Il 2023 per le solari terre della Sicilia è stato (ed è) contraddistinto da una serie di sfide che rendono questo anno vinicolo unico nel suo genere, con il potenziale di diventare uno dei più difficili degli ultimi anni.
Sta arrivando la tanto attesa vendemmia e il cuore dell’evento si sviluppa nell’occidente siciliano, dove le province di Agrigento e Trapani hanno aperto le danze, seguendo una consuetudine che risale a secoli di tradizione.
La Sicilia è rinomata per il suo clima temperato e le sue fertili terre vulcaniche, un ambiente che favorisce la coltivazione di uve di qualità, ma le condizioni meteorologiche avverse hanno complicato il processo.
L’inizio della primavera ha portato con sé abbondanti precipitazioni nei mesi di maggio e giugno, seguite da un’estate torrida e arida durante il mese di luglio.
Queste fluttuazioni climatiche hanno creato un terreno fertile per una serie di sfide, come l’insorgere di incendi boschivi e l’attacco di malattie fungine, con la peronospora in prima linea.
La peronospora è una malattia fungina che sta minacciando la salute delle viti italiane. Ha preso piede a causa delle condizioni umide e calde, portando a una proliferazione che ha messo in pericolo i grappoli di uve.
Gli incendi che hanno devastato alcune parti dell’isola hanno ulteriormente aggravato la situazione, mettendo a rischio le vite stesse dei vigneti.
Nonostante queste avversità, l’indomabile spirito degli agricoltori siciliani si è dimostrato ancora una volta, poiché hanno lavorato instancabilmente per preservare la qualità delle uve e mitigare i danni.
Mariangela Cambria, presidente di Assovini Sicilia, ha sottolineato che ciò che conferisce un carattere unico alla vendemmia siciliana è rappresentato dalla diversità dei vari territori in Sicilia.
Inoltre, ogni zona geografica possiede caratteristiche climatiche e tipologie di terreno particolari, le quali si riflettono nella straordinaria gamma di stili e tipi di vino prodotti in Sicilia.
Nonostante l’imminenza della vendemmia, Mariangela Cambria ha affermato che è ancora presto e difficile effettuare previsioni precise riguardo alla quantità di produzione, sottolineando che la Sicilia dimostra la sua abilità nel gestire gli impatti dei mutamenti climatici grazie all’adozione di pratiche agricole e tecniche sostenibili, puntando principalmente sulla qualità dei prodotti anziché sulla loro quantità.
Ad ogni modo le previsioni per la vendemmia 2023 indicano una ritardata raccolta rispetto agli anni precedenti, con la raccolta delle uve destinate alle basi spumanti che dà il via ai lavori.
I vitigni internazionali come il Chardonnay e il Sauvignon Blanc seguono e, alla fine, saranno le varietà autoctone a chiudere la vendemmia.
Un aspetto positivo proviene dalla Sicilia Occidentale, dove l’assenza di problemi di oidio e botrite lascia sperare in una qualità del prodotto intatta.
La vendemmia sull’Etna si avvicina, con sfide meteorologiche uniche: la primavera è stata caratterizzata da basse temperature e piogge continue, lasciando il posto a un’estate caldissima e senza grandi escursioni termiche.
Anche la parte sud-orientale dell’isola ha affrontato diverse prove, tra cui la sopracitata peronospora che ha colpito duramente le vigne e ha messo alla prova la determinazione dei viticoltori locali.
L’enologia della regione ha affrontato sfide simili in passato e ha sempre dimostrato di emergere più forte di prima, mentre il 2023 può essere segnato da difficoltà, può diventare un inno alla perseveranza e alla bellezza della creazione enologica.
Filippo Buttafuoco, un tecnico viticolo delle Cantine Settesoli, ha riferito che attualmente la qualità delle uve è eccellente, in quanto non si sono verificati problemi di oidio e botrite.
A causa delle alte temperature, però, si è registrata una perdita di circa il 40% delle uve. Tuttavia, poiché le temperature più fresche stanno tornando, le uve precedentemente danneggiate stanno iniziando a riprendersi, suggerendo che la diminuzione totale potrebbe essere meno significativa.
Buttafuoco ha anche esposto come abbiano affrontato in maniera soddisfacente il problema della peronospora grazie all’uso preventivo delle capannine meteo, le quali hanno elettronicamente valutato la probabilità di insorgenza della malattia, evitando danni irreparabili.
Nell’area viticola di Regaleali, situata nella provincia di Palermo, Lorenza Scianna e Laura Orsi, enologhe di Tasca d’Almerita, hanno notato che i mesi di marzo e aprile, tipicamente freddi e asciutti, hanno causato un ritardo di circa 10 giorni nel germogliamento delle piante.
Questo ritardo ha reso più gestibile il periodo successivo, caratterizzato da piogge abbondanti e temperature fresche, e ha contribuito a ridurre l’impatto delle patologie della vite, come la peronospora.
Attualmente, le vigne presentano una chioma adeguata, sono in buona salute e le temperature medie più basse suggeriscono una buona maturazione delle uve, specialmente per Pinot nero e Chardonnay, i quali stanno iniziando l’invaiatura in questi giorni.
Per quanto riguarda le quantità di produzione, anche la Tenuta di Sallier a Camporeale sembra essere in linea con le medie storiche aziendali, ma è troppo presto per una conferma definitiva.
La folta copertura vegetativa delle viti sta proteggendo l’uva da eventuali danni da sole e contribuisce a preservarne gli aromi e la freschezza.
Infine nell’isola di Mozia, le enologhe Lorenza Scianna e Laura Orsi hanno dichiarato che essa è meno influenzata dalle condizioni climatiche della terraferma.
L’alberello dovrebbe raggiungere la maturazione poco dopo Ferragosto, con quantità di uva che rientrano nelle medie storiche di Mozia. Si prevede una produzione di uva sana e croccante.
Nell’area dell’Etna e la zona Nord Est della Sicilia la vendemmia è ancora qualche mese lontana. Fino alla fine di giugno sono state riscontrate temperature basse e piogge continue sull’Etna, rendendo difficoltosi gli interventi sulle vigne.
Questa situazione è stata seguita da un periodo di caldo estremo fino a fine luglio, caratterizzato da scarse variazioni termiche tra il giorno e la notte, oltre che da venti caldi.
Maria Carella, un’enologa delle Cantine Nicosia, ha sottolineato che grazie alle sabbie vulcaniche altamente drenanti, alle elevate altitudini e alla ventilazione costante, non si è riscontrata la presenza di peronospora.
Nonostante i picchi di temperature elevate, le piante sono state in grado di mantenersi in buona salute. Questa valutazione è stata fornita per il versante Sud Est dell’Etna, precisamente nelle località di Trecastagni, Zafferana e Santa Venerina.
Nell’altro versante, Patricia Toth, enologa di Planeta, ha confermato che la peronospora è stata tenuta sotto controllo grazie all’aumento delle temperature e del calore.
Nelle aree più elevate, a circa 900 metri di altitudine, sono state ottenute uve eccezionali grazie all’aumento delle temperature e del calore. Nelle aree più elevate, a circa 900 metri di altitudine, sono state ottenute uve eccezionali grazie alla ventilazione diversificata in queste zone e alla struttura dei terreni.
Nell’area di Capo Milazzo, situata nella zona nord est dell’isola, Patricia Toh ha notato che i venti, che talvolta possono rappresentare una sfida, hanno avuto un andamento tranquillo quest’anno.
L’allegagione delle uve e il controllo degli insetti stanno procedendo bene fino alla data attuale. Concludendo, Patricia Toth ha fatto notare che la situazione si presenta in modo favorevole in quest’area.
Parliamo infine dell’area del sud-est, dove Arianna Occhipinti ha dichiarato che l’annata 2023 si prospetta come una delle più impegnative degli ultimi tempi.
Ad eccezione del caldo intenso di recente, si sono verificate piogge abbondanti e venti forti nei mesi di maggio e giugno, periodi cruciali per la fioritura delle uve.
L’insorgenza significativa della peronospora ha causato danni considerevoli, coinvolgendo circa il 30-35% della produzione futura.
Nonostante i trattamenti intensificati di zolfo e rame – gli unici trattamenti effettuati in vigna -, il problema non è stato contemporaneamente contenuto.
È previsto un calo nella raccolta rispetto all’annata 2022, ma Occhipinti ha sottolineato che la qualità delle uve non è stata compromessa, ma che anzi, si prevede una quantità inferiore ma una maggiore qualità.
Patricia Toth di Planeta ha evidenziato l’importanza della posizione e del terreno dei vigneti Vittoria: situati su un pendio con uno strato superiore di sabbia pura che si affaccia sul mare, sopra Marina di Acate, la presenza di sabbia e la circolazione dell’aria hanno impedito un’umidità costante.
Si prevedono buone produzioni sia per il Nero d’Avola che per il Frappato, e si sta monitorando attentamente la presenza di cocciniglie e cicaline nei vigneti.
Infine, nell’area di Noto, come nel resto dell’isola, Patricia Toth ha notato un ritardo di circa una settimana o anche 10 giorni nelle fasi fenologiche. Nonostante ciò le uve si presentano in buona salute e promettenti.
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