Scopri i segreti dei difetti del vino e come identificarli

Nel corso degli ultimi decenni, il mondo della produzione vinicola ha compiuto notevoli progressi grazie all’innovazione tecnologica e ai miglioramenti nelle pratiche agricole. Stappare una bottiglia di vino e trovarsi di fronte a un prodotto palesemente difettato è diventato un evento raro. Malattie storiche del vino, come la fioretta, sono praticamente scomparse dalla memoria collettiva dei consumatori. Chi può dire di aver mai incontrato un vino affetto da questa patologia negli ultimi vent’anni? La fioretta è caratterizzata dalla formazione di un velo bianco sulla superficie del vino, causato dal lievito Candida Mycoderma, che apporta un gusto piatto e vagamente acetico. Questo difetto è generalmente il risultato di scarse pratiche igieniche nella produzione e conservazione del vino, aspetti su cui le cantine moderne pongono particolare attenzione.

Tuttavia, malgrado i progressi, è importante sapere che alcuni difetti possono ancora manifestarsi nel vino, e la loro identificazione è fondamentale per garantire un’esperienza di degustazione soddisfacente. Ecco un elenco dei difetti più comuni del vino e come riconoscerli.

Acidità volatile elevata

L’acidità è una delle caratteristiche fondamentali del vino, e può essere suddivisa in acidità fissa, volatile e totale. L’acidità fissa è quella percepita al palato, mentre l’acidità volatile è costituita da molecole che si disperdono nell’aria, con l’acido acetico che gioca un ruolo predominante. Un certo livello di acidità volatile può contribuire a un vino vivace e interessante, ma quando i livelli diventano troppo elevati, il risultato è un vino difettato. Un vino con acidità volatile troppo alta presenterà aromi e sapori simili a quelli dell’aceto, rendendo l’esperienza di degustazione sgradevole.

Contaminazione da brettanomyces

I lieviti Brettanomyces, presenti in natura, possono colonizzare il vino durante il processo di vinificazione e affinandosi in botti non adeguatamente pulite. Sebbene un certo livello di Brett possa conferire complessità e carattere al vino, una contaminazione eccessiva porta a difetti evidenti. Un vino “brettato” può emanare odori sgradevoli che variano da note di animale bagnato a sentori di urina di topo, fino a ricordi di stalla o vernice. Identificare un vino con questa contaminazione è essenziale per evitare un’esperienza di degustazione spiacevole.

Ossidazione

L’ossidazione può essere vantaggiosa in un contesto controllato, ma quando il vino è esposto a troppo ossigeno, può perdere le sue qualità. Questo eccesso di ossigeno può avvenire durante la produzione, a causa di un tappo difettoso o a causa di un invecchiamento eccessivo. Un vino ossidato presenta colori sbiaditi, virando verso tonalità nocciola per i bianchi e mattone per i rossi. Al palato, gli aromi svaniscono, lasciando spazio a sensazioni di solvente e una bocca asciutta e amarognola. Alcuni vini, come la Malvasia di Bosa, sfruttano l’ossidazione per creare complessità, ma è fondamentale riconoscere quando questo processo diventa un difetto.

Riduzione e rifermentazione

La riduzione è l’opposto dell’ossidazione e si verifica quando c’è insufficiente contatto con l’ossigeno durante la fermentazione. Questo fenomeno può portare a composti volatili con zolfo, causando odori sgradevoli come cipolla, aglio e uovo marcio. Al palato, un vino ridotto può risultare amarognolo o eccessivamente vegetale. È importante monitorare il livello di ossigeno durante la vinificazione per evitare questo difetto.

La rifermentazione non voluta all’interno della bottiglia è un difetto che si verifica quando ci sono zuccheri residui e lieviti attivi. Questo fenomeno è diverso dalla rifermentazione controllata, presente in vini come quelli “ancestrali” o metodo classico. Un vino che presenta rifermentazione incontrollata può apparire frizzante quando non dovrebbe e rivelare aromi di lievito o addirittura note lattiche. È cruciale per i produttori monitorare attentamente il processo per evitare spiacevoli sorprese in bottiglia.

Infine, uno dei difetti più comuni è il sentore di tappo, spesso causato dalla presenza di tricloroanisolo (TCA), una molecola che si forma in condizioni specifiche su tappi di sughero contaminati. Questo difetto è facilmente riconoscibile, poiché il vino emana odori sgradevoli di legno marcio, muffa e cartone bagnato. Al palato, il vino risulterà asciutto e privo di sapore. È fondamentale per i consumatori sapere come riconoscere questo difetto e scegliere vini con tappi di qualità.

In un panorama vinicolo in continua evoluzione, conoscere i difetti del vino è essenziale non solo per i produttori, ma anche per i consumatori. Essere in grado di riconoscere questi difetti permette di apprezzare appieno la complessità e la bellezza del vino, evitando delusioni e garantendo esperienze di degustazione piacevoli e soddisfacenti.

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