Tutti affermano che il vino italiano deve continua a lavorare sul valore, sul posizionamento e sulla redditività, ma ci sono già delle realtà che registrano delle performance invidiabili.
Un esempio è la Tenuta San Guido della famiglia Incisa della Rocchetta, culla del mito Sassicaia che domina ancora una volta la graduatori 2022 sulla redditività, con un indice che supera il 62% guardando al rapporto tra il margine operativo lordo (ebitda) e il fatturato conseguito dalla blasonata maison di Bolgheri, la top ten della speciale classifica riservata alle solo imprese private, che fotografa le cantine che hanno realizzato nell’ultimo esercizio un’alta redditività.
La storica e autorevole indagine della giornalista Anna di Martino, pubblicata su L’Economia del quotidiano Corriere della Sera, ha messo in fila i fatturati delle più grandi realtà del vino italiano, analizzando anche gli aspetti peculiari.
Guardando al parametro della redditività, sul secondo e terzo gradino del podio ci sono due new entries: la toscana Biserno, che ha riunito in progetto vinicolo i fratelli Piero, Lodovico e Ilaria Antinori, fondata insieme al socio Umberto Mannoni e oggi guidato dal figlio di Ilaria, Niccolò Marzichi Lenzi, e la friulana Jermann – controllata in larga maggioranza da Antinori -, con gli indici rispettivamente pari al 52,7% e al 48,4%.
Le due note griffe enologiche entrano, per la prima volta, nella classifica delle più importanti aziende italiane e conquistano di diritto anche il podio della redditività. Appartengono entrambe, con quote diverse, alla Marchesi Antinori che proprio quest’anno lascia il podio, piazzandosi in ottava posizione con un indice del 27,2% – i dati di Biserno e Jermann sono separati da Antinori -.
Al quarto posto si conferma un altro nome tra i più storici del vino italiano, come la Marchesi Frescobaldi, guidata da Lamberto Frescobaldi con un rapporto che sfiora il 39%, in crescita di oltre 2 punti sul 2022.
Con un giro di affari di 153,9 milioni, la casata toscana Frescobaldi “ha una stazza ben diversa dalle prime tre, e il suo indice ha quindi un peso specifico molto significativo” afferma Anna di Martino.
Vale lo stesso per il Gruppo Santa Margherita dei fratelli Marzotto che si piazza, anche quest’anno, in quinta posizione, con un rapporto del 34,6% a fronte di un fatturato di ben 260,4 milioni.
Taglia più contenuta con Argiolas, la cantina sarda di Serdiana (Cagliari) guidata dall’omonima famiglia è la punta di diamante della viticoltura sarda e non solo: con un indice del 30,6% sale al sesto posto, guadagnando una posizione rispetto all’anno scorso.
Al settimo posto troviamo la Cusumano, sita nel palermitano e guidata da Diego Cosumano, che migliora di ben 5 punti il suo indice, raggiungendo il 30% e piazzandosi al settimo posto.
Al nono posto troviamo la famiglia Cotarella, realtà umbra (Montecchio, a sud di Orvieto) che spazia tra l’Umbria, Lazio e Toscana, la quale ha un indice del 25%.
Infine, al decimo posto, troviamo un pezzo di storia della Toscana: i Marchesi Mazzei, con il cuore nel Chianti Classico a Castello di Fonterutili, guidata da Filippo e Francesco Mazzei con il 25,03%.
Ciò che accomuna queste cantine è il controllo completo della filiera, dalla proprietà della vigna, che emerge come valore aggiunto, alla produzione e fino, in alcuni casi, alla distribuzione anche all’estero.
Caratteristiche analoghe riguardano le cantine a ridosso della top 10: in nove vantano indici superiori al 20% come Donnafugata (24,6%), Carpineto (24,5%), Terra Moretti (22,5%), Planeta (22,4%), Casa Paladin (21,19%), Castellani (21,19%), Fantini Group (21,10%), Feudi di San Gregorio (20,75%), Mastroberardino (20,16%).
La classifica della redditività coinvolge solo le cantine private e non i gruppi cooperativi “i cui fini statuari sono l’aiuto ai soci e la migliore remunerazione delle uve che questi conferiscono alla cooperativa” afferma la giornalista Anna di Martino.
Altra analisi interessante è quella delle realtà private con più vigneti di proprietà: in questo caso Antinori è di gran lunga la numero 1, con ben 3.000 ettari in produzione in tutte le sue tenute che, oltre a essere presenti in tutti i territori più importanti della Toscana sono anche nelle Langhe con le griffe di Barolo, Prunotto, in Franciacorta con Tenuta Montenisa, in Puglia con Tormaresca e in Friuli Venezia Giulia con Jermann.
Antinori è davanti ai 1700 ettari di Zonin e ai 1572 ettari di Frescobaldi, seguiti da Banfi con 1040 ettari di vigna e con il titolo di maggiore realtà nel territorio di Montalcino.
Al quinto posto, con 900 ettari troviamo le Tenute del Leone Alato – 7 aziende in Italia e una in Romania – delle Assicurazioni Generali; al sesto posto il gruppo Terra Moretti, con una proprietà che abbraccia Franciacorta, Toscana e Sardegna.
Ancora in crescita la proprietà della Tommasi family Estates passata dai 714 agli 800 ettari, come pure quella del gruppo Santa Margherita, la quale è salita dai 552 ettari agli attuali 648.
Chiudono la classifica Cusumano e i suoi 525 ettari vitati in Sicilia e Feudi di San Gregorio della famiglia Capaldo che ha ulteriormente potenziato la sua proprietà viticola tra Campania, Puglia, Basilicata, Etna, Friuli e Toscana (Bolgheri) fino a 500 ettari.
Dall’analisi dei fatturati emerge, a livello complessivo, che le prime 117 realtà per fatturato – sopra i 10 milioni di euro – nei bilanci 2022 hanno visto una crescita complessiva sul 2021 del +11,25%, con la crescita fortissima all’export (+33,9%) che ha compensato il calo interno (-9,8%).
Al primo posto sul podio, con 698,5 milioni di euro (+9,9%) ci sono le Cantine Riunite e Civ (al cui primato contribuisce in maniera decisiva il Gruppo Italiano Vini – Giv con 466 milioni di euro, +8,1%), davanti al gruppo Argea con 455,1 milioni di euro (+8,4%) e ad Italian Wine Brands a 430 milioni di euro (+1,5%).
Al quarto posto troviamo un altro colosso come il Gruppo Caviro a 417 milioni di euro (+7%), davanti a Cavit con 264,8 milioni di euro (-2,2%) e al Gruppo Santa Margherita, con 260 milioni di euro (+18%).
Posizione numero 7 per Marchesi Antinori con 245 milioni di euro (+14,9%), davanti a Fratelli Martini con 237 (+8%), a La Marca Vini e Spumanti al nono posto, con 235 (+31,2%) e al Gruppo Mezzacorona, che chiude la top 10, con 213 milioni di euro (+8,6%), davanti a realtà come Zonin, Terre Cevico, Vi.Vo. Cantine, Frescobaldi, Gruppo Lunelli, Villa Sandi, Cadis 1898, Mionetto, Schenk Italiana Wineries, Cantine Ermes, Collis Veneto Wine Group, Ruffino, Tenute Piccini, Vignaioli Veneto Friulani e Contri Spumanti, per fermarsi ai primi 25 gruppi del vino italiano per fatturato.
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