Donald Trump ha minacciato di applicare una tariffa del 200% su vini e champagne provenienti da Francia e Ue. Ecco cosa sta succedendo
Nell’ultimo sviluppo delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea, l’ex presidente Donald Trump ha lanciato un avvertimento che potrebbe avere conseguenze significative per il settore vinicolo europeo. In un post pubblicato sulla piattaforma Truth, Trump ha criticato l’Unione Europea, descrivendola come “una delle autorità fiscali e tariffarie più ostili e abusive al mondo, creata al solo scopo di trarre vantaggio dagli Stati Uniti“. Questo attacco verbale è stato scatenato dalla recente decisione di Bruxelles di introdurre una tassa del 50% sul whisky americano, una misura che Trump ha definito “odiosa“.
In risposta a questa tariffa, Trump ha minacciato di imporre una tassa del 200% su tutti i vini, champagne e prodotti alcolici provenienti dalla Francia e da altri paesi dell’UE, se la tariffa sul whisky non verrà rimossa immediatamente. Questo avvertimento ha scatenato preoccupazioni non solo tra i produttori di vino europei, ma anche tra i consumatori americani, che potrebbero vedere aumentare i prezzi dei loro vini preferiti.
Il mercato del vino europeo negli Stati Uniti è un fattore cruciale per l’industria vinicola, rappresentando una parte significativa delle importazioni vinicole americane. Nel 2023, gli Stati Uniti hanno consumato oltre 30 milioni di ettolitri di vino, mantenendo il primato mondiale nei consumi, anche se con una leggera flessione rispetto agli anni precedenti. Le importazioni di vino dall’Europa hanno superato i 6 miliardi di euro, mostrando una diminuzione dell’11% rispetto all’anno precedente.
L’industria vinicola italiana, nonostante le difficoltà, ha mostrato segni di resilienza. Le bollicine italiane, in particolare, continuano a riscuotere un notevole successo negli Stati Uniti. Nel 2024, l’Italia ha esportato 122,6 milioni di litri di spumante, con un incremento del 13,7% rispetto all’anno precedente. Questo risultato è particolarmente significativo alla luce delle minacce di dazi, poiché dimostra la continua attrattiva delle bollicine italiane tra i consumatori americani.
D’altra parte, la Francia continua a dominare il mercato in termini di valore, con esportazioni di vini che hanno raggiunto i 887,8 milioni di dollari nel 2024. L’Italia, sebbene segua con 683,6 milioni di dollari, sta cercando di recuperare terreno. Le cantine italiane stanno investendo in strategie di marketing e promozione per mantenere e aumentare la loro presenza nel mercato statunitense, consapevoli che le minacce di dazi potrebbero ridurre ulteriormente la loro competitività.
Questa situazione non è solo una questione di economia, ma riflette anche un contesto geopolitico più ampio. Le relazioni tra Stati Uniti e Europa hanno subito significative tensioni negli ultimi anni, con questioni commerciali e politiche che si intrecciano. Le minacce di Trump rappresentano un ulteriore passo in questo scenario complesso, dove le misure protezionistiche potrebbero avere ripercussioni dirette non solo sui produttori, ma anche sui consumatori e sull’industria nel suo complesso.
In un mercato già fragile, le prospettive per il vino europeo negli Stati Uniti potrebbero essere messe a dura prova se le minacce di dazi si concretizzeranno. I produttori vinicoli europei stanno monitorando attentamente la situazione, consapevoli che ogni decisione politica potrebbe influenzare le loro vendite e, in ultima analisi, la loro sopravvivenza.
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