Il vino

Vermouth, la storia e le migliori etichette

Il Vermouth – o Vermut in piemontese – è un vino aromatizzato di origine tutta piemontese.

Deve il suo nome dal tedesco Wermut, con il quale viene chiamata l’artemisia maggiore, una pianta medicinale nota ai più per il suo impiego nella preparazione del distillato d’assenzio, aromatico e molto amaro che si beve diluito e/o zuccherato e che fornisce la base aromatica principale nella preparazione del Vermouth.

Il suo tenore zuccherino minimo deve essere del 14%, mentre il Vermouth secco (dry) deve avere una gradazione alcolica minima di 18% vol e il 12% massimo di zuccheri.

Fun fact: nel marzo del 2017 è uscito il disciplinare del Vermouth di Torino IG che comporta criteri più restrittivi, come il fatto che debba essere di origine piemontese e in retroetichetta può essere indicato il vitigno – solitamente Moscato o Cortese – se il suo contributo supera il 20% del totale.

Il Vermouth si può bere da solo come aperitivo ed entra nella composizione di molti cocktail come il Martini, l’Americano, il Manhattan o il Negroni, ma può essere anche impiegato per cucinare carni.

Ci sono vari stili di Vermouth che si distinguono per colore (rosso, bianco e rosato) e per gusto (dolce, secco, extra secco e chinato). L’uso del caramello come dolcificante e colorante è riservato al vermut rosso.

La storia del Vermouth

Il Vermouth è stato inventato nel 1786 da Antonio Benedetto Carpano a Torino, a seguito della crescente domanda di vini fortificati a causa della guerra di successione spagnola che vide contrapporsi la Francia e l’Inghilterra.
Non potendo ricevere le normali forniture di vino francese, l’Inghilterra si accordò con il Portogallo per importare i famosi vini liquorosi portoghesi come il Porto e il Madeira, a fronte dell’esportazione in Portogallo di pregiati tessuti inglesi.
I vini fortificati così conobbero un grande successo in tutta Europa e questo nuovo scenario aprì le porte a nuovi esperimenti come il Vermouth.
La sua invenzione permise di disporre di prodotti di alta gradazione e basso costo, vista la possibilità di consumarli immediatamente senza bisogno di lunghi affinamenti come i vini fortificati di origine portoghese o siciliana – come il Marsala -.
Ma ora vediamo insieme le migliori etichette del Vermouth.

Vermouth Carpano Antica Formula

Si tratta del primo Vermouth creato nel 1786 da Antonio Benedetto Carpano. 

Dal colore bruno brillante con venature ambrate, il suo bouquet unico di vaniglia si accompagna alle note di spezie, agrumi e di frutti secchi.

Al palato risulta un gusto rotondo, ricco e vanigliato che riprende la nota olfattiva, con note di arancia amara, datteri, fave di cacao e zafferano.

Foto | Cantina Carpano https://www.carpano.com/it/

Vermouth Bianco Gamondi

La sua base è caratterizzata dall’aromatizzazione di vini bianchi con varie erbe come la maggiorana, l’assenzio, rabarbaro e ginepro, i quali gli donano un sapore intenso, persistente e dal piacevole retrogusto amaro.
È da gustare freddo o con ghiaccio ed è eccellente servito liscio, on the rocks o come base per cocktail.

Vermouth di Torino Classico Del Professore

Il Vermouth di Torino Classico Del Professore si è ricreato lo stile di vermouth in voga in Italia alla fine del XVIII secolo.

Il vino base è impreziosito da erbe aromatiche e officinali raccolte dai pendii alpini nei dintorni torinesi, e da numerose spezie di origine esotica.

È caratterizzato dal colore ambrato, un complesso bouquet di fiori, frutti maturi e spezie quali vaniglia, chiodi di garofano e macis.

Al palato risulta un equilibrio tra dolcezza, note rinfrescanti di agrumi e cannella e un delicato finale di china e genziana.

Foto | Cantina Del Professore https://delprofessore.it/
Giulia De Sanctis

Laureata in Comunicazione e Valorizzazione del Patrimonio Artistico Contemporaneo, collaboro attivamente con riviste e testate web del settore culturale, enogastronomico, tempo libero e attualità.

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