Vini emiliani in cerca di trasparenza: richiesta di 100 milioni di fascette di Stato per l’Igt

La regione Emilia-Romagna, rinomata per la sua tradizione vinicola e per vini iconici come il Lambrusco, sta compiendo un passo significativo verso una maggiore tracciabilità dei propri prodotti. A un anno dall’entrata in vigore del regolamento che permette alle Indicazioni Geografiche (IG) di adottare le fascette di Stato, il Consorzio di Tutela dell’Igt Emilia ha deciso di unirsi a questo movimento, seguendo l’esempio del Consorzio del Sannio. Questo nuovo passo non solo aumenta la protezione dei vini emiliani, ma offre anche un’opportunità per garantire ai consumatori una maggiore trasparenza e sicurezza.

Con una produzione annuale che sfiora i 950 mila ettolitri e circa 120 milioni di bottiglie, l’Igt Emilia si afferma come un attore importante nel panorama vinicolo italiano. Le richieste di fascette di Stato sono in forte crescita: nelle prossime settimane, l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato invierà 25 milioni di contrassegni alle aziende emiliane, con l’obiettivo di arrivare a un totale di 100 milioni entro la fine dell’anno. Questo incremento è significativo, considerando che annualmente vengono rilasciati oltre 2 miliardi di fascette per le diverse denominazioni di origine controllata e garantita (Docg e Doc).

Il valore delle fascette di Stato

Le fascette di Stato non sono solo un simbolo di qualità, ma rappresentano un vero e proprio passaporto digitale per i vini. Grazie all’introduzione di un codice QR, i consumatori possono accedere a informazioni dettagliate riguardanti il percorso di filiera della singola bottiglia. Questo include:

  1. Dati sulla produzione e la provenienza
  2. Suggerimenti per abbinamenti gastronomici
  3. Curiosità sul vino stesso

L’implementazione di questa tecnologia risponde a una crescente domanda da parte dei consumatori di essere meglio informati sui prodotti che acquistano, rafforzando così il legame di fiducia tra produttori e clienti.

La lotta contro le contraffazioni

L’adozione delle fascette di Stato per le IG non è solo una questione di marketing, ma un passo cruciale per combattere le contraffazioni e le imitazioni nel mercato. La scelta di un consorzio vitivinicolo di introdurre il contrassegno comporta un livello superiore di tutela per il proprio prodotto. Un caso emblematico è rappresentato dal Primitivo di Manduria Doc Janik Sinner, al centro di una controversia legata all’assenza di un contrassegno. Il Consorzio ha affermato: «Senza fascetta non è Primitivo di Manduria», dimostrando come l’assenza di un contrassegno possa compromettere l’integrità e la riconoscibilità di un prodotto.

Un futuro promettente per il settore vinicolo emiliano

Il sistema delle fascette di Stato, che copre attualmente circa il 66% del vino italiano, sta quindi evolvendo per includere anche le IG, rispondendo a una necessità di maggiore sicurezza per i produttori e per i consumatori. Le richieste per avviare l’iter di adozione delle fascette stanno arrivando da altre IG, il che testimonia l’interesse crescente verso un sistema di tracciabilità più robusto. In questo contesto, le fascette non solo offrono una protezione legale, ma fungono anche da strumento di marketing, poiché i consumatori sono sempre più attratti da prodotti che garantiscono autenticità e qualità.

Il Consorzio di Tutela dell’Igt Emilia non è solo un custode delle tradizioni vinicole locali, ma si sta dimostrando all’avanguardia nel rispondere alle esigenze del mercato moderno. Con l’adozione delle fascette di Stato, i produttori emiliani possono proteggere le loro creazioni e promuovere una maggiore consapevolezza tra i consumatori riguardo alla provenienza e alla qualità dei vini che scelgono.

Le prospettive per il futuro sono promettenti. Con l’incremento della produzione e l’adozione delle fascette, il settore vinicolo emiliano potrebbe beneficiare di un rinnovato interesse sia a livello nazionale che internazionale. Le nuove generazioni di produttori, sempre più orientate verso pratiche sostenibili e trasparenti, vedono nelle fascette di Stato una chance per valorizzare le loro produzioni e comunicare in modo efficace il valore del loro lavoro.

In un momento in cui la trasparenza e la tracciabilità sono diventate fondamentali per il consumatore consapevole, la decisione del Consorzio di Tutela dell’Igt Emilia di adottare le fascette di Stato rappresenta un passo avanti significativo. Essa non solo tutela le tradizioni locali, ma si inserisce anche in un contesto più ampio di innovazione e qualità che caratterizza il panorama vinicolo italiano. Con l’attenzione rivolta a garantire prodotti autentici e di qualità, l’Emilia-Romagna si prepara a consolidare la sua reputazione come una delle regioni vinicole più dinamiche e rispettate nel mondo.

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