La Sardegna è un’isola che non smette mai di sorprendere, non solo per i suoi paesaggi incantevoli, ma anche per la sua ricca tradizione vitivinicola. Tra le varietà più celebri, come il Vermentino e il Cannonau, spicca un vitigno autoctono che merita una menzione speciale: il Cagnulari. Questo vitigno a bacca rossa, storicamente coltivato con il tradizionale metodo dell’alberello, trova la sua espressione migliore sulle colline calcareo-argillose del nord-ovest di Sassari, in località come Usini, Uri, Ittiri, Ossi e Tissi. Le sue origini sono avvolte nel mistero, ma alcuni studiosi ipotizzano che possa essere stato introdotto sull’isola durante la dominazione aragonese nel Seicento, grazie a somiglianze con il Bovale.
Il Cagnulari si distingue per il suo forte legame con il territorio. In passato, veniva spesso utilizzato per “tagliare” vini rossi meno intensi o venduto sfuso per il consumo locale. Tuttavia, grazie alla determinazione di alcuni produttori, il vitigno è riuscito a salvarsi dall’estinzione. Oggi, il Cagnulari ha ottenuto la Denominazione di Origine Controllata all’interno della DOC Alghero, ma molti produttori rinomati preferiscono utilizzare la denominazione Isola dei Nuraghi IGT per sottolineare la sua unicità.
Le uve di Cagnulari si contraddistinguono per:
Il vino che ne deriva presenta:
Per le versioni più fresche, il Cagnulari viene affinato in acciaio, mentre la maturazione in legno sta portando a risultati eccellenti per i vini destinati all’invecchiamento. Questo vitigno, con la sua forte personalità, è ideale per accompagnare piatti a base di carne, arrosti, agnello e selvaggina.
Un momento significativo per il Cagnulari è arrivato con la cantina Chessa, che ha ottenuto i Tre Bicchieri per il suo Cagnulari 2022. Questa è la prima volta che la cantina raggiunge il gradino più alto della guida Vini d’Italia del Gambero Rosso. Il Cagnulari di Chessa si distingue per la sua eleganza e complessità, con un bouquet di profumi che include prugna, vaniglia e spezie. Al palato, il vino si presenta avvolgente, fine e profondo, con tannini morbidi e una freschezza acida che invita a un secondo sorso.
Giovanna Chessa, la produttrice, ha scommesso sui vitigni autoctoni come il Cagnulari e il Vermentino, esaltando le potenzialità del territorio di Usini. La sua cantina è dedicata a preservare i caratteri unici delle viti che crescono su suoli calcarei e argillosi, creando vini di grande finezza e bevibilità.
Durante le recenti degustazioni per la guida Vini d’Italia del Gambero Rosso 2025, sono emerse diverse etichette di Cagnulari di alta qualità. Oltre al Cagnulari ’22 di Chessa, sono stati apprezzati:
Questi vini non solo celebrano il Cagnulari, ma anche la ricchezza e la varietà del patrimonio vitivinicolo sardo, offrendo un’esperienza sensoriale unica che racconta il territorio e la passione di chi lo lavora.
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