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VentiVenti: alla scoperta della via emiliana al metodo classico

In Emilia-Romagna, una regione nota per la sua ricca tradizione vinicola, il lambrusco si erge come il protagonista indiscusso, mentre il metodo charmat è spesso la scelta preferita per la produzione di spumanti freschi e accessibili. Tuttavia, la cantina VentiVenti si distingue per la sua audace decisione di abbracciare il metodo classico, dimostrando che anche in questa terra il metodo tradizionale può avere un significato profondo e una forte identità.

Fondata nel 2020, la giovane cantina di Medolla ha radici che affondano nel 2014, anno in cui i fratelli Razzaboni – Andrea, Riccardo e Tommaso – insieme al padre Vittorio, acquistano i terreni. La loro avventura inizia con una visione chiara: ripensare completamente il modo di coltivare la vite. Dopo aver estirpato le vecchie viti, i Razzaboni reimpiantano i vigneti, scegliendo un sistema di allevamento a guyot, riducendo le rese e selezionando accuratamente i cloni.

La scelta del metodo classico

  1. Primo impianto: 2016
  2. Secondo impianto: 2019
  3. Prima vendemmia: 2020

La prima vendemmia è solo un assaggio di ciò che verrà: le prime bollicine VentiVenti arrivano sul mercato nel 2020, dando vita al nome stesso della cantina. La scelta di concentrarsi quasi esclusivamente sugli spumanti metodo classico, con qualche incursione nel charmat e nell’ancestrale, rappresenta un atto di coraggio in un panorama dove le bollicine più semplici sono predominanti. La famiglia Razzaboni rivendica un’identità chiara e senza compromessi, puntando su vini che raccontano il territorio e la loro storia.

Un’impresa familiare

La cantina è un’impresa familiare che rispecchia un profondo desiderio di rinascita. Vittorio Razzaboni, dopo un’esperienza difficile nel business vinicolo di famiglia, desidera costruire un nuovo percorso con i suoi figli, creando un ambiente di lavoro basato sulla collaborazione e sull’armonia. I ruoli sono ben definiti:

  • Riccardo: marketing e vendite
  • Andrea: enologo
  • Tommaso: in fase di formazione, ma già attivamente coinvolto nel lavoro quotidiano

Questo approccio collaborativo consente di armonizzare le diverse visioni e competenze, essenziali per il successo della cantina.

Vigneti e varietà

Attualmente, VentiVenti possiede 70 ettari di terreno, di cui 30 vitati, su suoli ricchi di argilla, limo e sabbia. Questa composizione garantisce una buona struttura per i vini e una mineralità che si traduce in freschezza e complessità. Le varietà coltivate sono per lo più autoctone, come il lambrusco di Sorbara, il salamino di Santa Croce e il pignoletto, ma anche vitigni internazionali come lo chardonnay e il pinot bianco, che si sono adattati perfettamente al microclima locale. L’attuale produzione è di circa 70.000 bottiglie all’anno, con una parte delle uve vinificate per la produzione di basi spumante vendute a terzi.

La scelta del metodo classico non è un semplice capriccio; rappresenta una dichiarazione di intenti. Andrea Razzaboni esprime chiaramente l’obiettivo della cantina: dimostrare che il lambrusco può essere interpretato in modo diverso da quello tradizionale, con un focus sulla finezza, sull’eleganza e sull’identità.

Uno degli aspetti distintivi di VentiVenti è l’approccio “solo uva”, che implica che la rifermentazione in bottiglia avvenga esclusivamente con mosto fresco della stessa vendemmia, senza aggiunta di zucchero o lieviti esterni. Questo metodo richiede grande attenzione e competenza, ma porta a vini più fedeli all’annata e al vitigno. Attualmente, l’affinamento post sboccatura è di sei mesi, con l’intenzione di prolungarlo a dodici, per sviluppare ulteriormente la complessità dei vini.

La gamma di VentiVenti comprende diverse referenze di metodo classico, un ancestrale frizzante e un metodo charmat, ma la vera essenza della cantina si esprime nei suoi spumanti. Tra questi, il “Blanc de Blancs”, ottenuto da uve 100% pignoletto, si distingue per il suo perlage fine e persistente, il profumo elegante di fiori bianchi e agrumi, e un palato teso, fresco e minerale.

Un’altra proposta interessante è il “pas dosé”, che combina pinot bianco, chardonnay e lambrusco di Sorbara per creare un metodo classico decisamente equilibrato e puro. Dall’altro lato, il rosé metodo classico reinventa il lambrusco di Sorbara, presentandosi con una freschezza vibrante e una struttura elegante.

La cantina VentiVenti, quindi, non solo si propone come un’alternativa nel panorama vinicolo emiliano, ma rappresenta anche un esempio di come la tradizione possa essere reinterpretata con coraggio e creatività, contribuendo a riscrivere la storia del lambrusco e del metodo classico in Emilia.

Redazione Vinamundi

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