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Riduzione delle accise sulla birra: sì della Commissione Agricoltura

Riduzione accise sulla birra: la Commissione Agricoltura approva il taglio a 2,97 euro per ettolitro grado plato. Una misura attesa per sostenere birrifici italiani e competitività

La Commissione Agricoltura della Camera ha recentemente approvato una proposta che potrebbe rappresentare un cambiamento significativo per il settore brassicolo italiano: la riduzione delle accise sulla birra. Questa decisione, accolta con entusiasmo da AssoBirra, è considerata un primo passo concreto verso il sostegno di un comparto che ha dovuto affrontare anni di difficoltà a causa degli aumenti fiscali. Alfredo Pratolongo, presidente di AssoBirra, ha sottolineato l’importanza di rendere questa misura definitiva all’interno della Legge di Bilancio 2025, in modo da garantire competitività e stimolare la ripresa dell’intera filiera brassicola.

La proposta sulla riduzione delle accise sulla birra è un sì dalla Commissione Agricoltura

La proposta prevede una riduzione delle accise a 2,97 euro per ettolitro grado plato, con il ripristino degli sconti per i birrifici artigianali con una produzione annua fino a 60.000 ettolitri. Secondo Pratolongo, questo intervento rappresenta una chiara volontà politica di sostenere i produttori italiani, consentendo loro di competere in un mercato sempre più complesso e dominato da realtà estere, spesso avvantaggiate da una tassazione meno onerosa. L’obiettivo di AssoBirra è che questa misura non sia solo temporanea, ma strutturale, fornendo così una base solida per il futuro del settore.

Riduzione delle accise sulla birra: sì della Commissione Agricoltura. – Unsplash – vinamundi.it

 

La Legge di Bilancio 2025 si trova in una fase cruciale. Le audizioni presso la Commissione Bilancio sono iniziate, e il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato all’11 novembre. Si punta all’approvazione della legge in prima lettura entro la prima settimana di dicembre. Tuttavia, il reperimento delle risorse necessarie per coprire la riduzione delle accise – circa 6,9 milioni di euro – rappresenta una sfida importante. Pratolongo si è detto fiducioso che le forze politiche, sia di maggioranza che di opposizione, collaboreranno per individuare i fondi necessari e trasformare questa proposta in realtà.

Negli ultimi due anni, il settore brassicolo italiano ha subito gravi ripercussioni a causa degli aumenti delle accise introdotti nel gennaio 2023 e nel gennaio 2024. Questi incrementi hanno penalizzato la competitività della birra italiana, favorendo le importazioni da paesi europei dove le accise sono fino a quattro volte inferiori rispetto a quelle italiane. Nei primi sei mesi del 2024, le importazioni di birra da questi paesi sono cresciute sensibilmente, creando una forte pressione sui produttori nazionali.

Il legame tra l’aumento delle accise e la contrazione del mercato interno è evidente. Secondo Pratolongo, il peso fiscale ha spinto molti consumatori a orientarsi verso prodotti esteri, spesso più economici, a scapito della produzione locale. Questa situazione ha colpito non solo i birrifici italiani, ma anche l’intera filiera brassicola, inclusi gli esercenti e i consumatori finali.

Attualmente, le accise incidono significativamente sul prezzo della birra. Per una birra alla spina, circa 80 centesimi del prezzo finale sono imputabili a questa tassa. Nel caso delle bottiglie da 0,66 litri vendute al supermercato, l’accisa rappresenta il 40% del prezzo totale. Questo carico fiscale grava pesantemente sui produttori, già messi a dura prova dall’aumento dei costi di produzione, e riduce i margini di profitto degli esercenti, trasferendo infine il peso economico sul consumatore.

Se la riduzione delle accise venisse approvata, potrebbe rappresentare un’opportunità concreta per rilanciare il settore brassicolo italiano. Secondo AssoBirra, questa misura potrebbe restituire competitività e produttività a un comparto che è un pilastro dell’economia italiana e un simbolo di cultura e tradizione.

Pratolongo ha voluto ringraziare le forze politiche per l’impegno dimostrato nel sostenere questa proposta, sottolineando che la riduzione delle accise non solo alleggerirebbe il peso fiscale, ma potrebbe anche incentivare la crescita dei birrifici artigianali. Questi ultimi, con una produzione annua inferiore a 60.000 ettolitri, rappresentano una parte fondamentale del tessuto produttivo italiano, contribuendo a valorizzare il made in Italy con prodotti di alta qualità e spesso innovativi.

La crescente concorrenza internazionale rappresenta un ulteriore motivo di pressione. Nei paesi europei dove le accise sono più basse, i produttori possono offrire birre a prezzi più competitivi, attirando i consumatori italiani e penalizzando le vendite domestiche. Questa disparità fiscale crea un divario competitivo difficile da colmare, nonostante la qualità superiore della birra italiana.

Oltre a migliorare la competitività economica, la riduzione delle accise potrebbe avere ricadute positive sull’occupazione nel settore. Una filiera brassicola più competitiva potrebbe infatti generare nuove opportunità lavorative, stimolando sia i piccoli produttori che le grandi aziende. Inoltre, un alleggerimento fiscale potrebbe incentivare investimenti in ricerca e sviluppo, con l’obiettivo di migliorare ulteriormente la qualità del prodotto e consolidare la presenza della birra italiana sui mercati internazionali.

Il settore brassicolo italiano si trova oggi a un bivio. Da una parte, vi è la possibilità di rilanciare la competitività attraverso interventi mirati come la riduzione delle accise; dall’altra, il rischio di una progressiva perdita di quota di mercato a causa di una pressione fiscale eccessiva. La decisione finale sul destino di questa proposta sarà presa nelle prossime settimane, durante il percorso di approvazione della Legge di Bilancio.

Un intervento tempestivo e strutturale potrebbe non solo sostenere un settore strategico, ma anche andare incontro alle esigenze dei consumatori, offrendo un prodotto di qualità a prezzi più accessibili. In un contesto economico caratterizzato da incertezze e sfide crescenti, la riduzione delle accise rappresenta un segnale tangibile di attenzione verso un’industria che, nonostante le difficoltà, continua a essere un pilastro dell’economia italiana.

La filiera brassicola, composta da grandi marchi e piccoli birrifici artigianali, incarna un mix di tradizione e innovazione. La qualità della birra italiana è riconosciuta a livello internazionale, ma per mantenere questo standard e garantire la sostenibilità del settore, è essenziale adottare politiche fiscali adeguate. La riduzione delle accise, oltre a rispondere alle esigenze immediate del settore, potrebbe rappresentare un primo passo verso un sistema più equo e competitivo.

Con il sostegno del governo e delle forze politiche, il settore brassicolo italiano ha l’opportunità di ripartire, consolidando il proprio ruolo non solo sul mercato interno, ma anche su quello globale. La sfida è impegnativa, ma i benefici di una filiera brassicola più forte e competitiva sarebbero tangibili per tutti: produttori, esercenti e consumatori.

Giulia De Sanctis

Laureata in Comunicazione e Valorizzazione del Patrimonio Artistico Contemporaneo, collaboro attivamente con riviste e testate web del settore culturale, enogastronomico, tempo libero e attualità.

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