Vino rosato: Francia top nella produzione e Spagna che guida l’export

Nell’ultimo decennio l’industria del vino rosato ha visto un’ascesa notevole: in base alle informazioni raccolte dall’Observatoire Mondiale du Rosé, una bottiglia di vino su dieci venduta globalmente appartiene a questa categoria.

Ciò è emerso prendendo in considerazione dati e statistiche sulla produzione e il consumo di vino in 45 mercati a livello globale. Tendenza che è guidata principalmente dalla Francia, responsabile di oltre un terzo della produzione mondiale (il 35% per essere precisi).

Chi sono i principali produttori al mondo di vino rosato?

Come detto precedentemente, la Francia detiene il 35% della produzione mondiale e si trova al verice, ma non è l’unico player dominante.

Vino Rosé
Immagine | Pixabay @Rostislav_Sedlacek

La Spagna produce il 20%, seguita dagli Stati Uniti con il 10%, mentre l’Italia, nonostante rappresenti solo il 9%, ha mostrato una crescita piuttosto significativa, tanto che a vedere la recente tendenza si potrebbe vedere il Belpaese sul podio a breve in questa particolare classifica.

Infine, anche altri paesi come Sudafrica, Germania, Cile, Nuova Zelanda, Ungheria, Romania e Bulgaria stanno emergendo come potenze produttive, con una crescita media di 50 punti percentuali nell’ultimo decennio.

Nonostante l’aumento della produzione, il consumo globale non sembra seguire lo stesso ritmo: nel 2021 il consumo globale si è attestato a 19,5 milioni di ettolitri e troviamo ancora una volta la Francia alla guida del trend, consumando il 34% del totale mondiale di vini rosati, seguita dalla Germania e dagli Stati Uniti.

È innegabile che l’Italia si distingua come una delle principali protagoniste del mondo enologico. Recentemente, in primavera, un vino rosé italiano ha catturato l’attenzione a livello internazionale: si tratta del Y By 11minutes, un gioiello enologico proveniente dalle cantine storiche di Pasqua Vigneti a Verona.

Questo vino pregiato ha ottenuto l’ambita distinzione come il miglior vino rosé al mondo secondo il prestigioso  Concours Mondial de Bruxelles tenutosi a Montpellier, in Francia.

Il palcoscenico mondiale ha visto 55 esperti degustatori mettere alla prova vini di 25 diverse nazioni. E l’Italia ha trionfato: con un impressionante 33% del totale delle medaglie assegnate, ha superato la media complessiva di tutti gli altri paesi partecipanti, che si attestava al 29%. Di queste, la Puglia si è distinta come la regione italiana più premiata, seguita da Veneto e Abruzzo.

Ma cosa rende il Y By 11 Minutes così speciale? Questo vino rosé combina la maestria di tre vitigni – due autoctoni, la Corvina e il Trebbiano di Lugana, e un vitigno internazionale, il Carmenère.

La sua produzione avviene attraverso metodi selezionati tra cui la fermentazione in tonneaux di rovere francese e la maturazione in barriques. Queste tecniche conferiscono al vino una complessità e una profondità di sapore veramente uniche.

La dinamica dell’import e dell’export e le prospettive del vino rosé

Il 2021 ha visto più della metà della produzione di vino rosato attraversare i confini nazionali. Paesi come Francia, Germania e Regno Unito sono i principali importatori.

Rosè
Immagine | Unsplash @Kevin Kelly

Tuttavia, è interessante notare che, mentre la quota d’importazione della Francia è in declino dal 2017, altri mercati, come Germania e Paesi Bassi, stanno assistendo ad una crescita sostenuta.

La Spagna emerge come il principale esportatore di vino rosato, seguita a ruota dalla Francia e dall’Italia. Le esportazioni spagnole verso la Francia rappresentano il flusso di esportazione più considerevole nel panorama mondiale.

Però, quando si parla di valore, la Francia si posiziona come il principale esportatore, rappresentando quasi la metà del commercio globale di vino rosato.

Si, la Spagna può anche esportare volumi maggiori, ma la Francia ha una forte presenza nei segmenti di prezzo più elevati e Paesi come Stati Uniti e Canada tendono a importare vini rosati di fascia alta, mentre Francia e Italia sono più inclini ai vini entry-level.

In ogni caso la popolarità del vino rosé non mostra segni di rallentamento: dati recenti rivelano che il consumo di vino rosé a livello mondiale ha registrato un aumento impressionante del 40% tra il 2002 e il 2018.

E non si ferma qui, poiché le previsioni indicano un ulteriore aumento del 50% entro il 2035 e questa tendenza si riflette anche nei dati dell’Italia che, con una produzione annuale di oltre 2 milioni di ettolitri, si attesta come il Paese con un consumo pro capite di poco più di due litri.

La Sardegna come possibile culla del vino rosé di qualità

Ebbene sì, la Sardegna potrebbe emergere come nuova culla del vino rosé di qualità in Italia. In Francia, come detto, il rosé costituisce il 35% del mercato e Jean-Paul Tréguer, un imprenditore francese, ha fondato con sua moglie la Tréguer & Tréguer in Sardegna, producendo dal 2020 un vino rosato chiamato So Chic!

Jean-Paul Tréguer e sua moglie in Sardegna
Foto | Instagram https://www.instagram.com/sochicsocoolsorose/ – Vinamundi.it

Tréguer ha osservato una trasformazione nel mercato vinicolo italiano, con un aumento delle consumatrici che tendono a preferire il rosé: “Sono loro il segmento più dinamico e, tendenzialmente, preferiscono il rosé: meno alcolico, più leggero e più elegante, caratterizzato da una maggiore freschezza rispetto al rosso”, le sue dichiarazioni raccolte da Italia a Tavola. Inoltre, “non lascia il mal di testa come succede spesso con il bianchi e il gusto si abbina con tutti i tipi di cibo”.

Il rosé è percepito dalle nuove generazioni come moderno, versatile e instagrammabile.  L’obiettivo ambizioso di Tréguer è quello di rendere la Sardegna la “Provenza del rosé” in Italia, sottolineando il potenziale vinicolo della regione.

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