Il report “State of the World Vine & Wine Sector” dell’OIV (Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino) offre una visione allarmante sull’attuale stato della viticoltura globale. I dati del 2024 rivelano un calo significativo nella produzione e nel consumo di vino, segnando il livello più basso degli ultimi sessant’anni. Questo trend, manifestatosi in modo costante dal 2018, non sembra destinato a invertirsi nel breve periodo.
Secondo le stime, la produzione globale di vino nel 2024 è scesa a 225,8 milioni di ettolitri, con una diminuzione del 4,8% rispetto all’anno precedente. Questo dato preoccupante riflette le difficoltà legate ai cambiamenti climatici e il calo dei consumi che ha colpito i mercati vinicoli di tutto il mondo. L’OIV sottolinea come i fattori climatici abbiano avuto un impatto significativo sulle vendemmie, ma suggerisce che la diminuzione della produzione sia anche fortemente influenzata dalla domanda in calo.
Il consumo mondiale di vino per il 2024 è stimato a 214,2 milioni di ettolitri, con un calo del 3,3% rispetto al 2023. Se queste proiezioni si avverassero, si tratterebbe del consumo più basso dal 1961, un segno di come il mercato stia affrontando sfide senza precedenti. L’OIV riporta che questa diminuzione è il risultato di eventi iniziati con la pandemia di Covid-19 nel 2020, che ha costretto molti mercati a chiudere e ha limitato le vendite, specialmente nel settore della ristorazione.
Dopo un breve periodo di ripresa nel 2021, il mercato ha subito un nuovo contraccolpo a partire dal 2022 a causa delle tensioni geopolitiche e dell’aumento dei costi energetici. Questi fattori hanno portato a un’inflazione che ha pesato sulle vendite di vino, rendendo più difficile per i consumatori mantenere le loro abitudini di acquisto.
Un ulteriore elemento che ha contribuito a questo quadro difficile è la flessione dei consumi in Cina, un mercato che inizialmente sembrava promettente per i produttori di vino. Dal 2018, la Cina ha registrato una perdita media di 2 milioni di ettolitri di vino all’anno. Questo declino ha vanificato le speranze di molti produttori che avevano puntato su questo gigante asiatico come un potenziale mercato di crescita.
Di fronte a questi dati allarmanti, molti produttori hanno deciso di adottare misure drastiche. In alcuni casi, i vignaioli hanno scelto di “rottamare” i propri vigneti, come accaduto di recente in Francia e California. Il report dell’OIV rivela che la superficie globale a vigneto è diminuita per il quarto anno consecutivo, raggiungendo i 7,1 milioni di ettari, con un calo dello 0,6%.
Le statistiche mostrano che il vigneto più esteso si trova in Spagna, con 930.000 ettari, seguito dalla Francia con 783.000 ettari e dalla Cina con 753.000 ettari. L’Italia, pur collocandosi al quarto posto con 728.000 ettari, è l’unico paese a registrare un incremento del +0,8%. Questo dato suggerisce una certa resilienza del mercato vinicolo italiano, nonostante il contesto globale sfavorevole.
Dal punto di vista della produzione, l’Italia si conferma leader mondiale con 44,1 milioni di ettolitri, segnando un incremento del 15% rispetto al 2023. La Francia, al secondo posto, ha visto la produzione scendere a 36,1 milioni di ettolitri, con una flessione significativa del 23,5%. La Spagna, terza nella classifica mondiale, ha prodotto 31 milioni di ettolitri, con un incremento del 9,3%. Insieme, Italia, Francia e Spagna rappresentano quasi la metà della produzione globale di vino, attestandosi al 49,3%.
Gli Stati Uniti, che occupano la quarta posizione, hanno registrato una produzione di 21,1 milioni di ettolitri, con un calo del 17,2%, principalmente attribuito alla vendemmia della California, la più scarsa dal 2004. Questo scenario complesso ha portato a riflessioni nel settore, poiché i produttori cercano di adattarsi a un mercato in evoluzione e a consumatori sempre più esigenti.
La situazione attuale del mercato del vino è una combinazione di sfide economiche, cambiamenti climatici e evoluzione delle preferenze dei consumatori. Mentre il settore si trova di fronte a un futuro incerto, le scelte che i produttori faranno nei prossimi anni saranno cruciali per la loro sopravvivenza e per la ripresa di un mercato storicamente prospero.
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