Tra le attività legate alla coltivazione della vite, la vendemmia è una delle più importanti, non solo perché rappresenta il punto di partenza della creazione del vino, ma anche perché si tratta di un “rito” che ha alle spalle una lunghissima tradizione. Già gli antichi romani la praticavano e le dedicavano persino due festività: i Vinalia Rustica del 19 agosto, dedicati alla protezione dell’uva che cresceva nei vigneti, e i Vinalia Priora del 23 aprile, in cui si assaggiava per la prima volta il frutto del duro lavoro dell’anno precedente. È quindi comprensibile il fascino che la vendemmia può esercitare anche sui non addetti ai lavori, che potrebbero persino essere curiosi di provare in prima persona a raccogliere l’uva. Per soddisfare questo desiderio è nata la vendemmia turistica, un’esperienza di carattere culturale e ricreativo che gli enoturisti possono introdurre all’interno della loro vacanza ideale.
La regolamentazione della vendemmia turistica
Pur esistendo già da alcuni anni, la vendemmia turistica è stata regolamentata sul territorio italiano solo il 12 luglio 2023, grazie al protocollo d’intesa sottoscritto a Roma tra l’ispettorato Nazionale del Lavoro e le Città del Vino. Il documento porta le firme di Paolo Pennisi, direttore generale dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, e di Angelo Radica, presidente di Città del Vino, e specifica che l’esperienza non può essere considerata un rapporto di lavoro. È definita, infatti, come “l’attività di raccolta dell’uva, non retribuita, di breve durata, episodica, circoscritta ad appositi spazi, avente carattere culturale e ricreativo, svolta da turisti e correlata preferibilmente al soggiorno in strutture ricettive del territorio e/o alla visita e degustazione delle cantine locali nell’ambito di un’offerta turistica di tipo integrato”.
La natura della vendemmia turistica è esplicitata in modo inequivocabile in un altro passaggio del documento, che precisa come lo svolgimento dell’attività non possa essere retribuito in alcun modo, “né in denaro né in natura”. Per evitare possibili casi di sfruttamento o altre situazioni spiacevoli, è stato anche stabilito che l’esperienza “non può ripetersi per più di due volte nella stessa azienda vitivinicola nell’arco della stessa settimana”.
Il ruolo dei tutor
Lo svolgimento della vendemmia turistica dev’essere supervisionato da referenti dell’azienda vitivinicola che lo organizza o da eventuali tutor qualificati, anche per garantire la sicurezza dei partecipanti e il perseguimento delle finalità culturali e ricreative dell’evento. Ciascun responsabile non potrà seguire più di otto turisti alla volta, salva diversa disposizione della normativa locale di riferimento. Per farsi riconoscere, i referenti aziendali, i tutor e i turisti impegnati nella vendemmia turistica dovranno indossare un cartellino o un braccialetto identificativo. Prima dell’inizio dell’attività dovranno essere fornite tutte le istruzioni necessarie sull’utilizzo delle attrezzature e i comportamenti da tenere durante le operazioni.