
Scoprire i vini multi-vintage: un viaggio tra tradizione e innovazione nel mondo del vino
Nel mondo del vino, i multi-vintage stanno emergendo come una categoria affascinante, capace di catturare l’attenzione di appassionati e critici. Originariamente rappresentati principalmente dagli Champagne, oggi questi vini si sono evoluti, abbracciando una varietà di regioni e stili. Gli Champagne, con la loro storica tradizione di assemblaggio, hanno rappresentato un modello di eccellenza. Le Cuvée, in particolare, celebrano la diversità: una sinfonia di millesimi, terreni e varietà di uve, orchestrata dai chef de cave, veri artisti del vino. Questi professionisti combinano differenti annate e vitigni, creando vini di straordinaria complessità e carattere.
l’evoluzione dei vini multi-vintage
La degustazione tenuta da Filippo Bartolotta, insieme a Riccardo Pasqua e al giornalista Robert Joseph durante il Vinitaly 2025, ha messo in luce questa evoluzione. In un contesto enologico caratterizzato da eventi climatici sempre più imprevedibili, la capacità di assemblare vini provenienti da anni diversi e da terroir distinti offre un’opportunità unica. Non solo le vendemmie di alta qualità possono essere valorizzate, ma anche quelle meno fortunate possono contribuire a creare vini complessi e affascinanti. È un approccio che rievoca pratiche storiche, come quelle di Vega Sicilia, dove il blend di diverse annate è una tradizione consolidata.
esempi di vini multi-vintage
Unico Reserva Especial di Vega Sicilia: un rosso che unisce Tempranillo e Cabernet Sauvignon delle annate 2011, 2012 e 2013. Questo vino si distingue per la sua eleganza, con aromi affumicati e mentolati che si intrecciano con note di frutti rossi e spezie. Al palato, la sua succosità e profondità si rivelano in un finale ampio e ben definito.
Caballo Loco N. 21 della cantina Valdivieso (Cile): un blend audace che comprende Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Syrah, Carignan, Grenache e Tannat, provenienti da 30 annate diverse. Questo vino emana profumi di cedro, note erbacee e spezie, presentandosi al palato con un tannino morbido e un finale dolce.
NV 18 Cain Cuvée di Cain Vineyard & Winery (USA): un assemblaggio di Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc delle vendemmie 2017 e 2018. Questo vino offre profumi avvolgenti di frutti neri, spezie e vaniglia, culminando in una progressione gustativa morbida e densa.
Hey French you could have made this but you didn’t Ed. IV di Pasqua Wines (Italia): un approccio sperimentale, con un blend di Garganega, Pinot Bianco e Sauvignon delle vendemmie 2019, 2016, 2021, 2020, 2018 e 2017. Questo vino offre un profumo tropicale e un sorso ampio e articolato.
l’importanza della tradizione e dell’innovazione
Non solo le grandi regioni vinicole, ma anche quelle emergenti contribuiscono a questa nuova dimensione. Il White Assemblage 2023 di K’Avshiri, creato dal giornalista Robert Joseph e dall’enologo georgiano Vladimer Kublashvili, è un esempio di come le tradizioni vinicole georgiane possano integrarsi in un contesto contemporaneo. Composto da un mix di varietà, tra cui Rkatsiteli, Mitsvane e Kisi, questo vino offre profumi di fiori di tiglio e mandorla, con un sorso reattivo e un finale caldo.
Infine, lo Champagne Collection 245 di Louis Roederer evidenzia l’eccellenza nella tradizione champenoise. Con un assemblaggio di Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier provenienti da diverse annate, questo champagne presenta un naso complesso di spezie, agrumi e lieviti, dimostrando la finezza e la precisione che caratterizzano i migliori Champagne.
In sintesi, i vini multi-vintage rappresentano una fusione di tradizione e innovazione, un percorso enologico che ci invita a esplorare nuove dimensioni e ad apprezzare la complessità dei nostri calici. Questo fenomeno non solo arricchisce la nostra esperienza sensoriale, ma ci invita a riflettere anche sulle sfide e le opportunità che il cambiamento climatico porta al settore vinicolo. La dimensione enoica dei multi-vintage è tanto antica quanto contemporanea, e continua a stupire e affascinare.