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Uve reliquia in Sicilia: il futuro del vino secondo l’enologo Angelo Di Grazia

La Sicilia è un luogo in cui la tradizione vitivinicola si intreccia con l’innovazione, creando un contesto unico per la riscoperta di vitigni autoctoni dimenticati. Gli enologi e i viticoltori dell’isola stanno riscoprendo varietà storiche, puntando su quelle che potrebbero rappresentare il futuro della viticoltura siciliana. Tra i protagonisti di questa iniziativa c’è Angelo Di Grazia, un giovane enologo di Licodia Eubea, che crede fermamente nel potenziale delle uve reliquia. Con il suo approccio innovativo, Di Grazia sta contribuendo a riportare in auge queste varietà, rendendole protagoniste del panorama vitivinicolo contemporaneo.

La ricerca sui vitigni reliquia

L’interesse di Di Grazia per i vitigni reliquia è nato quando ha scoperto che l’IRVO (Istituto Regionale della Vite e dell’Olio) stava conducendo ricerche su varietà autoctone più resistenti e adatte al clima siciliano. Grazie al lavoro di Giacomo Ansaldi, un “archeologo” delle viti, Di Grazia ha iniziato a piantare varietà come recunu, cutrera e rucignola, scelte per le loro acidità e sapidità.

La sfida di Riofavara

Nel 2019, Di Grazia ha avviato una collaborazione con Massimo Padova della cantina Riofavara. Durante una visita, hanno assaggiato vini realizzati con le stesse uve reliquia piantate da Di Grazia. Nonostante le critiche riguardo all’acidità del vino, Di Grazia ha visto in questo aspetto una caratteristica positiva, decidendo di imbottigliarlo da solo. Questa collaborazione ha portato a una sfida: verificare se i vitigni reliquia potessero prosperare in condizioni climatiche estreme.

Le caratteristiche dei vitigni reliquia

I vitigni reliquia si sono dimostrati capaci di mantenere un equilibrio vegeto-produttivo eccezionale, con un pH altissimo, ideale per la produzione di vini freschi e minerali. Il recunu, ad esempio, presenta un pH di 2,80-3,00, risultando perfetto per la spumantizzazione. Nonostante le condizioni climatiche difficili, questi vini possono risultare eleganti e freschi, a differenza di varietà come il grillo, che tende a diventare più grasso in annate calde.

Il futuro dei vitigni reliquia

I vitigni reliquia rappresentano una risorsa preziosa per la viticoltura siciliana. Con l’impegno di giovani enologi come Di Grazia, la Sicilia potrebbe riscoprire la sua identità vitivinicola. La sfida è grande, ma il potenziale di queste varietà autoctone è immenso. La riscoperta delle uve reliquia potrebbe non solo rinnovare il panorama enologico siciliano, ma anche offrire un’alternativa sostenibile e resiliente ai cambiamenti climatici, facendo della Sicilia una vera e propria terra di bianchi.

Redazione Vinamundi

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