Il mercato del rum sta subendo un momento di espansione. Una tendenza simile a quanto accaduto al whisky alcuni anni fa e che ha dato vita a diverse aste, dal vivo e online, per aggiudicarsi le bottiglie più pregiate. Prima di partecipare a una di queste aste però è il caso di sapere alcune distinzioni base tra le tipologie di rum e le loro caratteristiche peculiari.
Il rum è uno dei superalcolici più bevuti al mondo. È apprezzato sia per le degustazioni, nelle quali viene bevuto senza aggiunta altri ingredienti, o liscio, sia per la preparazione di alcuni cocktail. Per ogni evenienza però esiste una tipologia di rum adeguata per sapore, gradazione e invecchiamento del prodotto.
Tra i rum più particolari c’è quello bianco. Si tratta di un prodotto a basso livello di invecchiamento che ha un uso molto specifico. Viene utilizzato soprattutto in cocktail che non vogliono esaltare il sapore del rum. Possono arrivare a costare molto, perché il processo per ottenere il sapore neutro da cui sono caratterizzati può diventare complesso.
Tra i rum più diffusi in questi anni ci sono quelli dorati. Vengono utilizzati quasi esclusivamente per preparare cocktail che hanno bisogno di un rum molto saporito. Si tratta per lo più di prodotti poco invecchiati, che rimangono in bocca per poco tempo. A volte viene anche utilizzato il caramello per dare loro la tipica colorazione dorata.
I rum per eccellenza sono però quelli invecchiati. Si parte, per considerare un prodotto come invecchiato, da un minimo di sette anni di riposo nelle botti. Passato quel periodo si può continuare a far invecchiare il rum anche 25 anni. Queste bottiglie sono di solito segnalate dalla scritta XO, inglese per extra old, molto vecchio. Sono questi i rum più ambiti, più costosi, che alimentano un mercato che di recente è diventato sempre più significativo.
Negli ultimi anni si è potuto osservare un aumento rapido del mercato del collezionismo delle bottiglie di Rum. La domanda è tale che, in alcuni casi, le bottiglie aumentano di valore del 30% ogni anno.
Un vero e proprio boom che ha permesso la nascita di piattaforme online dedicate alle aste per aggiudicarsi le bottiglie più richieste. Una di queste è italiana e si chiama RumTrades. Ma per quale ragione, proprio in questo periodo, è esploso il commercio di rum?
Un tempo il collezionismo di bottiglie di superalcolici era direzionato soprattutto verso il whisky. In particolare a metà del primo decennio del nuovo millennio, questo mercato ha vissuto un periodo di espansione simile a quello del rum oggi. La ragione è circa 25 anni prima, tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, il whisky era passato di moda.
Moltissime distillerie produttrici rimasero con prodotti anche di altissima qualità nei barili per due decenni, finché il superalcolico non tornò di moda. Vendute per poco prezzo, queste bottiglie hanno guadagnato valore molto rapidamente. Una cosa simile sta accadendo con il rum, quasi ignorato 20 anni fa e ora in piena crescita.
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