La Toscana è una delle regioni più importanti d’Italia quando si parla di vino, famosa nel mondo per le sue celebri etichette.
Qui il vino fa parte della cultura della regione da secoli e anche il paesaggio racconta la forte vocazione vitivinicola del territorio. Dalle colline del Chianti ai panorami della Val d’Orcia e della Val di Chiana, con chilometri e chilometri di splendidi filari.
Sono più di 20mila le aziende vitivinicole toscane, titolari di un vigneto di circa 59mila ettari di cui il 96% è destinato a vini di alto livello, contro una media nazionale del 62%.
Un primato che assegna alla Toscana ben 58 vini DOP (Denominazione di Origine Protetta), che si traduce in una produzione media di 2,4 milioni di ettolitri l’anno, pari all’11% di tutto il vino italiano di maggiore qualità.
Andiamo quindi a scoprire quali sono i migliori vini DOP toscani!
La zona di produzione del Chianti DOP comprende il territorio di numerosi comuni della regione Toscana appartenenti alle province di Arezzo, Firenze, Prato, Pisa, Pistoia e Siena ed è ottenuto dal vitigno sangiovese.
Si tratta del vino Dop toscano più diffuso e popolare. Si offre nel bicchiere con un colore rosso rubino di buona intensità che tende al granato con l’invecchiamento. I profumi che lo caratterizzano sono di frutta rossa e si alternano con la terrosità con toni anche robusti.
In bocca è fresco, secco, di buona struttura e leggermente sapido, con il tempo evolve in morbido e vellutato. Può presentare le menzioni Superiore e Riserva – quest’ultima se sottoposta a invecchiamento di almeno due anni a decorrere dal primo gennaio successivo all’annata di produzione delle uve -.
Non è da confondere con il Chianti Classico DOP – noto anche come Gallo nero – anch’esso ottenuto dal vitigno sangiovese ma a differenziarlo è la zona di produzione – compresa in 8 comuni situati tra Firenze e Siena -, l’uvaggio che ha un minimo di 80% di vitigno sangiovese per il Chianti Classico (contro il 70% per il Chianti DOP), ma anche la coltivazione, titolo alcolometrico minimo e le tempistiche di immisione sul mercato.
Il Bolgheri DOP comprende diverse tipologie di vino: bianco, rosso, rosso superiore e rosato e la denominazione comprende anche due specifiche da vitigno.
La sua zona di produzione comprende parte del territorio della regione Toscana del comune di Castagneto Carducci, in provincia di Livorno.
Il Bolgheri DOP bianco ha un colore che varia dal giallo paglierino al giallo dorato più o meno carico, il profumo è fine e intenso con netti richiami di frutta a polpa bianca – la pesca su tutti – e il gusto è pieno ed equilibrato, morbido e di grande persistenza gusto-olfattiva.
Per quanto riguarda il Bolgheri DOP rosso ha un colore rubino intenso con riflessi granati, dai profumi fini e di grande complessità con evidenti note di frutti neri maturi come la mora e la prugna; al gusto è pieno e armonico, morbido, elegante e dal finale persistente.
Tra questi ricordiamo il Bolgheri Sassicaia, vino composto con almeno l’80% di Cabernet Sauvignon e considerato uno dei vini italiani più pregiati.
Per ottenere il Rosso Superiore il vino deve essere sottoposto a un periodo di invecchiamento di almeno due anni, a decorrere dal primo gennaio successivo all’annata di produzione delle uve, di cui almeno uno in botti di rovere.
Infine il Bolgheri DOP rosato ha un colore rosa che può essere sia intenso che delicato, al naso si percepiscono profumi delicati di frutti rossi, frutti di bosco e speziature mentre in bocca risulta morbido con una definita nota di freschezza e richiami floreali.
Il Vino Nobile di Montepulciano DOP comprende la sola tipologia di vino rosso ed è anche la prima DOCG italiana.
La sua zona di produzione comprende alcune zone del comune di Montepulciano in provincia di Siena e si offre al calice con un colore rosso rubino tendente al granato con l’invecchiamento.
Al naso risultano i profumi di lamponi, spezie orientali e vaniglia, mentre in bocca è caldo, morbido, con il possibile sentore di legno, polposo ma sostenuto da una buona freschezza e tannini importanti.
Può presentare la menzione Riserva se sottoposto a un periodo di invecchiamento di almeno tre anni, di cui sei mesi in affinamento in bottiglia a decorrere dal primo gennaio dell’anno successivo a quello di produzione delle uve.
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