La Valpolicella è una delle regioni storiche della viticultura italiana. L’area pedemontana che sorge in provincia di Verona e che si sviluppa dal lago di Garda fin quasi alla provincia di Vicenza è patria di uno dei vini italiani più apprezzati e conosciuti, anche fuori dai confini nazionali. Stiamo parlando dell’Amarone. La Valpolicella, però, è custode anche di altre eccellenze, come, per esempio, il Recioto della Valpolicella Docg. Proviamo a scoprire qualcosa di più su questa denominazione.
Partiamo dal nome, la cui origine è incerta. Forse deriva dal dialettale “recie” (orecchie) con cui si indicano i racimoli laterali più zuccherini dei grappoli d’uva; forse deriva dal latino “racemus” che significa grappolo o forse da “recis” vocabolo del tardo latino medioevale dal significato di grappoli staccati ed appesi. Di certo, però, il Recioto ha una storia antica, che risale al Quarto secolo dopo Cristo. Fu allora che Cassiodoro, ministro di Teodorico, re dei Visigoti, in una lettera a dei proprietari terrieri dell’attuale Valpolicella chiedeva di avere per la mensa reale il vino ottenuto con una speciale tecnica d’appassimento delle uve, chiamato al tempo Acinatico.
Entrando nel dettaglio, il Recioto della Valpolicella Docg è un vino rosso dolce, frutto della fermentazione di uve passite dei vitigni tradizionali di quest’area, vale a dire la Corvina (45-95%), la Rondinella (5-30%) e il Corvinone (fino al 50% max in sostituzione della Corvina). Nell’uvaggio sono ammessi fino al 25% di vitigni a bacca nera, autorizzati per la provincia di Verona, di cui fino a un 15% generici non aromatici e max. 10% di autoctoni della Valpolicella con un massimo del 10% per ciascun singolo vitigno (di fatto il non più esplicitamente menzionato Molinara).
Il Recioto, come dice anche il suo nome, è un prodotto legato alla Valpolicella. Nello specifico, può essere prodotto solo in alcuni Comuni: Cazzano di Tramigna, Cerro Veronese, Colognola ai Colli, Dolcè, Fumane, Grezzana, Illasi, Lavagno, Marano, Mezzane, Montecchia di Crosara, Negrar, Pescantina, S. Ambrogio, S. Martino Buon Albergo, S. Mauro di Saline, S. Pietro in Cariano, Tregnago e Verona. La menzione Classico è riservata ai vini ricavati da uve coltivate nei comuni di Negrar, Marano, Fumane, Sant’Ambrogio e S. Pietro in Cariano, mentre la specificazione geografica Valpantena è riservata ai vini le cui uve sono coltivate nell’omonima valle tra Verona e i Monti Lessini.
L’appassimento dura circa 3 mesi (è possibile vinificare a partire dal primo dicembre). Il vino Recioto della Valpolicella si ottiene attraverso una specifico processo produttivo. In particolare, le fasi chiave sono quelle dell’appassimento delle uve e dell’interruzione della fermentazione per concentrare la componente zuccherina e donare struttura al vino. Come si legge nel disciplinare di produzione, il vino Recioto della Valpolicella è “ottenuto dall’appassimento delle uve conservate in fruttai per 100/120 giorni e da un arresto della fermentazione per conservare la percentuale di zucchero necessaria a garantire la struttura tipica di questo vino“.
Il risultato è un vino passito di grande intensità, di colore rubino granato scuro, di grande corpo e struttura. Il tenore alcolico è solitamente elevato (benchè il disciplinare preveda un tenore alcolico minimo del 12% in volume).
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