I consumatori scelgono di risparmiare di più e bere di meno, prediligendo la moderazione come stile di vita per salute, benessere e strategia economica domestica. È quanto emerge nell’indagine di IWSR Drinks Market Analysis Limited, azienda che analizza trend e dati sul consumo di vino, spirits e low alcol a livello globale. La ricerca si è avvalsa di un grande campione di interviste per analizzare e tentare di prevedere comportamenti e tendenze nel mondo del vino da qui ai prossimi cinque anni.
La moderazione è la nuova tendenza
Tra le prime strategie dei consumatori c’è dunque la tendenza al risparmio. Un’attenzione verso un’economia di rinunce che gli acquirenti stanno mettendo in pratica per contrastare l’aumento dell’inflazione. Allo stesso tempo, però, si opta per i prodotti di alta qualità. Il quadro che emerge è quello di un consumatore che gode di stabilità finanziaria, ha un impiego sicuro e sebbene si trovi in un momento di fragilità economica non rinuncia a un consumo di alcol, pur moderato e indirizzato a brand di livello.
L’atteggiamento di moderazione si sta realizzando in modi diversi. Per esempio con la diminuzione del numero di occasioni per consumare alcol (sostituito sempre di più con una bevanda analcolica o a basso contenuto di alcol), o la riduzione del numero di alcolici in un dato evento. Questa tendenza è forte nei mercati europei in cui c’è poca fiducia economica, come Regno Unito e Germania. Il consumo domestico si conferma invece in crescita a causa della contrazione del reddito disponibile. In generale, IWSR prevede che la ripresa on-trade sarà più lenta del previsto, anche se i volumi pre-pandemia potrebbero essere recuperati entro il 2026.
Frena anche il consumo tra i millennial
Frena il consumo anche fra i millennial che nel 2021 hanno guidato la ripresa in mercati chiave come Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania e Brasile. Una tendenza invertita rispetto al periodo pandemico dovuta anche in questo caso all’instabilità economica che offre per i prossimi anni meno certezze e minori prospettive occupazionali.
La propensione a un atteggiamento di moderazione, come scelta per la propria salute e benessere psicofisico, è più evidente tra chi ha redditi più elevati in paesi come Stati Uniti, Canada, Australia e Cina. Qui ad esempio i dati IWSR mostrano che c’è stato un cambiamento di chi consuma alcolici: sono meno i soggetti nella fascia 18-24 anni. Un dato da poter collegare al tasso di disoccupazione, il 20% tra i giovani laureati.
Prosecco e Champagne in crescita
Il vino spumante traina ancora una volta la crescita dell’intera categoria. E questo nonostante il vino sia nel suo complesso in calo in volume, sebbene in linea con i trend storici. Gli spumanti, come il Prosecco e lo Champagne, continuano la loro vertiginosa crescita. Sdoganando soprattutto il concetto di consumo legato esclusivamente a eventi formali e occasioni speciali. La crescita del Prosecco DOC e DOCG è sempre guidata dalla forte domanda negli Stati Uniti e nel Regno Unito, dove i volumi sono cresciuti fino all’8% nella prima metà del 2022 (rispetto alla prima metà del 2021).
Il mercato a livello globale
La leadership cinese nel mercato degli alcolici di lusso sarà minacciata nei prossimi anni dagli Stati Uniti. Si prevede che il mercato statunitense degli spirits, con distillati di fascia alta, raggiungerà il massimo valore della categoria di qualsiasi singolo mercato nei prossimi cinque anni. L’India, contesto emergente, è pronto ad accrescere i propri consumi grazie a un’economia in forte espansione, ma soprattutto grazie all’aumento dei redditi.
La Germania rimane il mercato più grande per i prodotti analcolici e a bassa gradazione alcolica, tuttavia i mercati più piccoli come Stati Uniti, Canada e Australia, secondo i dati mostreranno una crescita più dinamica. Il passaggio ai prodotti premium sta mettendo fine a un periodo di notevole crescita dei volumi per i cosiddetti RTD (Ready to Drink), in particolare per gli hard seltzer consumati soprattutto nel mercato statunitense.