Il 17 febbraio 2025, all’Autodromo di Imola, si è svolta l’Assemblea degli associati della FIVI (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti). Questo evento ha visto la partecipazione di oltre 800 vignaioli provenienti da tutta Italia, riuniti per il rinnovo del Consiglio Direttivo. Si tratta di un momento cruciale per l’associazione, che si distingue per il suo impegno nella valorizzazione e nella tutela dei vignaioli indipendenti, una categoria in crescita che rappresenta una vasta gamma di stili e tradizioni vitivinicole.
Il nuovo consiglio direttivo e la leadership di Rita Babini
Il nuovo Consiglio Direttivo, composto da 15 membri, mostra un buon equilibrio tra riconferme e nuovi ingressi, segno di continuità e rinnovamento. Tra i membri eletti, spicca Rita Babini, vignaiola romagnola e nuova Presidente della Federazione, che succede a Lorenzo Cesconi. Cesconi ha deciso di ritirarsi per dedicarsi maggiormente alla sua azienda e alla propria famiglia, dopo aver dato un contributo significativo all’associazione sia a livello territoriale che nazionale.
Rita Babini, classe 1971, ha ricoperto il ruolo di segretaria nazionale della FIVI negli ultimi due mandati. Gestisce, insieme al marito, un’azienda agricola a Oriolo dei Fichi, nelle splendide colline di Faenza, un’area nota per la produzione di vini di alta qualità. La sua esperienza e passione per il settore vinicolo la rendono una leader naturale per affrontare le sfide future che attendono i vignaioli italiani.
Obiettivi della presidenza di Rita Babini
Nel suo discorso di insediamento, Babini ha delineato gli obiettivi principali della sua presidenza, sottolineando l’importanza del riconoscimento della figura giuridica del vignaiolo. Questo aspetto è fondamentale per garantire una maggiore rappresentatività nei consorzi di tutela e per semplificare e unificare i controlli nel settore vitivinicolo. Gli obiettivi di Babini non si limitano al contesto nazionale, ma si estendono anche a livello europeo, dove la FIVI è già attivamente coinvolta e dove le sfide si preannunciano sempre più complesse.
- Riconoscimento della figura giuridica del vignaiolo
- Maggiore rappresentatività nei consorzi di tutela
- Semplificazione e unificazione dei controlli nel settore vitivinicolo
La composizione del nuovo consiglio e la rappresentanza regionale
Oltre a Babini, il Consiglio Direttivo della FIVI è composto da vignaioli provenienti da diverse regioni italiane, a testimonianza della varietà e della ricchezza del panorama vitivinicolo nazionale. Tra i nuovi membri troviamo:
- Clementina Balter (Trentino)
- Ludovico Maria Botti (Lazio)
- Fabio de Beaumont (Campania)
- Camillo Favaro (Piemonte)
- Francesco Mazzone (Puglia)
- Pietro Monti (Piemonte)
- Ninive Pavese (Valle d’Aosta)
- Désirée Pascon Bellese e Andrea Pieropan (Veneto)
- Stefano Pizzamiglio (Emilia Romagna)
- Carmela Pupillo (Sicilia)
- Valeria Radici (Lombardia)
- Alessandro Starrabba (Marche)
- Stefan Vaja (Alto Adige/Südtirol)
Questa composizione riflette un’ampia rappresentanza delle diverse realtà vitivinicole italiane, che vanno dal nord al sud del paese, ognuna con la propria tradizione e peculiarità. La FIVI, fondata nel 2008, ha come missione principale quella di promuovere i vignaioli che lavorano in modo indipendente, valorizzando il loro impegno nella produzione di vini di qualità e sostenibili.
L’elezione di Rita Babini segna anche un momento di cambiamento generazionale all’interno dell’associazione. In un mondo in cui i giovani tendono ad allontanarsi dalle tradizioni agricole, la presenza di vignaioli come Babini, che coniugano innovazione e rispetto per la tradizione, offre un messaggio di speranza e continuità per il futuro del settore vinicolo italiano.
Le sfide che attendono la FIVI e i suoi membri sono molteplici e complesse. Tuttavia, con una leadership forte e una visione chiara, la federazione è pronta ad affrontare il futuro, con l’obiettivo di garantire la sostenibilità e la prosperità dei vignaioli indipendenti in Italia e oltre. La passione e l’impegno di Rita Babini e dei membri del nuovo Consiglio potrebbero rappresentare un punto di svolta fondamentale per il riconoscimento e la valorizzazione della figura del vignaiolo indipendente nel panorama vitivinicolo nazionale ed europeo.