Tra i vini bevuti dai leader del G7 ci sono anche quelli di Bruno Vespa
Anche i vini di Bruno Vespa sono stati serviti ai leader mondiali durante la cena del G7 a Brindisi. Ecco anche le altre etichette
Trentadue etichettehanno rappresentato un Paese con 255mila aziende vinicole, il maggior numero di vini Dop e Ipg al mondo (oltre 520) e più di 80 vitigni coltivati su 75% della sua superficie vitata (690mila ettari).
Mentre ai tavoli istituzionali del G7 si discuteranno delicate questioni di politica internazionale con la classica bottiglia d’acqua naturale, a tavola i capi di Stato e di governo potranno assaporare l’enologia italiana.
G7: tra i vini bevuti ci sono anche quelli dell’azienda agricola di Bruno Vespa
Durante il G7 in Puglia sono stati serviti 32 vini, molti dei quali provenienti da cantine pugliesi come il Primitivo Es di Gianfranco Fino e il Donna Augusta di Bruno Vespa, presente nella wine list di Borgo Egnazia.
L’azienda di Vespa si trova a Manduria, con 46 ettari di cui 34 a vigneto, ha già visto i suoi vini inclusi nella carta del Frecciarossa e scelti per eventi come la cena del Dante Project alla Royal Opera House di Londra.
“Per questa avventura ho scelto la Puglia, regione baciata da Dio per le meraviglie che la natura riesce ad offrire – racconta Vespa – E ho scelto Manduria, in provincia di Taranto, vicinissima al mare Jonio, perché l’amico Riccardo Cotarella, enologo di fama internazionale che mi accompagna con la sua straordinaria sensibilità, ha deciso di condividere la scommessa di fare dei grandi vini autoctoni”.
I vini pugliesi e non solo sono stati protagonisti della cena inaugurale al Castello Svevo di Brindisi, offerta dal Quirinale, con un aperitivo che ha incluso il Franciacorta Annamaria Clementidi Ca’ del Bosco 2015, il Fiano della Tenuta Bocca di Lupo, il “Furia di Calafuria” della Masseria Maime e il Moscato di Trani “Estasi” di Franco Di Filippo.
Inoltre sono stati serviti anche il Ferrari Riserva Lunelli 2015, bollicina icona dello stile italiano, inoltre Ferrari Trento ha un lungo rapporto con Borgo Egnazia e le creazioni del gruppo Lunelli accompagneranno i due pranzi orchestrati dallo chef Massimo Bottura.
Il percorso dello chef dell’Osteria Francescana inizierà con il Ferrari Perlé Bianco 2016, mentre il Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2012 sarà offerto come omaggio ai Capi di Stato. Per coloro il cui protocollo non prevede alcool, saranno disponibili etichette Tassoni, come la Cedrata e la Tonica al Cedro.
Durante il vertice, saranno presenti anche i Franciacorta di Bellavista (con il “Vittorio Moretti”) e il Prosecco Cartizze di Villa Sandi.
Tra i grandi rossi, spiccano il Sassicaiadella Tenuta San Guido, il Tignanello di Antinori, il Brunello di Montalcino “Tenuta Nuova” di Casanova di Neri, il Barolo di Ceretto, l’Amarone della Valpolicella di Masi, il Chianti Classico Ruello di Boschetto Campacci e il Chianti Classico Gran Selezione “Vigna del Sorbo” di Fontodi. Ci saranno inoltre il Retrò di Tenuta Forcirola e il Lambrusco di Sorbara Rimossodi Cantina della Volta.
Per i bianchi, i menù di Massimo Bottura includono il Vintage Tunina di Jermann, il Fiorduva Furore di Marisa Cuomo, il Trebbiano d’Abruzzo Riserva Marina Cvetic di Masciarelli, l’Alta Langa di Marcalberto, il Vermentino di Sardegna di Is Argiolas 2023 e il Kerner dei Produttori Valle Isarco.
Il gran finale è stato affidato al passito di Pantelleria Ben Ryé di Donnafugata, abbinato a uno dei dessert storici di Bottura, “Oops, mi è caduta la crostatina”, con limoni di Sorrento, bergamotti della Calabria e mandorle di Noto.
Giulia De Sanctis
Laureata in Comunicazione e Valorizzazione del Patrimonio Artistico Contemporaneo, collaboro attivamente con riviste e testate web del settore culturale, enogastronomico, tempo libero e attualità.