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Vinitaly 2023: il dibattito sui dazi e l’appello di Urso a riflettere con calma

Il 57esimo Vinitaly è ufficialmente aperto, portando con sé un’importante opportunità per il settore vitivinicolo italiano e internazionale. Con oltre 4.000 aziende espositrici e la presenza di 30.000 buyer stranieri, tra cui 3.000 provenienti dagli Stati Uniti, la fiera si conferma come una vetrina di eccellenza. Quest’anno, però, l’attenzione non è rivolta solo alla qualità dei vini, ma anche alle recenti tensioni economiche legate ai dazi imposti dal governo statunitense.

il dibattito sui dazi

Le nuove tariffe sulle importazioni, introdotte dal Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, hanno riacceso il dibattito sui dazi e sul loro impatto sulle esportazioni italiane. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha dichiarato che il governo italiano si oppone a risposte impulsive e ritorsioni. È fondamentale, secondo Urso, promuovere un dialogo costruttivo con gli Stati Uniti e una risposta unitaria da parte dell’Unione Europea.

Urso ha affermato: «No a risposte di pancia e a ritorsioni, ma riflettere e cercare una risposta unitaria Ue e soprattutto spingere per accelerare sugli accordi di libero scambio come quelli col Mercosur (America Latina) e con l’India». Questa posizione evidenzia l’importanza di un approccio strategico, piuttosto che reazioni immediate che potrebbero danneggiare ulteriormente il mercato del vino europeo.

impatti economici e strategie

Secondo le stime della Banca Centrale Europea, l’impatto delle nuove tariffe sul Prodotto Interno Lordo (PIL) europeo potrebbe variare tra un -0,3% e un -1%. Urso ha avvertito che una reazione di ritorsione da parte dell’Europa potrebbe aggravare la situazione economica. Ha citato l’esempio del Vietnam, che ha azzerato le proprie tariffe in risposta ai dazi americani, e della Cina, che ha scelto di aumentarle. Questo confronto sottolinea la necessità di una risposta ponderata da parte dell’Europa.

Il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, ha condiviso la posizione di Urso, sottolineando l’importanza di evitare guerre commerciali. Ha dichiarato: «Il nostro obiettivo è innanzitutto quello di evitare conflitti commerciali», evidenziando la necessità di semplificare e rafforzare la competitività delle imprese italiane. Il governo ha lanciato iniziative per contrastare i falsi prodotti made in Italy, come l’introduzione di contrassegni di Stato tricolore per le bottiglie di vino.

opportunità per il settore vitivinicolo

Lollobrigida ha anche rimarcato la forza dell’agroalimentare italiano, affermando che, sebbene non si possa competere militarmente con gli Stati Uniti, l’Italia è una superpotenza alimentare. Ha evidenziato i successi del settore vinicolo, che ha dimostrato resilienza di fronte a guerre, pandemie e crisi economiche. Le previsioni per il 2024 parlano di un export agroalimentare italiano che raggiungerà un record di 79 miliardi di euro, con il vino che contribuirà significativamente con un valore di 8 miliardi di euro.

In un contesto globale di crescente incertezza, il governo italiano si sta impegnando attivamente per aprire nuovi mercati e consolidare quelli esistenti, incluso quello statunitense. Lollobrigida ha sottolineato che, sebbene i dazi rappresentino una sfida, il vero pericolo risiede nel clima di sfiducia che si sta diffondendo sui mercati. È più che mai evidente la necessità di stabilire relazioni commerciali solide e di promuovere il made in Italy.

Il Vinitaly si presenta quindi non solo come un’importante manifestazione commerciale, ma anche come un’occasione per discutere e affrontare le sfide che il settore vitivinicolo italiano deve affrontare a livello internazionale. La fiera, che si svolgerà fino al 9 aprile, rappresenta un’opportunità unica per le aziende di networking, scambio di idee e promozione dei propri prodotti, mentre il dibattito sui dazi continua a essere un tema centrale tra i protagonisti del settore.

Redazione Vinamundi

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