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Approfondimento

Vini, esiste un robot che protegge i vigneti dai parassiti

Chi ha detto che l’intelligenza artificiale e la produzione di vino non possano essere passeggeri dello stesso vagone e correre sugli stessi binari?

Si tratta di due mondi che sono riusciti ormai a creare dei solidi ponti tra di loro, con l’AI che si sta dimostrando parecchio utile nella produzione proprio di alcuni vini.

Ne è la dimostrazione l’ultimo robot sviluppato negli Stati Uniti d’America e che è in grado di proteggere i vigneti dai parassiti.

Un robot anti-parassiti: quando l’AI supporta il settore vinicolo

L’intelligenza artificiale emerge come alleata del mondo vitivinicolo, grazie alla creazione di un robot progettato per proteggere i vigneti dai parassiti.

L’intelligenza artificiale a supporto dell’industria vinicola: un’accoppiata che sta dando grandi frutti | Immagine Unsplash @BoudewijnBoer – Vinamundi.it

Stiamo parlando del “Pifferaio Magico”, una tecnologia capace di riconoscere le vibrazioni emesse dagli insetti e di intervenire di conseguenza, disturbandone l’accoppiamento.

Si tratta infatti di un robot capace di tenere lontani i parassiti dai vigneti, evitando che animali potenzialmente dannosi per l’uva, come le cicaline della vite, possano accoppiarsi dove non dovrebbero.

Questo concentrato di tecnologia è noto internazionalmente come “Pied Piper” e si pone l’obiettivo di diventare uno degli alleati più preziosi per l’agricoltura biologica, soprattutto nel settore vitivinicolo.

A svilupparlo è stato un gruppo di ricercatori dell’Università dello Stato dell’Oregon, il quale è riuscito a creare un prototipo di robot guidato essenzialmente dall’intelligenza artificiale, come riportato da Wine Spectator.

La sua caratteristica principale, come anticipato in precedenza, è quella di riuscire a riconoscere e memorizzare le specifiche vibrazioni emesse da alcuni insetti e dannosi parassiti.

Da un punto di vista pratico, quando rileva la presenza di tali animali all’interno del vigneto che sta proteggendo, il “Pifferaio magico” interviene prontamente, emettendo delle vibrazioni che disturbano gli ospiti indesiderati e li spinge ad andarsene o, quantomeno, a interrompere la fase di accoppiamento.

Una soluzione davvero efficace a uno dei problemi più invasivi nel mondo del vino e per di più resa possibile attraverso lo sviluppo di un supporto innovativo e pulito, poco invasivo.

E pensare che parte del merito è stata anche di alcune menti italiane. Non ci credete?

Per comprendere fino in fono il funzionamento del “Pied Piper”, può essere utile prendere a riferimento le indicazioni fornite dagli scienziati che hanno creato questo robot.

I ricercatori statunitensi hanno infatti spiegato di aver iniziato la costruzione del “Pifferaio magico” dopo aver esaminato attentamente uno studio condotto tra il 2019 e il 2022 dagli scienziati italiani Rachele Nieri e Valerio Mazzoni della Fondazione Edmund Mach, il quale richiamava a sua volta una ricerca compiuta nel 2016 da Hill e Wessel.

Si tratta di due studi basati su una idea ben precisa e che ha permesso al team dell’Università dello Stato dell’Oregon di progettare la creazione del proprio robot.

Quale idea? La seguente:

“Molti animali, tra cui gli insetti, comunicano tra di loro attraverso vibrazioni impercettibili all’Uomo. Si tratta di vibrazioni trasmesse attraverso substrati solidi, come, per esempio, le piante”.

È esattamente partendo da questa certezza che il “Pied Piper” è stato messo a punto, conferendogli la capacità di ascoltare e rispondere alle vibrazioni emesse da insetti e parassiti.

Questo robot si presenta quindi come un’alternativa green all’uso di pesticidi, ai quali si cerca di far sempre meno ricorso, visti danni e alterazioni che possono provocare all’uva e all’Uomo.

Un test positivo è stato effettuato presso l’azienda vinicola Stag Hollow, nella Willamette Valley dell’Oregon, nota per le sue tecniche di agricoltura sostenibili e biodinamiche, con grande soddisfazione di Mark Huff.

Il proprietario dell’azienda vinicola ha infatti definito “molto promettente” questa nuova tecnologia, sottolineandone le enormi potenzialità.

La robotica a servizio della qualità

Il “Pifferaio Magico” è solo l’ultimo esempio di robot impiegato nel settore vitivinicolo.

La tecnologia è diventata ormai uno strumento fondamentale nella produzione di molti vini | Immagine Unsplash @YifengLu – Vinamundi.it

La marea di evoluzioni tecnologiche che si sono susseguite negli ultimi anni ha portato la robotica a permeare sempre più all’interno del mondo del vino, portando apparecchiature di diverso genere a essere utilizzate quotidianamente da grandi e piccoli produttori.

Un altro esempio virtuoso è quello rappresentato da un robot il cui sviluppo è stato finanziato dall’Unione Europea e il cui scopo è quello di monitorare costantemente la crescita e la produzione dell’uva nelle realtà in cui viene sfruttato.

Le attuali metodologie impiegate per monitorare la crescita e la maturazione dell’uva, in vista della raccolta, spesso non riescono a fornire ai viticoltori delle informazioni affidabili e utili, motivo per cui la raccolta dei dati più significativi, come quelli relativi allo stato idrico delle piante e al vigore delle chiome delle viti, ha iniziato ad assumere un’importanza sempre maggiore.

Raccogliere questi dati manualmente richiede però molto tempo e un grande sforzo fisico, aspetti che spesso finiscono con lo scoraggiare i produttori, alla ricerca di metodi più rapidi e redditizi.

Ecco allora che l’introduzione di robot in grado di raccogliere dati al posto dell’Uomo ha rappresentato un’enorme facilitazione per il settore vinicolo.

La precisione nel monitoraggio dei dati è di fondamentale importanza per mantenere sempre elevato lo standard di qualità dei vini europei e per garantire che l’Unione Europea possa mantenere la propria posizione di leadership mondiale nella produzione di vino.

Molto passa dalla qualità dell’acqua utilizzata, i cui parametri possono essere analizzati con precisione proprio da alcuni robot.

Stando a quanto riportato dall’UNESCO, l’agricoltura rappresenta il principale consumatore di acqua dolce, con ben il 70% dei prelievi idrici provenienti da fiumi, laghi e falde acquifere.

Data questa elevata percentuale, è necessario adottare quindi un approccio sostenibile e circolare, così da ottimizzare l’uso dell’acqua.

Ed è qui che entra in gioco il progetto VineScout, coordinato da Francisco Rovira-Más e finanziato dall’Unione Europea.

Si tratta di un progetto che ha permesso di sviluppare con successo un robot in grado di monitorare giornalmente lo stato di forma dei vigneti, con attenzione particolare per lo stato dell’acqua utilizzata.

Grazie a sensori colturali e ambientali installati sul proprio corpo, il robot di VineScout riesce a effettuare in tempo reale delle stime di quale sia la qualità degli elementi usati, senza aver alcun bisogno di toccare le piante presenti nel vigneto in cui sta operando.

Come per il “Pifferaio Magico”, anche in questo caso si tratta quindi di un approccio poco invasivo, ma estremamente efficace.

Il robot di VineScout riesce a mappare nel dettaglio il campo che sta analizzando, passando da 30 misurazioni a oltre 20.000 per lo stesso vigneto.

È così che raccoglie un’enorme quantità di dati che vengono poi utilizzati per implementare le possibili applicazioni di megadati e l’utilizzo di specifici algoritmi dell’intelligenza artificiale.

Una tecnologia che, se sfruttata correttamente, può consentire grandi margini di crescita per un’azienda vinicola, la quale potrà produrre più facilmente un vino dalla qualità maggiore.

Marco Garghentino

Brianzolo dal 1996, ho sempre pensato che la comunicazione sia la principale arte che l’uomo ha sviluppato nei secoli. Amo lo sport, conoscere il Mondo ed essere informato. Ogni vita ha una storia e spesso vale la pena raccontarla.

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