Stevie Kim: il segreto del successo del Lambrusco nella comunicazione enologica

Quando si parla di comunicazione del vino, pochi nomi risuonano con la stessa autorevolezza di Stevie Kim. Esperta di marketing vinicolo e managing partner di Vinitaly International, Kim ha rappresentato una vera e propria innovazione nel panorama della comunicazione del vino italiano nel mondo. Durante il suo intervento al congresso Identità Golose 2025, uno dei più importanti eventi internazionali dedicati alla gastronomia, tenutosi a Milano, ha discusso come l’Italia possa migliorare la sua comunicazione vinicola, utilizzando il Lambrusco come un caso di studio esemplare.

La comunicazione del vino: cosa possiamo imparare dal Lambrusco

Nel suo discorso, Stevie Kim ha presentato un confronto tra due spot pubblicitari: uno che utilizzava i soliti cliché di lusso e sensualità, e l’altro che mostrava un giovane energico che con naturalezza presentava una bottiglia di Lambrusco. La differenza tra i due era palese; lo spot dedicato al Lambrusco si rivelava più autentico e memorabile, dimostrando che un approccio sincero e spontaneo ha un impatto maggiore rispetto a immagini patinate e artificiose. “Bisogna sapere come si comunica il vino,” ha affermato Kim, chiarendo che il vino dovrebbe parlare direttamente alle persone in modo emozionale, evitando sofisticazioni inutili e stereotipi.

L’Italia del vino: creatività e individualismo

Kim ha messo in luce un aspetto cruciale della comunicazione del vino italiano: la creatività caratteristica degli italiani si scontra frequentemente con un forte individualismo. Questo, a sua volta, ostacola la creazione di una strategia comunicativa coerente e riconoscibile a livello globale. “Gli italiani sono super creativi, ricchi di immaginazione,” ha spiegato Kim, “ma questa creatività è spesso individualista e frammentata.” A differenza della Francia, dove pochi vitigni selezionati sono stati trasformati in icone globali, l’Italia fatica a costruire un’identità collettiva per il suo vino.

Kim ha evidenziato l’importanza di unificare la comunicazione del vino italiano, suggerendo di sviluppare un linguaggio semplice e accessibile che possa attrarre sia i consumatori esperti che i neofiti. “La chiarezza è fondamentale,” ha aggiunto, sottolineando come un messaggio diretto possa raggiungere più facilmente il pubblico.

Comunicazione efficace

Uno degli esempi più potenti presentati da Kim è stato il video di Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, che, parlando di Barolo in un inglese imperfetto ma carico di passione, è riuscito a coinvolgere emotivamente il pubblico. “La comunicazione diretta e genuina colpisce nel segno,” ha affermato Kim, sottolineando che non servono frasi complesse o termini tecnici. Ciò che conta è la capacità di raccontare una storia autentica e coinvolgente.

Inoltre, Kim ha fatto notare che l’Italia, con la sua biodiversità vinicola e centinaia di vitigni autoctoni, deve trovare un equilibrio tra la ricchezza culturale e la chiarezza comunicativa. Un eccesso di complessità può generare confusione, in particolare sui mercati internazionali, dove i consumatori potrebbero sentirsi sopraffatti dalle troppe informazioni disponibili.

Opportunità negli USA

Gli Stati Uniti rappresentano un mercato cruciale per il vino italiano, grazie alla presenza di una numerosa comunità italoamericana e a un crescente interesse per il Made in Italy. Tuttavia, Kim ha messo in evidenza che per conquistare questo mercato è necessario un approccio più accessibile e coinvolgente. “Bisogna abbandonare snobismi e tecnicismi,” ha esortato, suggerendo l’uso di un linguaggio semplice e immediato.

Educare i consumatori americani con un linguaggio chiaro e comprensibile è essenziale per abbattere le barriere culturali e rendere il vino italiano più accessibile, specialmente ai giovani. Non è corretto affermare che i giovani non bevano vino; piuttosto, il problema risiede nella mancanza di accessibilità.

Prezzi accessibili e formazione

Kim ha anche toccato il tema dei prezzi, affermando che le aziende vinicole italiane devono imparare a offrire prodotti di qualità a prezzi accessibili. “Il vino deve essere alla portata di tutti,” ha affermato, sottolineando che solo così i giovani potranno avvicinarsi a questo mondo senza sentirsi esclusi da costi proibitivi.

Inoltre, ha evidenziato l’importanza della formazione nel settore vinicolo. Tramite la Vinitaly International Academy, ha avviato un programma per formare esperti di vino capaci di comunicare efficacemente le peculiarità del vino italiano sui mercati internazionali.

Podcast e storytelling: il futuro della comunicazione del vino

Un’altra innovazione proposta da Stevie Kim è l’uso del podcast come strumento di comunicazione. Con il suo podcast in inglese, racconta storie affascinanti sul vino italiano, rendendolo accessibile a un pubblico globale. Il podcast rappresenta una nuova frontiera dello storytelling, permettendo di coinvolgere emotivamente gli ascoltatori e di educarli in modo informale. “Dobbiamo raccontare il vino come una storia, non come una lezione di enologia,” ha affermato Kim, sottolineando l’importanza di un approccio narrativo.

L’intervento di Stevie Kim a Identità Golose 2025 ha aperto una nuova prospettiva sulla comunicazione del vino italiano. Prendere esempio dal Lambrusco e dalle sue campagne pubblicitarie autentiche e dirette può insegnare molto a un settore che, troppo spesso, si nasconde dietro immagini patinate e linguaggi complicati. Unire creatività e semplicità è la chiave per coinvolgere nuovi consumatori e conquistare mercati internazionali. Il futuro della comunicazione del vino è fatto di storie autentiche, esperienze condivise e linguaggi accessibili, e Stevie Kim ci mostra la strada per raccontare il vino italiano in modo più efficace e coinvolgente, senza rinunciare alla qualità e alla tradizione.