I vini “naturali” da bere in spiaggia

Quella del vino naturale è una tendenza, o ‘moda’ – la definisce qualcuno – che sta prendendo sempre più piede negli ultimi anni. Arrivata anche in Italia, sono sempre di più le enoteche che si dedicano alla diffusione e alla promozione di questo prodotto, presente ormai in tutti migliori locali nazionali. Ma perché si chiamano vini naturali? Nonostante non ci sia una vera e propria regolamentazione, questo tipo di etichette si differenziano dalle altre perché seguono una produzione sostenibile che vede degli interventi ridotti al minimo sia in cantina, che in vigna. 

Entrando nello specifico, questi vini – proprio per via di queste pratiche – risulterebbero meno dannosi per la salute. Scostando le pratiche canore, dunque, questa tendenza è diventato un trend che attrae sempre più appassionati e cultori del settore. E ora che è arrivata l’estate, non si rinuncia mai a un buon calice: ecco allora cinque vini italiani – naturali – che non potete perdervi in questi caldi mesi. Ne parla Emanuele Preite, sommelier di Flor, un’enoteca milanese.

Tra il Centro e il Nord

Per cominciare, si parte dall’Umbria, con un vino di Annesanti, un Grechetto Igt del 2021. Questo oltre ad essere un vino piuttosto pulito, è molto rinfrescante, ed è perfetto per coloro che si affacciano per la prima volta al vino naturale. Secondo Preite, nonostante sia molto torbido, questo è perfetto “per l’aperitivo perché ha una bella freschezza ed è molto scorrevole. Al naso ci sono pera, erbe balsamiche e gelsomino. Mentre in bocca è fresco e polposo”. Il vino è ottimo anche col pesce.

Dei calici di vino rosè
Immagine | Pixabay @kaboompics – Vinamundi.it

Si prosegue salendo in provincia di Brescia, con Nicola Gatta, che propone Quattrocento, un metodo classico extra-brut. Realizzato con uve Chardonnay (70%) e Pinot- Noir (30%), Gatta è uno dei produttori più famosi per quello che riguarda le bolle naturali. La sua bella beva lo rende perfetto non solo per l’aperitivo, ma anche per essere bevuto a tutto pasto. Fa 3 anni e mezzo sui lieviti, la sua bolla è avvolgente e mantiene allo stesso tempo una bella tensione. Al naso ci sono sentori di piccola pasticceria, cedro candito e fiori d’acacia. In bocca è gradevolissimo, ma il punto forte di questo vino è l’ottimo rapporto qualità prezzo”, ha affermato Preite. La cantina Gatta, che si trova a Gussago, è un punto di rifermento per tutti, non solo per la Lombardia, e proprio per la qualità dei suoi vini.

Friuli, Oltrepò pavese e Pantelleria

Continuiamo il nostro tour vinicolo passando dal Friuli Venezia Giulia, dove troviamo una Malvasia istriana del 2020, prodotta da Skerlj. Comunemente noto come vino dolce, la Malvasia può offrire delle interessanti varianti sia nei vini secchi, che nei ‘orange’, come nel caso del vino proposto per l’estate. “Questo vino è un 100% Malvasia istriana e lo gradisco particolarmente perché rappresenta a pieno il territorio da cui viene: il Carso è un vino un po’ più strutturato rispetto al Grechetto: fa una breve macerazione sulle bucce che gli dona carattere senza perdere mineralità, caratteristica che accomuna un po’ tutti i vini di quel territorio”, ha continuato Preite.

Tra i più apprezzati dai cultori dei naturali, ci sono i vini rifermentati in bottiglia, come nel caso di Mask, Cortese rifermentato in bottiglia, prodotto nell’Oltrepò Pavese dall’azienda agricola VNA Wine. “Questo 100% Cortese viene prodotto in Oltrepo pavese, ed è un vino frizzante agile e beverino. Proprio per tali caratteristiche lo definirei un vino da sorseggiare a bordo piscina”. Infine andiamo a Pantelleria, dove troviamo Cloè, di Abbazia San Giorgio. Un rosato unico nel suo genere: “È un 100% Nerello Mascalese che cresce su suoli vulcanici, e viene affinato sia in acciaio che in legno di castagno. Ha dei sentori freschi di piccoli frutti rossi e sbuffi marini, con una sapidità che tiene sempre vivo il sorso. Io non lo userei per aperitivo, ma lo abbinerei bene a secondi di pesci. Magari in una grigliata”, conclude Preite.

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