Turismo del vino tra vigneti e cantine in Italia

L’Italia è ricca di stupendi vigneti e validissime cantine da visitare per una degustazione o semplicemente per addentrarsi nel mondo dell’enogastronomia. Chi è appassionato di vini può optare per una vacanza diversa, inseguendo le aree vinicole italiane non banali da riscoprire.

Vigneto
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@Karsten Würth

Sannio

Il polmone vitivinicolo della Campania è Sannio, nella provincia di Benevento, un’area vasta che ospita più di 160 cantine. Nei vigneti di questa regione si possono trovare l’Aglianico e la Falanghina come varietà maggiormente diffuse e Piedirosso, Sciascinoso, Barbera del Sannio o Camaiola, Fiano, Greco, Malvasia e Coda di Volpe tra i vitigni tipici che ancora resistono sul territorio.

Ma vi sono anche contaminazioni interregionali e internazionali che hanno spinto i produttori a impiantare Sangiovese, Montepulciano, il Trebbiano, il Moscato e, in minor misura, Merlot, Cabernet Sauvignon e Chardonnay.

Sannio è una meta da aggiungere al proprio tour enogastronomico perché esistono ancora poche terre in grado di offrire così tante unicità. Inoltre, è bello incontrare chi lavora nelle cantine, persone che trasmettono la propria cultura in luoghi stupendi in cui l’enoturismo è in crescita.

Carmignano

Carmignano vanta ben 11 DOCG. Siamo in provincia di Prato, in Toscana, dove troviamo terre vocate alla coltivazione della vite già al tempo degli Etruschi e dei Romani. Cosimo III de’ Medici cita testualmente Carmignano tra le zone a vocazione vinicola del Granducato di Toscana. Nel 1716 emise il Bando Mediceo in base al quale veniva stabilita una severa normativa per la produzione ed il commercio dei vini realizzati nei suoi possedimenti.

Sempre grazie a questa famiglia vini considerati alloctoni come Cabernet Sauvignon e il Cabernet Franc sono di casa a Carmigliano. Sembra sia stata Caterina de’ Medici a importare queste due varietà, assieme al Sangiovese e altri vitigni locali come il Cannaiolo Nero e varietà a bacca bianca utili alla produzione del Vin Santo di Carmignano. Così nasce l’antesignano di quei “Super Tuscan” che tanto avrebbero fatto parlare di Toscana nel mondo.

Mamoiada

Mamoiada, in Sardegna, è un paesino di 2500 abitanti, famoso per il suo Carnevale. Mamoiada ospita oltre 200 micro-cantine familiari che non commercializzano i propri vini. Da pochi anni stiamo assistendo ad un vero e proprio rinascimento del vino mamoiadino, con una forte presa di coscienza dei vignaioli che stanno credendo nel potenziale dei propri vigneti di Cannonau.

Ad oggi vi sono circa 20 imbottigliatori, con una produzione di 250 mila bottiglie l’anno. Il Cannonau da solo rappresenta circa il 95% delle coltivazioni e qui trova le condizioni ideali per dare origine a vini meno alcolici. Negli ultimi anni sta tornando in auge la Granazza, vitigno autoctono locale che storicamente veniva impiantato in mezzo al Cannonau.

Foglie di vite
Foto | Unsplash
@Tim Mossholder

Etna di Milo

Milo si trova nel versante Est dell’Etna, dove i vigneti, affacciandosi sul Mar Ionio, beneficiano di quote fino ai 900 metri sul livello del mare e godono di un’esposizione unica per quanto riguarda la denominazione. Si tratta della zona più piovosa ma anche di quella più ventilata, ed è proprio questo l’unico comune nel quale è possibile produrre l’Etna Bianco Superiore.

L’area è la più idonea alla maturazione dei bianchi rispetto alle uve rosse per le particolari condizioni climatiche, per il terreno meno roccioso con lapilli vulcanici e l’irradiamento solare.

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