Nel cuore della Sicilia, a pochi passi dal Parco Archeologico di Selinunte e dalla splendida Riserva Naturale della Foce del Fiume Belice, si trova Cantine Settesoli, una cooperativa che si distingue per la produzione della più ampia varietà di uve dell’isola. Con ben 35 cultivar coltivate su una superficie di 6.000 ettari, che rappresentano il 7% dell’intera superficie vitata in Sicilia, Settesoli è un attore di primo piano nel panorama vitivinicolo. Oltre 1.000 ettari sono coltivati secondo criteri biologici, contribuendo a una produzione annuale di circa 20 milioni di bottiglie.
L’export di Cantine Settesoli rappresenta il 55% del fatturato del vino imbottigliato, raggiungendo oltre 44 paesi nel mondo. In questo contesto di eccellenza, Settesoli ha assunto un ruolo di leadership nel progetto “White Wine Identity”, un contratto di filiera quadriennale che coinvolge l’Università di Palermo e altre dieci aziende vitivinicole, sette delle quali siciliane. L’obiettivo principale del progetto è promuovere il vino bianco delle terre sicane sia in Italia che all’estero, attraverso diverse iniziative volte a riorganizzare la struttura delle aziende coinvolte per renderle più moderne e tecnologicamente avanzate.
Il contratto di filiera è un’iniziativa promossa dal Ministero dell’Agricoltura, concepita per favorire la collaborazione tra i vari attori del settore vitivinicolo. Tra i punti salienti di questa iniziativa ci sono:
A tal fine, Cantine Settesoli ha pianificato un investimento di 10 milioni di euro per migliorare le performance produttive e tecnologiche dell’azienda. Tra le innovazioni previste, si segnala l’installazione di due nuovi impianti fotovoltaici, che si aggiungeranno agli undici già in funzione, generando un incremento significativo nella produzione di energia rinnovabile, stimata in circa 2 milioni di kilowattora all’anno.
Giuseppe Bursi, presidente di Cantine Settesoli, sottolinea l’importanza del progetto: “White Wine Identity è la prima iniziativa di questo tipo attuata in Sicilia, e siamo orgogliosi di essere la capofila. Il concetto di sviluppo sostenibile deve diventare un’introiezione culturale condivisa da tutti i soci.” La cooperativa si impegna a valorizzare non solo i propri vini bianchi, ma anche le produzioni delle terre sicane, attraverso un’attenzione particolare per il territorio dal punto di vista ambientale e sociale.
Il coinvolgimento di Cantine Settesoli nella valorizzazione del territorio si estende anche alla collaborazione con la Fondazione SOStain, un programma del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia e Assovini Sicilia. Questa iniziativa promuove uno sviluppo etico e sostenibile del settore vitivinicolo siciliano, supportando le cantine nel monitoraggio e nella riduzione dell’impatto ambientale delle pratiche agricole. Con la prossima vendemmia, alcuni vini di Cantine Settesoli porteranno il marchio SOStain, un riconoscimento che attesta la conformità a standard ambientali più rigorosi, tra cui la misurazione della water footprint e della carbon footprint.
Cantine Settesoli rappresenta un esempio di cooperazione sostenibile, non solo per il rispetto delle pratiche ecologiche, ma anche come modello di gestione etica della cantina, concepita come una comunità che funge da punto di riferimento economico e sociale per l’intero territorio. Con un fatturato di 49.723.248 euro per l’anno 2023-2024, la cooperativa ha registrato un incremento del 6,5% rispetto all’anno precedente, evidenziando la solidità finanziaria dell’azienda nonostante le sfide del mercato.
La presenza di Cantine Settesoli nel panorama vitivinicolo siciliano non è solo un simbolo di qualità e tradizione, ma anche un faro di innovazione e sostenibilità. Le iniziative intraprese e i progetti futuri promettono di posizionare la cooperativa come un attore chiave nel settore, contribuendo a un futuro più verde e prospero per l’intera comunità vitivinicola.
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