Novembre in Gran Bretagna è un mese ricco di significato, un periodo in cui la memoria storica si intreccia con il fervore della ribellione. Ogni anno, il 5 novembre, i britannici celebrano il fallito tentativo di Guy Fawkes di far saltare in aria il Parlamento nel 1605. Questo evento ha segnato la storia della nazione, dando vita a tradizioni di fuochi d’artificio e celebrazioni. Se ci spostiamo nel mondo del vino, la ribellione si manifesta in storie affascinanti e vini che sfidano le convenzioni.
Nel panorama vinicolo, la ribellione si esprime attraverso vini che rifiutano le etichette e le restrizioni delle denominazioni. Vini come il Syrah, il Pinotage e il Chenin Blanc si ergono come simboli di libertà creativa. Tuttavia, un’area vinicola in cui la ribellione sembra mancare è lo Champagne, noto per la sua rigidità. Qui, le regole sono sacre: il disciplinare di produzione vieta la creazione di spumanti che non siano Champagne all’interno della zona designata. Pertanto, non troverete mai un audace Meunier Pet Nat prodotto da qualche sovversivo della Valle della Marna, poiché la tradizione è troppo forte.
La ribellione di Santorini
Un’altra storia di ribellione merita attenzione: quella di Santorini, un’isola delle Cicladi che ha saputo resistere alle pressioni del turismo e della modernizzazione grazie a visionari come Haridimos Hatzidakis. Dopo il devastante terremoto del 1956, Santorini si trovava in uno stato di desolazione, con molti abitanti che lasciarono l’isola in cerca di opportunità. Tuttavia, Hatzidakis e sua moglie Konstantina non si lasciarono intimidire. Nel 1997, fondarono la Hatzidakis Winery, recuperando la vigna di famiglia e persuadendo i contadini locali a mantenere vive le tradizioni vitivinicole.
Utilizzando il metodo di coltivazione a Kouloura, che protegge le viti dai venti e dalla siccità, Hatzidakis ha contribuito a salvaguardare il millenario patrimonio vitivinicolo di Santorini. Oggi, i vigneti dell’isola sono diventati un simbolo di resistenza e rinascita. Grazie al lavoro di Haridimos e di coloro che hanno seguito il suo esempio, i terreni vitati di Santorini hanno raggiunto valori simili a quelli delle famose regioni vinicole come lo Champagne.
La qualità dei vini di Santorini
La qualità dei vini di Santorini, in particolare dell’Assyrtiko, ha attirato l’attenzione di appassionati e critici di tutto il mondo. Uno dei vini più rappresentativi della visione di Haridimos è il “Familia Assyrtiko”, prodotto in diverse annate. Questo vino esemplifica il perfetto equilibrio tra freschezza e struttura, con note agrumate e salate che catturano l’essenza del terroir di Santorini. Nonostante le difficili condizioni ambientali – esposizione al sole, calore estremo, vento e scarsità d’acqua – il Familia riesce a fluire con grazia, dimostrando che la resilienza può essere un vantaggio.
L’eredità di Haridimos Hatzidakis
La perdita di Haridimos nel 2017 è stata un colpo durissimo per il mondo del vino, ma il suo spirito e la sua filosofia continuano a vivere attraverso i vini che produceva. I suoi successori hanno abbracciato il suo legato, mantenendo viva la tradizione e l’innovazione che Haridimos aveva instillato nella sua cantina. La Hatzidakis Winery rimane un faro di speranza e creatività, dimostrando come la passione per la viticoltura possa resistere anche nei momenti più difficili.
In un’epoca in cui il turismo e la modernizzazione possono mettere a rischio le tradizioni, la storia di Santorini e la figura di Haridimos Hatzidakis rappresentano un potente monito. La ribellione nel mondo del vino non è solo una questione di rifiuto delle convenzioni, ma anche di preservare e valorizzare il patrimonio culturale e naturale di una regione. La viticoltura di Santorini, con le sue radici profonde e il suo spirito indomito, è un esempio luminoso di come la passione, la determinazione e il rispetto per la terra possano creare vini straordinari, in grado di raccontare storie di resistenza e bellezza.