla Placidia, figlia di Teodosio, la quale, leggenda narra, pronunciò una frase passata poi alla storia:
“Non così umilmente ti si dovrebbe bere, bensì berti in oro, per rendere omaggio alla tua soavità”.
Una frase diventata ben presto famosa e che negli anni è stata utilizzata per accrescere sempre più il mito del vino Albana.
L’origine del vino Albana è riconducibile, dunque, in epoca romana, con il suo nome che si ritiene derivi dal latino albus, ovvero bianco.
È con questo termine che tale vino è citato nei Liber Ruralium Commodorum tra il XIII e il XIV secolo.
L’Albana, infatti, è un vino di colore chiaro, sebbene per molti il suo nome richiami in realtà i Colli Albani, ovvero la zona che per tanti sarebbe quella di provenienza delle uve che i Romani portarono nelle terre intorno al Rubicone.
Difficile, dunque, stabilire con precisione quale sia l’origine del vitigno e del nome Albana.
Ciò che è certo è che oggi sono cinque i tipi di Albana più diffusi in Italia: l’Albana della Bagarona, l’Albana della Compadrona, l’Albana della Gaiana, l’Albana della Serra e l’Albana Gentile di Bertinoro.
Versioni diverse di vini diversi, con l’Albana che tradizionalmente oggigiorno viene prodotto in quattro tipologie distinte: secco, amabile, dolce e passito.
L’Albana secco è un vino dal colore dorato e piuttosto corposo, da bere solitamente giovane. Quello dolce e quello amabile possiedono un maggior quantitativo di zuccheri residui, mente il passito è l’Albana dal gusto più fruttato e dal sapore pieno ed equilibrato.
L’Albana di Romagna ha ottenuto la denominazione DOCG nel 1987 (primo vino bianco a ricevere questo onore in Italia) e, dal 2011, il nome corretto con il quale deve essere indicato è Romagna Albana DOCG.
Viene prodotto con uva a bacca bianca da vitigni locali dell’Emilia-Romagna (soprattutto nelle aree di Forlì, Ravenna e Bologna), ma la sua produzione è autorizzata anche in altre regioni d’Italia come la Liguria, le Marche, la Toscana e l’Umbria.
Ha un colore giallo dorato e al palato risulta generalmente fruttato, fresco e morbido (tenendo sempre in considerazione le distinzioni sopra citate).
È un vino il cui maggior punto di forza risiede in una struttura e in una morbidezza perfettamente bilanciate dalla freschezza e dai tannini. Una caratteristica rara e sempre molto apprezzata nei vini bianchi.
L’Albana sa essere intenso e avvolgente, ma anche dolce. Particolarità che lo rende un vino amato da diverse tipologie di clientela.
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