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Schenella: il vino innovativo di Conte Collalto fa il suo debutto a Vinitaly

A Vinitaly 2025, la fiera enologica di riferimento in Italia e nel mondo, si è respirato un clima di entusiasmo e innovazione. Tra le numerose presentazioni che hanno animato i vari padiglioni, una in particolare ha catturato l’attenzione: il debutto di Schenella, l’ultima etichetta firmata dalla storica cantina Conte Collalto. Questo evento si è svolto lunedì 7 aprile alle 11.30 presso lo stand dell’azienda, situato nel Padiglione 4, Stand C1. Noi di I Grandi Vini abbiamo voluto approfondire la storia di questo nuovo vino, parlando direttamente con i protagonisti per scoprire come Schenella riesca a fondere la tradizione con una visione moderna.

Un vino con radici nella storia

Il nome Schenella non è stato scelto a caso. Rappresenta un tributo a Schenella I, un importante esponente della famiglia Collalto e figura chiave del XII secolo. Quest’antenato, noto per la sua astuzia diplomatica e la sua capacità di ripristinare il prestigio della casata, ha lasciato un’eredità che oggi viene reinterpretata attraverso questo vino. Schenella si propone quindi come un vino che non solo racconta una storia, ma che porta con sé un patrimonio culturale e storico di grande valore, esprimendo armonia, eleganza e profondità.

La selezione del vitigno: Manzoni Bianco

Alla base di Schenella c’è il vitigno Manzoni Bianco 6.0.13, risultato dell’incrocio tra Riesling Renano e Pinot Bianco. Questa combinazione ha guadagnato il rispetto degli enologi e degli intenditori di vino. La scelta di utilizzare uve provenienti da vigneti con esposizioni e maturazioni diverse consente a Schenella di presentare un bouquet ricco e stratificato. I punti salienti di questo vitigno includono:

  1. Freschezza ed eleganza: caratteristiche distintive del Manzoni Bianco.
  2. Diversità dei terreni: ogni sorso racchiude le sfumature uniche dei terreni friulani.
  3. Unicità: ogni bottiglia è irripetibile grazie alla varietà delle uve.

Un vino che evolva nel tempo

Schenella si distingue per il suo profilo aromatico complesso. Le note di pesca e agrumi si intrecciano con spezie dolci e fiori bianchi, creando un equilibrio perfetto tra freschezza e profondità. La struttura piena di questo vino è il risultato di un affinamento in botti di legno da 500 litri, che conferiscono una certa rotondità senza sopraffare la freschezza tipica delle uve. Questo processo di affinamento permette a Schenella di evolvere nel tempo, rivelando nuove sfumature e complessità che possono stupire anche i palati più esigenti.

Un legame con il territorio e la filosofia produttiva

Durante la nostra visita allo stand di Conte Collalto, abbiamo avvertito un’atmosfera carica di passione e dedizione. Schenella non è solo un vino, ma rappresenta la sintesi di una filosofia produttiva che mira a creare vini autentici, capaci di raccontare la storia del territorio senza dimenticare le innovazioni del presente. Ogni bottiglia è pensata per esaltare la cucina veneta, ma la sua versatilità lo rende perfetto anche in abbinamento con piatti più complessi.

Con Schenella, Conte Collalto ribadisce la sua capacità di innovare mantenendo intatta la tradizione. Questo vino celebra la storia e la cultura enologica, proponendosi come un manifesto per il futuro. La cantina si impegna a fare del vino un atto di narrazione e bellezza, un equilibrio tra memoria e visione. L’obiettivo è chiaro: offrire un prodotto che non solo soddisfi il palato, ma che racconti anche una storia, quella della famiglia Collalto e del territorio friulano.

Schenella è dunque il risultato di un sapere antico che si rinnova attraverso una continua ricerca di qualità e innovazione. Ogni sorso è un invito a scoprire non solo le caratteristiche del vino, ma anche il mondo che gli sta attorno. La passione per la viticoltura, il rispetto per il territorio e l’amore per la tradizione si fondono in un’esperienza sensoriale unica, capace di conquistare anche i più scettici. Durante la presentazione a Vinitaly, siamo stati testimoni di come Schenella non sia solo un nuovo vino, ma un racconto che si evolve e affascina, aprendo le porte a un futuro ricco di promesse. Un inizio che, ne siamo certi, avrà un impatto significativo nel panorama enologico italiano e non solo.

Redazione Vinamundi

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