Sono centinaia i diversi vitigni presenti in tutto il mondo. In Italia, quelli inseriti nel Registro nazionale delle varietà di vite, sono circa 600. Il 75% della superficie coltivata a vite nel nostro Paese ospita 80 diversi tipi di vitigni. Ecco quali sono i più diffusi nel nostro Paese. A riportare la classifica è il sito di Altroconsumo.
Il Sangiovese è il vitigno più diffuso in assoluto in Italia. Il nome di questa uva a bacca nera, probabilmente nata nella zona del Chianti, ha origine incerta. L’ipotesi più probabile è quella che lega il nome al precoce germogliamento, da cui deriverebbe il termine dialettale “sangiovannina”, sinonimo di “uva primaticcia”. Il Sangiovese è il vitigno fondamentale di diversi vini: Rosso e Brunello di Montalcino, Chianti, Vino Nobile e Rosso di Montepulciano, Morellino di Scansano, Sangiovese di Romagna, Torgiano Rosso riserva, Montefalco. Con questa uva si producono anche due passiti: il Vin Santo del Chianti Occhio di Pernice Doc e il Vin Santo del Chianti Classico Occhio di Pernice Doc.
Il vitigno Montepulciano è molto diffuso in Abruzzo. Anche in questo caso, non abbiamo informazioni precise circa la sua origine. È coltivato principalmente in Abruzzo, nelle Marche e in altre regioni del centro-sud. Con la vinificazione in bianco, dal Montepulciano è possibile ottenere vini rosati, molto gradevoli. È il vitigno principale del vino Montepulciano d’Abruzzo Doc e del vino Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Docg.
Il vitigno Glera era chiamato Prosecco, come il vino che si ottiene da questa uva. Il cambio di utilizzo del nome è avvenuto dopo l’introduzione della Docg, a seguito della quale il termine Prosecco indicava un territorio e non più un tipo di uva. Il vitigno, coltivato in particolare in Veneto e in Friuli, produce l’uva principalmente utilizzata per produrre vini Prosecco Doc e Conegliano-Valdobbiadene Prosecco Docg.
Il vitigno Pinot Grigio è noto dal 1375 ed è giunto in Italia verso la fine del 1.800. Tra i Pinot, quello grigio risulta essere il più diffuso in Italia, la sua presenza è registrata in quasi tutte le regioni anche se si trova in prevalenza nel Triveneto. Da questo vitigno si producono vini fermi e spumanti.
Originario della Francia, in particolare nella zona di Bordeaux, dove insieme ai Cabernet costituisce la base per la produzione di alcuni tra i più importanti vini, questo vitigno probabilmente prende il nome dal Merlo, un uccello particolarmente ghiotto delle bacche di questa uva. Alla fine del 1800 questo vitigno è giunto anche in Italia, in particolare in Friuli, dove ha trovato le condizioni ambientali migliori per crescere. È considerato un vitigno complementare soprattutto del Cabernet Sauvignon, col quale si integra alla perfezione.
Il Catarratto Bianco Comune è un vitigno siciliano a bacca bianca, molto diffuso nella provincia di Trapani. Il nome Catarratto evoca ricchezza e abbondanza ed è dovuto all’alta produttività di questo tipo di uva. Nonostante negli ultimi decenni abbia perso parte della sua prevalenza, questo resta il vitigno più diffuso in Sicilia. È alla base di vini come il Vermut, del Doc Etna, Alcamo, Contea di Sclafani, Marsala, Sambuca di Sicilia, Santa Margherita di Belice.
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