L’arrivo del nuovo Codice della strada ha avuto un impatto significativo sulle vendite di vino, e la catena di enoteche Signorvino, fondata da Sandro Veronesi e parte del gruppo Oniverse, non è stata esente da questo cambiamento. Oggi, Signorvino rappresenta un barometro dei consumi di vino nel canale retail e online, e le recenti statistiche mostrano un trend preoccupante.
Nel 2024, Signorvino aveva registrato una crescita robusta, con vendite al dettaglio aumentate del 18,2% raggiungendo i 25 milioni di euro, e un incremento del 16,6% nel segmento ristorazione, arrivando a 59 milioni di euro. Anche l’e-commerce era in fermento, con un aumento del 25% portando le vendite a 1,77 milioni di euro. Tuttavia, il mese di gennaio 2025 ha segnato una brusca inversione di tendenza, in gran parte a causa delle nuove restrizioni sul consumo di alcolici introdotte dal decreto firmato dal ministro dei Trasporti, Matteo Salvini.
Consumatori più prudenti
L’analisi di Signorvino è chiara: il Codice della strada ha generato un rilevante calo delle vendite in gennaio. Nel bilancio reso noto dalla società, emerge che i dati del periodo natalizio sono rimasti stabili rispetto al 2023, ma le prime settimane del 2025 hanno rivelato un cambiamento nelle abitudini di consumo. Gli utenti sembrano essere diventati più cauti, con una riduzione della domanda sia per le vendite al calice nei ristoranti sia per l’asporto. Si osserva una sorta di “psicosi dell’etilometro”, dove i clienti sono preoccupati dalle nuove regole e dall’aumento dei controlli stradali.
Questa tendenza è particolarmente accentuata nelle ore serali e nei punti vendita delle grandi città, dove le nuove normative influenzano maggiormente le scelte di consumo. In questo contesto, è ancora prematuro definire con precisione gli effetti a lungo termine di questo trend, ma il calo è stato abbastanza evidente da preoccupare gli operatori del settore.
Vino sempre più stigmatizzato
L’aumento delle restrizioni ha portato a una crescente stigmatizzazione del vino. Luca Pizzighella, general manager di Signorvino, ha commentato: «In un contesto in cui il vino viene sempre più stigmatizzato, siamo determinati a valorizzarne gli aspetti positivi. La nostra missione è promuovere la cultura del vino, esaltandone la bellezza, la storia e il profondo legame con le tradizioni italiane». Per affrontare questa situazione, Signorvino ha implementato varie strategie per non scoraggiare i consumatori. Tra queste, la possibilità di:
- Ordinare un doppio calice.
- Scegliere una bottiglia da bere al tavolo con l’omaggio di un piatto a scelta.
- Godere di un aperitivo.
Un’altra iniziativa interessante riguarda la gestione delle bottiglie non terminate. Nei 41 locali attivi (con l’obiettivo di arrivare a 50 entro il 2025), Signorvino offre ai clienti un tappo personalizzato per portare a casa il vino rimasto. Questa mossa mira a ridurre lo spreco e incoraggiare un consumo più responsabile.
Le Dop più richieste
Nonostante le difficoltà, Signorvino non perde di vista l’importanza di continuare a promuovere i propri prodotti. Analizzando i consumi e le denominazioni di origine protetta (Dop) più richieste nel canale al dettaglio, emerge che:
- Il Prosecco continua a dominare le vendite in volumi, con una quota del 17,3% sul totale delle bottiglie vendute.
- Seguono il Valpolicella Ripasso (6,1%), il Lugana (5,4%) e il Primitivo (5,4%).
- Quando si considera il valore, invece, lo Champagne si posiziona al primo posto con una quota del 9,5%, seguito da Franciacorta (8,8%) e Amarone (7,8%).
Il Prosecco si colloca al quarto posto in termini di valore con il 7,6%, principalmente a causa di un prezzo medio più basso rispetto ad altri vini più pregiati. Altre Dop, come il Brunello e il Barolo, nonostante abbiano volumi di vendita inferiori, si distinguono per il loro posizionamento premium, contribuendo significativamente al fatturato.
Crescita della domanda di esperienze premium
Un altro aspetto interessante è la crescente domanda di esperienze premium da parte dei consumatori. Questo trend ha spinto Signorvino a considerare un ampliamento della propria offerta, non solo in termini di varietà di vini, ma anche per quanto riguarda le esperienze di degustazione e le attività rivolte ai clienti. In un periodo di incertezze, la capacità di adattarsi e rispondere alle esigenze del mercato sarà cruciale per il futuro della catena e per il settore vitivinicolo in generale. La sfida sarà quella di trovare un equilibrio tra responsabilità e promozione della cultura del vino, in un contesto sempre più regolamentato e attento alla sicurezza stradale.