Sembra un controsenso, ma esistono vini analcolici, ovvero senza alcol. Definiti anche dealcolati o dealcolizzati, sono prodotti che si sono sempre più diffusi negli ultimi anni, soprattutto all’estero (Nord Europa, Stati Uniti, Nuova Zelanda e Australia), in alternativa ad altre bevande alcol free. Un vino può dirsi analcolico quando il livello di alcol al suo interno è inferiore allo 0,5%.
Fino al 2021 secondo la legislazione Europea un prodotto definito come “vino analcolico” non poteva esistere. A partire dal giugno di quell’anno è stata infatti approvata una modifica con la quale, senza aggiungere nuove categorie di prodotti vitivinicoli, è stata consentita la dealcolazione di alcune tipologie di vino. La normativa europea sottolinea anche che i processi di dealcolizzazione utilizzati non devono dare luogo a difetti dal punto di vista organolettico nei vini e che l’eliminazione dell’etanolo non deve essere effettuata in combinazione con un aumento del tenore di zuccheri nel mosto di uve.
Il vino analcolico è un vino prodotto secondo le normali tecniche di vinificazione dal quale, in una fase successiva, viene tolto tutto o quasi tutto l’alcool che si era sviluppato tramite la fermentazione alcolica del mosto.
I metodi più comuni sono l’osmosi inversa, a cui segue poi la distillazione, e l’evaporazione sottovuoto. In quest’ultimo caso si tratta di un procedimento che consiste nel portare all’evaporazione l’alcol contenuto nel vino. In questo modo però c’è il rischio che ad allontanarsi siano anche i composti aromatici del vino.
Occorre premettere che il vino analcolico è un prodotto che non può essere paragonato al vino tradizionale dal punto di vista del sapore perché gli manca un ingrediente fondamentale e fondante come l’alcol. A un primo sorso il prodotto potrebbe apparire annacquato e carente di robustezza e sapore, proprio perché l’alcol ha anche la funzione di veicolare le sostanze aromatiche.
Il vino analcolico però non ha il sapore del succo d’uva, che è molto dolce e poco strutturato. Le sensazioni organolettiche sono quindi quelle di una bevanda più dolce e leggermente annacquata rispetto al vino di partenza, caratteristica che ha portato a proposte di prodotti soprattutto incentrate sui vini spumantizzati.
Per approcciarsi nel miglior modo possibile al vino analcolico e attenuare la differenza rispetto a quello tradizionale è consigliato degustare il prodotto quando è fresco perché la bassa temperatura compensa la carenza di alcol e rende più intensi gli aromi provenienti dall’uva.
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