Un successo senza precedenti. Il vino è stato eletto per la prima volta come il prodotto italiano più venduto al Mondo nel settore agroalimentare.
Rossi, bianchi, rosé, spumanti. Ogni bottiglia di questa eccellenza del made in Italy ha contribuito al conseguimento di questo grandissimo risultato, dimostrando come il settore enologico nel Belpaese sia sicuramente in salute.
Un argomento che verrà trattato anche nella prossima edizione del Vinitaly che si terrà a Verona tra il 2 e il 5 aprile e nella quale verrà dato grande risalto all’importanza dell’export.
Nel 2011 si era fermato in quarta posizione, a ridosso del podio.
Ora, la classifica l’ha scalata, invece, fino alla vetta, conquistandosi la medaglia d’oro.
Con un +7,4 miliardi di saldo commerciale nel 2022, il vino è il prodotto agroalimentare italiano più venduto a livello internazionale.
Un traguardo di cui l’industria vinicola dello Stivale deve andare sicuramente fiera e il trampolino di lancio da utilizzare per spingersi verso nuovi mercati e iniziare a coltivare relazioni con Paesi in cui l’export del vino italiano può essere sicuramente incrementato.
Nonostante la vendita del vino abbia collezionato numeri in continua ascesa negli ultimi dieci anni, tanto può essere ancora fatto per continuare a valorizzare sempre meglio questo prodotto, in Italia e nel Mondo.
Nel Belpaese l’industria vinicola italiana vale attualmente 31,3 miliardi di euro e coinvolge direttamente 530.000 aziende e circa 870.000 addetti ai lavori.
Numeri raccolti dall’Osservatorio UIV-Vinitaly e Prometeia e che attestano l’importanza del ramo enologico all’interno della filiera agroalimentare dell’Italia.
Grazie al grande lavoro svolto dai professionisti del settore, il vino è riuscito, infatti, a imporsi come il prodotto più ricercato del made in Italy tra quelli tradizionali, ovvero: abbigliamento, alimentare, arredamento e automazione.
Le quattro A che tanto rendono orgogliosa l’Italia e che, nel loro insieme, producono un valore complessivo di circa 200 miliardi di euro ogni anno.
Nel 2022 il vino a contribuito con 7,4 miliardi di euro di esportazioni nette, riuscendo a sorpassare, in quanto a saldo commerciale, altri comparti simbolo del made in Italy come la gioielleria/bigiotteria (che ha fatto registrare un +6,8 miliardi), la pelletteria (+6,7 miliardi) e l’abbigliamento (+6,4 miliardi).
Un exploit che ha permesso al settore vinicolo italiano di mettersi alle spalle più di quaranta altri settori fortemente rappresentativi del marchio Italia in tutto il Mondo.
L’ulteriore possibile crescita del comparto vinicolo italiano deve necessariamente passare per il continuo rafforzamento dei canali per l’export di questo prodotto.
Un concetto ribadito anche dall’Amministratore Delegato di Veronafiere, Maurizio Danese, pronto ad accogliere compratori da tutto il Mondo nel prossimo Vinitaly.
L’occasione perfetta per dare maggiore risalto anche al programma creato dall’Agenzia ICE per il 2023, con l’obiettivo di porre il vino al centro delle attività di promozione all’estero delle imprese italiane.
Come anticipato dal presidente della stessa agenzia, Matteo Zoppas, nove saranno infatti i saloni internazionali che verranno organizzati, ai quali si sommeranno poi diciotto eventi autonomi di B2B (business-to-business) e otto incoming in Italia.
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