Negli ultimi anni, il mercato dei vini dealcolati ha iniziato a guadagnare attenzione, nonostante rappresenti ancora una nicchia nel panorama vitivinicolo italiano. I dati e le analisi di mercato indicano che la domanda di vini a bassa gradazione alcolica è in crescita, con un particolare interesse da parte di consumatori sempre più attenti alla salute e al benessere. In questo contesto, Schenk Family Italia, parte del gruppo Schenk Family, annuncia un investimento significativo di 2 milioni di euro per riportare la produzione di vini dealcolati in Italia, una mossa che potrebbe segnare un punto di svolta per questo segmento di mercato.
Fino a poco tempo fa, la produzione di vini dealcolati avveniva principalmente all’estero, in particolare in Spagna, dove il gruppo ha prodotto tra le 50.000 e le 80.000 bottiglie. Questi vini venivano poi importati in Italia, con costi di trasporto che aumentavano il prezzo finale. Con il nuovo investimento, previsto per essere operativo dal 2026, Schenk Family Italia punta a ridurre i costi di produzione di circa il 20%. Questo non solo migliorerà la competitività dei vini dealcolati italiani, ma permetterà anche un maggiore controllo sulla qualità del prodotto, aspetto fondamentale per conquistare i palati dei consumatori.
L’interesse crescente per i vini dealcolati non è una sorpresa, considerando i cambiamenti nelle abitudini di consumo e le crescenti preoccupazioni per la salute. In molti paesi europei, come Danimarca, Belgio e Germania, vi è una domanda in forte crescita per bevande a zero alcol o a bassa gradazione. Gli studi dimostrano che i consumatori sono sempre più disposti a scegliere alternative alcoliche per motivi di salute, stile di vita o semplicemente per situazioni sociali particolari, come ad esempio quando sono alla guida. Tuttavia, in Italia, la sfida principale rimane quella di attrarre un pubblico che tradizionalmente non consuma vino, proponendo un prodotto che possa competere con bevande più economiche e meno naturali.
Schenk Family Italia non è l’unica azienda a scommettere sul potenziale dei vini dealcolati. Altri produttori italiani stanno iniziando a esplorare questo mercato, spinti dalla crescente domanda e dalle opportunità di innovazione. L’industria vinicola italiana, nota per la sua tradizione e la qualità dei suoi prodotti, ha il potenziale per diventare un leader nella produzione di vini dealcolati. Tuttavia, per farlo, è fondamentale che le aziende investano nella ricerca e nello sviluppo di tecniche di dealcolazione che preservino le caratteristiche organolettiche del vino, riducendo al contempo il contenuto alcolico.
Il decreto firmato dal Ministro delle Politiche Agricole, Francesco Lollobrigida, a fine 2024, rappresenta un passo importante verso la legittimazione della produzione di vini dealcolati in Italia. Questo segnale istituzionale potrebbe incoraggiare ulteriori investimenti e sviluppo in questo settore, rendendo l’Italia un punto di riferimento per gli appassionati di vini a bassa gradazione alcolica.
Daniele Simoni, amministratore delegato di Schenk Family Italia, sottolinea che il mercato dei vini dealcolati rappresenta attualmente solo il 2-3% della produzione totale di vino in Italia. Tuttavia, il potenziale di crescita è notevole, e la chiave per il successo sarà la capacità di educare i consumatori sui benefici e la qualità di questi prodotti. “Dobbiamo convincere i consumatori che i vini dealcolati possono offrire un’alternativa più naturale e raffinata rispetto ad altre bevande”, afferma Simoni.
In aggiunta, il mercato dei vini dealcolati potrebbe beneficiare dell’aumento della consapevolezza riguardo alla sostenibilità e all’impatto ambientale della produzione di vino. Con un processo di produzione più localizzato, le aziende potranno ridurre le emissioni di carbonio legate al trasporto e promuovere un approccio più ecologico, un aspetto sempre più apprezzato dai consumatori moderni.
In sintesi, l’arrivo di Schenk Family Italia nel mercato dei vini dealcolati rappresenta un’opportunità non solo per l’azienda, ma per l’intero settore vitivinicolo italiano di ridefinire le proprie offerte. Con l’investimento di 2 milioni di euro, l’azienda si prepara a sfruttare una tendenza crescente, contribuendo a trasformare i vini dealcolati in una scelta più comune per i consumatori italiani. La sfida sarà quella di mantenere alta la qualità e di attrarre un pubblico sempre più vasto, rendendo questi vini non solo una scelta salutare, ma anche un’esperienza di gusto appagante.
Negli ultimi anni, il dibattito sul consumo di alcol e la sua relazione con la…
Il Soave Superiore DOCG si distingue come una delle eccellenze vinicole italiane, unendo tradizione e…
Il 20 febbraio 2025, Palazzo Affari a Firenze ospiterà un evento unico dedicato alle piccole…
La Cantina Vini di Maremma celebra con orgoglio il suo 70° anniversario, un traguardo significativo…
La recente polemica riguardante il vino donato al tennista Jannik Sinner dal Comune di Manduria…
Il fenomeno del Dry January, che invita a astenersi dall'alcol per tutto il mese di…