L’approvazione della recente legge italiana sui vini dealcolati ha aperto nuove opportunità nel panorama delle bevande “No” e “Low alcohol”. Questa normativa rappresenta un passo significativo verso la modernizzazione del mercato delle bevande alcoliche, rispondendo a un pubblico sempre più attento alla salute e al benessere. Le parole come “sobrelier”, “zebra striping” e “flexibevitori” stanno diventando parte del linguaggio quotidiano, mentre gli italiani si avvicinano a scelte di consumo più consapevoli.
Il termine NoLo, che unisce “No” e “Low alcohol”, sta rapidamente guadagnando terreno a livello mondiale. Secondo Meticulous Research, il mercato delle bevande NoLo ha raggiunto un valore di 2,6 miliardi di dollari, con una crescita annuale del 10%. Le proiezioni indicano che questo settore potrebbe arrivare a un giro d’affari di 7 miliardi di dollari entro il 2035. Questa tendenza è il riflesso di un cambiamento culturale in atto, dove i consumatori cercano di bilanciare il piacere di bere con una maggiore attenzione alla salute, alternando bevande alcoliche e analcoliche.
I cosiddetti flexibevitori sono coloro che scelgono di ridurre il consumo di alcol senza compromettere l’esperienza gustativa. Questo atteggiamento ha portato a una pratica innovativa conosciuta come zebra striping, che implica l’alternanza tra bevande alcoliche e analcoliche in contesti sociali. In questo contesto, emerge la figura del sobrelier, o “sommelier della sobrietà”, che si specializza nell’abbinamento di bevande NoLo. Un esempio di successo è Benoît d’Onofrio, fondatore di Sobrevages, che ha lanciato una linea di bevande fermentate alcol-free, riscuotendo grande successo alla fiera Wine Paris.
Il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 13 febbraio 2025 ha introdotto la possibilità di produrre vini dealcolati in Italia, con un contenuto alcolico fino a 0,5 gradi, e vini parzialmente dealcolati con gradi compresi tra 0.5 e 8.5-9. Questo sviluppo riempie un vuoto normativo che è durato tre anni e consente ai produttori italiani di competere a livello europeo. Tuttavia, la vera sfida per il settore dei vini NoLo rimane quella di mantenere elevati standard qualitativi, conformandosi alle normative del settore vinicolo. Paolo Castelletti, segretario generale di Unione Italiana Vini, sottolinea l’importanza della tracciabilità e della qualità, elementi distintivi rispetto ai prodotti chimici dell’industria delle bevande.
Uno degli aspetti cruciali per il successo dei vini NoLo è la gestione del contenuto di zucchero. Spesso vi è la percezione che l’alcol venga sostituito da zucchero, ma le nuove tecnologie hanno permesso di ridurre significativamente il residuo zuccherino. Negli ultimi anni, si è passati da 60 grammi di zucchero al litro a soli 15-20 grammi. A partire dal 2023, è obbligatorio indicare su ogni bottiglia la gradazione alcolica e le calorie, fornendo anche un QR Code che rimanda ai valori nutrizionali completi. Questa trasparenza punta a promuovere una maggiore consapevolezza nei consumatori.
Il decreto ministeriale stabilisce tre metodi principali per la dealcolazione:
La tecnologia più utilizzata è il sistema combinato a circuito chiuso, che reintegra nel prodotto finale acqua e aromi estratti durante il processo di dealcolazione, assicurando così una qualità superiore e un gusto che rispecchia il vino originale.
L’attenzione crescente verso il benessere ha portato alla diffusione del concetto di mindful drinking, che implica un consumo più consapevole delle bevande. Questo trend incoraggia i consumatori a prestare più attenzione alle etichette e ai metodi di produzione, spingendoli a fare scelte informate. Come afferma Cristina Mercuri, wine educator, l’approccio mindful offre l’opportunità di esplorare il mondo dei vini NoLo con curiosità, senza sacrificare il piacere del gusto.
I vini NoLo rappresentano una nuova frontiera per il settore enologico italiano, offrendo un’alternativa trendy e salutare. Se i produttori continueranno a focalizzarsi sull’eccellenza e sull’innovazione, i vini dealcolati potranno ritagliarsi una nicchia di mercato di valore, affiancandosi al vino tradizionale senza cannibalizzarlo. L’Italia ha ora l’opportunità di diventare leader in questa rivoluzione culturale, presentando vini NoLo che narrano il territorio e rispondono alle esigenze contemporanee dei consumatori.
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