Un’enoteca imperiale nel Parco regionale dell’Appia Antica.
È ciò che è stato scoperto nella Villa dei Quintili, grazie a un importante progetto di scavi portato avanti negli ultimi cinque anni e che ha permesso di riportare alla luce una cantina vinicola del III secolo d.C. nell’area a nord del circo usato per le corse dei cavalli.
Una scoperta curiosa e che ha fatto immediatamente il giro del Mondo, richiamando l’attenzione sia degli appassionati della storia dei Romani che quelli del settore vinicolo.
Gli studi
I primi scavi sono stati condotti tra il 2017 e il 2018, quando gli archeologi italiani Riccardo Frontoni e Giuliana Galli iniziarono a studiare porzioni delle Villa dei Quintili mai esplorate prima, sotto la guida della direttrice Rita Paris.
Un lavoro brillante e che ha finito con l’attirare l’attenzione della British School at Rome, la quale ha compiuto nuovi studi in quest’area del Parco regionale dell’Appia Antica.
Il risultato è stato sorprendente e pubblicato nei giorni scorsi sull’autorevole rivista di settore Antiquity, a firma di Emlyn Dodd, assistente alla direzione per l’archeologia alla British School at Rome, oltre che dei già citati Frontoni e Galli.
I ricercatori hanno, infatti, scoperto la presenza di una vecchia enoteca di epoca imperiale presso la Villa dei Quintili, al quinto miglio della Regina Viarum.
La scoperta
Lo studio pubblicato sulla rivista Antiquity parla di un impianto diverso dalle già note cantine romane, solitamente realizzate con pareti di intonaco a cocciopesto impermeabile.
Quello rinvenuto nella Villa dei Quintili era rivestito, infatti, di marmo rosso e al suo interno sono stati trovati il meccanismo di due torchi e di una fontana, anch’essa rivestita con marmi policromi.
È qui che scorreva il vino, in alcuni canali di marmo bianco, utili a portare il liquido fin dentro a delle giare di stoccaggio.
Nelle zone adiacenti è stata riscontrata, poi, la presenza di alcune stanze, collegate alla cantina.
Una struttura complessa e che ha spinto gli studiosi a pensare che si trattasse di una vera e propria enoteca, nella quale veniva prodotto e degustato il vino.
Forse un luogo in cui intrattenere gli ospiti della villa e nel quale svolgere attività di incontro.
Un grande patrimonio
Il più grande complesso suburbano residenziale di Roma, la Villa dei Quintili fu confiscata dall’Imperatore Commodo, il quale fece uccidere i due proprietari, Sesto Quintilio Condiano e Sesto Quintilio Valerio Massimo (membri di una famiglia senatoria e consoli del 151 d.C.), per fare della struttura il suo luogo di piacere personale.
Questa villa nel corso dei secoli è stata la sede di diversi imperatori ed è qui che oggi sono stati riportati alla luce oltre 800 metri quadrati dell’edificio antico.
Uno scavo imponente e che ha permesso di svelare strutture architettoniche monumentali e un sofisticato sistema idraulico.
Stando agli studi condotti dagli archeologi e dai diversi professionisti citati in precedenza, in quest’area bisognerebbe immaginarsi la presenza anche di un antico vigneto privato, nel quale veniva svolta direttamente la vendemmia.
Gli scavi hanno, infatti, permesso di ritrovare strumenti e presse per la pigiatura della vite, oltre che fontane dalle quali zampillava direttamente il vino prodotto, come raccontato anche da Riccardo Frontoni:
“La sala delle fontane che danno vino doveva essere una tale suggestione da essere tramandata oralmente nel tempo ispirando l’immaginario popolare, fino al folklore degli stornelli di Marino”.
Un’area perfetta, secondo gli studiosi, nella quale l’imperatore poteva verosimilmente banchettare, intrattenuto da spettacoli teatrali sulla produzione del vino.