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Il vino

Quali vini si ottengono dalle uve Nebbiolo in Piemonte?

Il Nebbiolo è uno dei più grandi e celebri vitigni italiani: è coltivato principalmente in Piemonte, dove è l’assoluto protagonista di tantissime denominazioni, tra le più note della nostra enologia.

Difficile trovare una varietà autoctona a bacca rossa più celebre o di pari notorietà e di certo questo vitigno è conosciuto da tutti, esperti e non.

Ma se chiedessimo quali sono tutti i vini DOCG piemontesi ricavati da uve Nebbiolo? Ecco, questo articolo da la risposta a questa domanda, svelando i vini DOCG del Piemonte che si basano su questo vitigno.

I vini ottenuti da uve Nebbiolo in Piemonte, quali sono?

I vini rossi DOCG del Piemonte da uve Nebbiolo si dividono in due macro categorie:

  • vini che possono essere ricavati solo da uve Nebbiolo, cioè richiedono solo uve Nebbiolo in purezza
  • vini che si possono ricavare non solo da uve Nebbiolo, possono dunque essere ricavati sia in purezza che congiuntamente con altri vitigni (comunque in prevalenza da uve Nebbiolo).

Nel complesso i vini rossi DOCG piemontesi da uve Nebbiolo sono 6: 2 possono essere ricavati solo da uve Nebbiolo4 solo da Nebbiolo o con l’aggiunta di altri vitigni.

Foto | Consorzio di Tutela Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani

Partiamo da due vini rossi piemontesi che, per la loro produzione, ammettono solo uve NebbioloBarolo e Barbaresco.

Il primo, come si legge nel suo disciplinare, deve essere ottenuto da uve provenienti dai vigneti composti esclusivamente dal vitigno Nebbiolo.

Nella zona della DOCG Barolo, il Nebbiolo ha una storia pluri-secolare: a sancirne la definitiva affermazione furono Camillo Benso Conte di Cavour e la marchesa di Barolo Giulia Colbert Falletti che favorirono la produzione di un vino rosso locale in purezza da uve Nebbiolo, utilizzato dai Savoia come vino simbolo del Regno presso le principali corti d’Europa.

Col tempo, il vino Barolo in purezza da uve Nebbiolo si affermò in Italia e nel mondo fino al riconoscimento della DOC nel 1966 e della DOCG nel 1980.

Stessa cosa si legge nel disciplinare del Barbaresco DOCG: anche nella zona di questa DOCG, che include i comun di Barbaresco, Neive, Treiso e la frazione San Rocco Senodelvio del comune di Alba, il Nebbiolo è coltivato da moltissimo tempo, fin dall’epoca delle popolazioni galliche o delle invasioni barbariche.

La produzione di tale vino rientra di diritto nella tradizione enologica nostrana. Non casualmente, la DOC Barbaresco fu tra le prime ad essere riconosciute, nel 1966, poi DOCG dal 1980, proprio come il Barolo.

Ora passiamo ai quattro vini piemontesi DOCG che si possono ricavare da uve Nebbiolo in purezza oppure congiuntamente con altri vitigni.

Iniziamo con il Gattinara DOCG che, come si legge nel disciplinare di produzione, può essere ricavato da uve del vitigno Nebbiolo (Spanna) dal 90 al 100%. Possono concorrere alla produzione di detti vini anche le uve provenienti da vitigni Vespolina per un massimo del 4% e/o Uva Rara, purché detti vitigni complessivamente non superino il 10% del totale.

Questa denominazione si sviluppa interamente nel comune di Gattinara, in provincia di Vercelli, nell’Alto Piemonte, nei pressi del Monte Rosa, dove la produzione di questo vino è attestata fin dal XIV secolo.

Altro vino è il Ghemme DOCG che, come si legge nel disciplinare, deve essere ottenuto dal vitigno Nebbiolo (Spanna) È consentito l’utilizzo dei vitigni Vespolina e Uva Rara (Bonarda Novarese) da soli o congiuntamente fino ad un massimo del 15%.

Questa DOCG si sviluppa sulle colline novaresi e la viticoltura, in particolare la coltivazione del Nebbiolo, rappresenta un aspetto essenziale per l’economia locale. Inoltre il Nebbiolo di Ghemme era molto noto già all’epoca di Plinio il Vecchio!

Il Roero DOCG, nelle sue tipologie Rosso e Riserva, deve essere ottenuto da uve del vitigno Nebbiolo minimo 95%. Possono inoltre concorrere congiuntamente o disgiuntamente, fino a un massimo del 5%, le uve provenienti da vitigni a bacca rossa non aromatici idonei alla coltivazione nella Regione Piemonte.

La zona del Roero è una delle più celebri nel nostro panorama vitivinicolo: in questa area collinare della provincia di Cuneo trovano spazio due grandi vitigni: uno a bacca bianca, l’Arneis, e uno a bacca rossa, il Nebbiolo.

Infine, Terre Alfieri DOCG nelle tipologie Nebbiolo, Nebbiolo Superiore e Nebbiolo Riserva deve essere ricavato da uve vitigno Nebbiolo dall’85% al 100%. Possono concorrere congiuntamente o disgiuntamente, uve di altri vitigni a bacca nera non aromatici idonei alla coltivazione nella Regione Piemonte nella misura massima del 15%.

Si tratta di una delle DOCG più recenti dell’enologia piemontese, che abbraccia un territorio ricco di storia tra il Monferrato, il Roero e le Langhe e che si sviluppa in alcuni comuni della provincia di Cuneo e Asti. Anche qui, Nebbiolo e Arneis sono i due vitigni principi, alla base dei vini della Denominazione.

Giulia De Sanctis

Laureata in Comunicazione e Valorizzazione del Patrimonio Artistico Contemporaneo, collaboro attivamente con riviste e testate web del settore culturale, enogastronomico, tempo libero e attualità.

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