Super performance dello champagne derivata dal buon track record durante le recessioni economiche. Nonostante la minore produzione del 2021 e 2022 che ha ridotto l’offerta, la domanda globale rimane sempre forte, così come i prezzi all’asta, risultando sempre un ottimo investimento.
Lo champagne sembra che luccichi più dell’oro: nel 2022 l’indice Liv-Ex Champagne 50, che traccia i prezzi di circa una dozzina di marchi di punta, ha performato più dell’oro e dell’S&P 500.
Da gennaio a settembre 2022 il valore di una cassa di Chardonnay 2012 Salon Le Mesnil è cresciuto del 232%, da 3.800 a 12.600 sterline secondo Liv-Ex, la Borsa Internazionale dei Viticoltori di Londra.
Il motivo è da ricondursi agli imbottigliamenti vintage che, secondo Bloomberg, offrono rarità, esclusività, potenziale di invecchiamento e un buon track record durante le recessioni economiche.
Ampio interesse quindi per gli investimenti in Champagne, il quale è iniziato già da qualche anno quando gli acquirenti hanno capito quanto i grandi esemplari di vino spumante francese fossero sottovalutati rispetto a Bordeaux e Borgogna.
Dieci anni fa le migliori bollicine del mondo rappresentavano solo il 2% delle negoziazioni del mercato secondario su Liv-Ex; ad oggi la percentuale è salita e nel novembre 2022 quella dello Champagne è diventata la terza regione più scambiata dopo Bordeaux e Borgogna.
Champagne blue chip
Sempre l’americana Bloomberg suggerisce gli otto champagne su cui investire: uno dei migliori blue chip – ad alta capitalizzazione finanziaria – è il 2008 Dom Perignon del valore di 375 dollari, un vino con una richiesta continua soprattutto in Asia e in particolare in Giappone.
Un vino dal colore giallo paglierino caldo e luminoso dal perlage finissimo e persistente. Al naso si esprime inizialmente con note floreali e agrumate, per aprirsi poi a sentori di anice e menta e chiudere su tracce speziate e tostate. Al palato risulta l’acidità tipica del millesimo integrata in un equilibrio elegantissimo. Puro e finissimo, con un frutto pronunciato e coerente, chiude con una persistenza fumé.
È cresciuto inoltre il prezzo del 2006 Krug Vintage Brut del 57% in cinque anni, a 400 dollari, ma costa ancora la metà dell’annata del 2008, migliore solo di poco.
Resta forte la domanda di 2012 Louis Roederer Cristal (345 dollari) il cui valore è aumentato dell’80,1% da aprile 2021 a febbraio 2023.
Lo champagne del coltivatore
Il 2017 Cédric Bouchard Roses de Jeanne Les Ursules Blanc de Noirs nasce da un singolo vigneto e ha una sola varietà e annata dal valore di 320 e risulta essere uno dei primi 10 artisti per Cult Wines del 2022.
Si tratta di un blanc de noirs intenso, elegante e complesso prodotto da uve Pinot Nero provenienti da una piccola parcella nel territorio dell’Aube.
Dopo un affinamento di 46 sui lieviti si esprime in una bella ricchezza aromatica contrassegnata da profumi di pasticceria, spezie ed erbe aromatiche. Il sorso è morbido e freschissimo, dalle bollicine finissime e cremose.
Tra i coltivatori troviamo il 2016 Dhondt-Grellet Le Bateau Vieilles Vignes Extra Brut del valore di 250 dollari che sta raggiungendo un valore stellare.
Ottime pontenzialità per il 2013 Egly-Ouriet Grand Cru Millesime Brut del valore di 800 dollari; il valore del 2009 è aumentato del 257% nel 2022.
Infine citiamo il più costoso, il 2009 Jacques Selosse Grand Cru Extra Brut Millesime, del valore di 1800 dollari, che vanta la migliore performance di prezzo medio su Liv-Ex ed è arrivato undicesimo nell’elenco Power 100.