
Vino italiano in pericolo: l'allerta dell'Unione Italiana Vini da Vinitaly 2025
Il Vinitaly 2025 si apre con un messaggio di allerta cruciale per il settore vitivinicolo italiano. Il mercato statunitense, uno dei più importanti per il vino italiano, sta affrontando una crescente pressione a causa dell’introduzione di nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti. Lamberto Frescobaldi, presidente dell’Unione Italiana Vini (UIV), ha evidenziato il rifiuto di molti distributori americani di accollarsi i costi aggiuntivi derivanti da queste tariffe, mettendo in discussione la sostenibilità delle imprese italiane nel mercato statunitense.
Le ripercussioni sui produttori italiani
La situazione attuale è complessa e i dazi possono pesare significativamente sui costi di importazione. Frescobaldi ha descritto la situazione come una “bagarre” su chi debba assorbire l’impatto economico di queste nuove misure fiscali. È fondamentale che le aziende vinicole italiane non subiscano sole il peso di queste decisioni. Ecco alcuni punti chiave:
- Difesa del valore commerciale: È essenziale che i produttori cerchino di mantenere il valore del loro prodotto.
- Ripartizione dei costi: L’UIV ha proposto un modello di ripartizione dei costi tra produttori, importatori, distributori e punti vendita, per evitare che l’intero onere ricada sui produttori.
- Sostenibilità della filiera: Questa strategia mira a garantire la sostenibilità delle aziende vinicole italiane, già in difficoltà per costi di produzione e competitività.
La dimensione economica del problema
L’Osservatorio UIV ha calcolato che il valore del “sacrificio” economico da distribuire tra le varie parti della filiera ammonta a circa 323 milioni di euro all’anno, riferito a circa 480 milioni di bottiglie di vino italiano esportate negli Stati Uniti. Frescobaldi ha avvertito che, senza collaborazione tra gli attori della catena distributiva, molte piccole e medie aziende potrebbero trovarsi in difficoltà e rischiare di uscire dal mercato.
Un appello al Governo italiano
In questo contesto di incertezza economica, l’Unione Italiana Vini ha lanciato un appello al Governo italiano affinché prenda una posizione decisa in ambito europeo. Frescobaldi ha messo in guardia dai potenziali effetti devastanti che un aumento dei dazi potrebbe avere sul mercato del vino italiano, richiamando alla memoria il caso della Francia nel 2020, quando dazi del 25% provocarono un crollo del 28% delle esportazioni vinicole in valore.
L’UIV si è dichiarata pronta a collaborare con le istituzioni per fornire un quadro dettagliato delle dinamiche di mercato e per costruire una strategia comune di difesa commerciale. Questa unità di intenti è fondamentale per affrontare le sfide future e garantire che il vino italiano continui a mantenere la sua posizione di prestigio nel panorama internazionale.
Vino italiano: un valore strategico per l’economia
Gli Stati Uniti rappresentano il primo mercato per il vino italiano, con un valore di export che si prevede raggiunga i 2 miliardi di euro nel 2024. Attualmente, l’Italia è il paese produttore europeo con la maggiore esposizione a questo mercato, con il 24% del suo export vinicolo diretto negli Stati Uniti. Ogni dollaro speso per l’acquisto di vino italiano genera un valore aggiunto di 4,5 dollari nell’economia americana, evidenziando ulteriormente quanto sia strategico il vino tricolore per il mercato statunitense e per le relazioni commerciali tra Italia e USA.
La questione dei dazi non è solo una sfida commerciale, ma rappresenta anche un banco di prova per la coesione e la forza del sistema vino italiano in un contesto globale in continua evoluzione. Difendere il valore del prodotto significa costruire un fronte compatto, unendo produttori e distributori in un dialogo costruttivo a livello europeo. Questo approccio non solo tutelerà l’industria vinicola, ma garantirà anche che il vino italiano continui a essere un ambasciatore della cultura e della qualità italiana nel mondo.