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Rottamazione delle cartelle e acconti: cosa aspettarsi per le Partite Iva

L’anno 2025 si avvicina e con esso la speranza di un alleggerimento del carico fiscale per il ceto medio in Italia. Il governo, guidato dal viceministro all’Economia Maurizio Leo, ha ribadito l’impegno a ridurre l’aliquota Irpef, attualmente fissata al 35%. Tuttavia, a fare da sfondo a queste promesse c’è una situazione economica complessa, caratterizzata da un enorme arretrato di tasse non riscosse che supera i 1.200 miliardi di euro. Questa cifra include anche crediti fiscali considerati inesigibili, ma ciò non riduce la necessità di affrontare il problema.

Rottamazione delle cartelle e recupero fiscale

Negli 11 mesi del 2024, il governo ha registrato un recupero significativo, incassando 4,6 miliardi di euro grazie alla rottamazione delle cartelle fiscali. Questa misura ha permesso ai debitori di saldare le loro pendenze senza incorrere in sanzioni. Questo risultato è stato accolto favorevolmente da partiti come Fratelli d’Italia e Forza Italia, che vedono nella rottamazione un’opportunità per ridurre il peso fiscale sui cittadini.

Tuttavia, la questione delle risorse rimane cruciale. Il governo aveva tentato di introdurre un concordato preventivo biennale per gli autonomi, ma l’iniziativa ha raccolto risultati inferiori alle aspettative, incassando solo 1,7 miliardi contro i 2,5 previsti. La situazione ha portato il governo a considerare nuove misure, come la quinta edizione della rottamazione, che continua a mostrare risultati positivi.

Nuove misure e riforma fiscale

Maurizio Leo ha sottolineato l’importanza di una riforma fiscale che non solo riduca la pressione fiscale, ma cambi anche il rapporto tra il fisco e i cittadini. “Dobbiamo passare da un ruolo di ‘controllore sospettoso’ a un ‘partner affidabile'”, ha dichiarato, accennando all’istituzione di una commissione tecnica per analizzare il vasto “magazzino della riscossione” e trovare soluzioni per evitare l’accumulo di crediti fiscali non riscossi, che al 31 dicembre 2024 ammontano a circa 1.275 miliardi di euro.

Nel 2024, lo Stato ha visto un aumento nel recupero dei crediti, raggiungendo 32,79 miliardi di euro, rispetto ai 31 miliardi del 2023. Questo incremento è stato in parte possibile grazie alla rottamazione, che ha portato nelle casse dell’Erario 31,6 miliardi negli ultimi otto anni. Tuttavia, il futuro della rottamazione continua a essere incerto, soprattutto dopo il ritiro di un emendamento proposto dalla Lega durante la manovra.

Cambiamenti nelle modalità di pagamento e partite Iva

Nel frattempo, l’Agenzia delle Entrate ha annunciato un cambiamento significativo nelle modalità di pagamento delle cartelle. D’ora in poi, i debitori possono richiedere il pagamento rateale fino a sette anni, suddividendo l’importo in 84 rate. Questa misura è stata introdotta per facilitare i contribuenti e ridurre il carico delle cartelle fiscali, rendendo il processo di pagamento più gestibile.

Un altro aspetto cruciale riguarda le partite Iva, in particolare quelle con redditi fino a 170.000 euro, che si trovano ora a dover affrontare scadenze fiscali importanti. Grazie a un emendamento della Lega, queste partite Iva hanno ottenuto una proroga nei termini di pagamento per Irpef, Ires e Irap. Entro il 16 gennaio, circa 300.000 partite Iva dovranno regolarizzare la loro posizione fiscale, potendo scegliere se pagare in un’unica soluzione o in cinque rate di pari importo da gennaio a maggio 2025.

È evidente che il panorama fiscale italiano sta attraversando un periodo di trasformazione. La rottamazione delle cartelle rappresenta una delle strategie chiave in questo contesto, ma la sua efficacia dipenderà dalla capacità dell’esecutivo di gestire le risorse e di affrontare il problema delle tasse non riscosse in modo sistematico.

Con l’approssimarsi delle scadenze fiscali e la crescente pressione su partite Iva e contribuenti, è fondamentale che il governo trovi un equilibrio tra il recupero delle risorse e l’alleggerimento della pressione fiscale, garantendo nel contempo un sistema fiscale più equo e sostenibile per tutti. La strada da percorrere è ancora lunga, ma le misure in discussione potrebbero segnare l’inizio di un cambiamento significativo nel rapporto tra fisco e cittadini.

Redazione Vinamundi

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