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Tra le cantine più apprezzate al mondo ci sono anche Antinori e Gaja

La rivelazione della classifica annuale delle marche di vino più ammirate e apprezzate al mondo, stilata dalla rinomata rivista inglese Drinks International, una garanzia nel settore, rappresenta un momento cruciale nel mondo vinicolo globale. Anche quest’anno i prodotti italiani hanno avuto un ottimo riscontro, figurando tra le prime posizioni.

Tignanello | Facebook @Marchesi Antinori – vinamundi.it

Nel report del 2024 infatti, l’azienda vinicola italiana Antinori ha conquistato una posizione di prestigio, piazzandosi al quarto posto. Tale risultato non solo conferma il prestigio e il rispetto guadagnato da Antinori nel corso degli anni, ma sottolinea anche il ruolo di primo piano dell’Italia nel panorama vinicolo mondiale.

La classifica

La lista, che annovera altre sei aziende vinicole italiane tra le prime cinquanta posizioni, offre un affascinante spaccato della ricchezza e della diversità del patrimonio enologico del Bel Paese. Accanto ad Antinori, troviamo nomi di spicco come Gaja (decimo posto), Planeta (trentesimo), Ornellaia (trentunesimo), Zonin (trentanovesimo), Frescobaldi (quarantacinquesimo) e Tignanello (quarantaseiesimo). A dominare la classifica la cantina Familia Torres (Spagna), in seconda posizione Catena Zapata (Argentina) e a chiudere il podio gli australiani di Penfolds.

Come viene stilata la classifica

L’approccio metodologico adottato per stilare questa classifica si basa su una rigorosa valutazione svolta da una commissione composta da 100 esperti del settore. Questi professionisti, che includono acquirenti di vino, sommelier, Master of Wines, giornalisti ed esperti indipendenti, valutano le aziende vinicole secondo criteri chiave come la qualità e la coerenza della produzione, il rapporto qualità-prezzo, la posizione del marchio sul mercato, nonché l’impegno verso la sostenibilità e la responsabilità sociale e aziendale.

Il direttore di Drinks International, Shay Waterworth, ha sottolineato l’importanza dell’Academy degli esperti, definendola “la più autorevole raccolta di professionisti del vino indipendenti del settore”. Questo approccio mira a garantire l’obiettività e l’imparzialità delle valutazioni, assicurando che la classifica rifletta fedelmente il panorama vinicolo mondiale.

Come si sono piazzati i vini italiani

L’azienda Antinori, guidata dalla famiglia omonima da 27 generazioni, si conferma come un pilastro del mondo del vino, mantenendo una posizione di prestigio tra le prime cinque posizioni della classifica, piazzandosi appunto al quarto posto. Il suo impegno costante nella produzione di vini di alta qualità, unito a una lunga tradizione familiare nel settore, contribuisce al suo continuo successo, rimanendo un punto di riferimento globale per il settore in Italia e all’estero.

Oltre ad Antinori, altre aziende vinicole italiane si distinguono nel panorama mondiale del vino. Gaja, celebre per i suoi vini delle Langhe del Barbaresco e del Barolo, si piazza al decimo posto, consolidando la sua reputazione di eccellenza enologica. Planeta, Frescobaldi e Tignanello sono solo alcune delle altre prelibateze italiane presenti nella classifica, testimoniando la diversità e la ricchezza del patrimonio vinicolo del Paese.

La presenza di numerose aziende vinicole italiane tra le prime cinquanta posizioni della classifica delle marche di vino più ammirate del mondo del 2024, sottolinea il ruolo di primo piano dell’Italia nel panorama vinicolo globale. Nonostante, nel nostro Paese come in tutto il mondo, il settore viva un momento di crisi. Tuttavia queste aziende rappresentano l’apice della qualità e dell’innovazione nel settore vinicolo italiano, contribuendo alla reputazione e all’importanza del made in Italy in tutto il globo.

Andrea Zoccolan

Nato a Milano nel 1990, mi sono occupato per circa dieci anni di giornalismo e comunicazione in ambito sportivo, per poi passare alla cronaca. Innamorato delle inquadrature di Yorgos Lanthimos, dei libri di Emmanuel Carrère e delle geometrie di Thiago Motta, la mia vera debolezza resta la cucina cinese

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