Tensioni commerciali: la Cina risponde ai dazi Usa colpendo carne e soia, mentre il Canada introduce tariffe del 25%

La recente escalation delle tensioni commerciali tra Stati Uniti, Canada, Messico e Cina ha portato a una serie di dazi che potrebbero avere ripercussioni significative sull’economia globale. Con scambi commerciali che ammontano a circa 1.500 miliardi di dollari, le misure adottate dal presidente statunitense potrebbero innescare una reazione a catena, influenzando non solo gli scambi tra questi paesi, ma anche il mercato globale nel suo complesso.

Dazi imposti dal Canada

Il primo ministro canadese, Justin Trudeau, ha risposto prontamente, imponendo dazi del 25% su beni statunitensi per un valore di 30 miliardi di dollari canadesi. Le misure entreranno in vigore immediatamente e, in aggiunta, il Canada applicherà dazi su ulteriori 125 miliardi di dollari di merci statunitensi entro 21 giorni. Trudeau ha affermato che “nulla giustifica queste misure americane”, definendo le azioni di Trump come “stupide”. Se i dazi statunitensi rimarranno, il Canada valuterà ulteriori risposte per proteggere i propri interessi commerciali.

Le reazioni del Messico e della Cina

Anche il Messico non è rimasto a guardare. La presidente messicana, Claudia Sheinbaum, ha dichiarato che il suo governo cercherà una soluzione negoziata ma sarà costretto a prendere contromisure tariffarie e non tariffarie. Le specifiche di queste misure non sono state ancora rivelate, ma potrebbero includere dazi su prodotti strategici per l’economia statunitense.

Dall’altra parte del mondo, la Cina ha annunciato dazi sulle importazioni di prodotti agricoli statunitensi, variando dal 10% al 15% a seconda del prodotto. I beni colpiti includono pollo, maiale, soia e manzo, con tariffe che entreranno in vigore il 10 marzo. Nonostante un calo delle importazioni di prodotti agricoli statunitensi del 14% nel 2023, la Cina rimane un mercato cruciale per gli agricoltori americani, con circa la metà della soia prodotta negli Stati Uniti esportata verso il mercato cinese nel 2022, generando ricavi per circa 12,8 miliardi di dollari.

Implicazioni geopolitiche e future incertezze

La situazione è ulteriormente complicata dalle reazioni di altri paesi, come l’India, che si trova di fronte a una minaccia commerciale meno immediata ma altrettanto seria. Il ministro indiano del Commercio, Piyush Goyal, ha annullato i suoi impegni per recarsi a Washington, mentre la possibilità di dazi reciproci potrebbe costare a New Delhi circa 7 miliardi di dollari in esportazioni verso gli Stati Uniti.

Questa escalation non è solo un problema economico, ma ha anche implicazioni geopolitiche significative. La risposta di Trudeau ha messo in evidenza l’importanza del libero scambio e della cooperazione tra i paesi. D’altro canto, Trump ha avvertito Trudeau su Twitter, suggerendo che un aumento dei dazi canadesi provocherebbe una reazione simile da parte degli Stati Uniti.

In un clima di crescente incertezza, le aziende e gli agricoltori americani si preparano ad affrontare le conseguenze della guerra commerciale. Le preoccupazioni si estendono agli investimenti esteri e alla stabilità dei mercati globali, poiché le tariffe possono avere un impatto a catena non solo sui beni colpiti direttamente, ma anche su settori adiacenti e sull’occupazione.

In questo contesto, le nazioni coinvolte devono bilanciare le proprie strategie economiche e diplomatiche, cercando di navigare tra le tensioni commerciali e politiche. Con le elezioni statunitensi all’orizzonte e le dinamiche geopolitiche in rapido cambiamento, il futuro delle relazioni commerciali tra Stati Uniti, Canada, Messico e Cina rimane incerto, e le conseguenze di queste decisioni si faranno sentire per anni a venire.

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