Per l’ennesima volta, il settore enologico è motivo di grande orgoglio per l’Italia nel Mondo. Anche per quanto riguarda i sistemi di certificazione.
Un tema di cui si è discusso approfonditamente in occasione dell’ultima edizione di Vinitaly che si è tenuta lo scorso mese di aprile a Verona.
Il convegno che si è tenuto a inizio aprile a Vinitaly e dal titolo “Certificare il vino: Italia ed Europa a confronto” è stata l’occasione giusta per discutere del tema riguardante il processo di certificazione del vino, trovando i punti in comune e le differenze esistenti tra quello italiano e i pari europei.
A organizzare l’incontro è stata l’Associazione degli Organismi di Certificazione del Vino, all’interno dello spazio MASAF, e ciò che è merso è che il sistema di certificazione Asso-ODC può essere considerato il più avanzato al Mondo.
Una conclusione che rende sicuramente orgogliosa l’Italia, oltre che ovviamente l’Associazione stessa, la quale ogni giorno lavora per offrire a produttori e consumatori la certezza dell’autenticità dei vini DOC.
Come? Attraverso una completa tracciabilità, utile ad assicurare il pieno rispetto dei disciplinari di produzione, le caratteristiche organolettiche e la salubrità di ogni prodotto messo in commercio.
Un lavoro prezioso che l’Associazione degli Organismi di Certificazione del Vino svolge grazie all’aiuto dei diversi enti che la compongono, tra i più importanti nel settore in Italia.
Enti come Agroqualità Spa, Ceviq, Parco3A – PTA, Siquria Spa, Tca, Triveneta Certificazioni, Valoritalia, i quali riescono a certificare il 95% della produzione DOP e IGP nel nostro Paese.
Il convegno sopra citato è stata l’occasione per analizzare le diverse tappe percorse dagli organismi di controllo nel processo di certificazione del vino, dimostrando come il sistema italiano si basi su una forte e sofisticata gestione tecnica e informatica, oltre che su un’organizzazione capillare.
Tessere diverse di uno stesso mosaico e strettamente collegate tra di loro.
Nel tragitto che porta un vino dalla coltivazione della vite in un campo alla posa della bottiglia su uno scaffale, ogni passaggio è legato al successivo.
Per questo, è importante segnalare sempre ogni minimo cambiamento, in qualsiasi fase della lavorazione o del commercio.
Esattamente ciò che Asso-ODC fa, come sottolineato da Luca Sartori, Presidente dell’Associazione:
“La registrazione dei singoli pezzi di questo complicato puzzle, con il sistema Asso-ODC, genera la completa tracciabilità di ogni singolo lotto. Ciò assicura le caratteristiche chimiche e organolettiche e il rispetto di stringenti regole dettate dai disciplinari che fanno ogni singola bottiglia portavoce dell’eccellenza italiana. Vendemmia dopo vendemmia”.
Nel solo 2022 il sistema Asso-ODC ha certificato 211 vini DOC, 159 DOCG e 104 IGT.
Numeri ottenuti grazie a un totale di 15.000 verifiche, delle quali 7.450 in campo e 7.620 in cantina.
Continuando ad analizzare i numeri, Federvini in una nota ha ricordato come l’insieme degli organismi di certificazione abbia certificato 2,5 miliardi di bottiglie, gestendo così 1,8 miliardi di contrassegni.
4.700 sono state, invece, le commissioni di degustazione, durante le quali i campioni di vino sottoposti a verifica chimica e organolettica sono stati ben 77.700.
Un lavoro enorme e grazie al quale è stato possibile fornire in tempo reale i dati più importanti riguardanti il settore vitivinicolo.
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