Quando vogliamo acquistare un vino è bene valutare tutte le sue caratteristiche. Questo comporta ampliare le proprie conoscenze ed essere attenti e scrupolosi su ogni specifica, sapendo leggere con attenzione anche le etichette e il significato di ciò che vi troviamo scritto sopra. Capita infatti spesso di imbatterci in sigle e definizioni che non comprendiamo, come ad esempio IGP e IGT, proviamo allora a capire insieme cosa significano questi acronimi e come si differenziano le due catogorie.
Che cosa significa IGP?
Partiamo dal vero e proprio significato dell’acronimo, che nel caso di IGP sta per Indicazione Geografica Protetta. Ma cosa significa questa dicitura? Vuol dire che la bevanda è collegata a una regione, a un determinato luogo per il quale possiede specifiche qualità e peculiarità derivanti dalla propria origine geografica, ovvero dal luogo dove il vino è stato prodotto. Questo significa che almeno l’85% delle uve con il quale viene prodotto il nettare debbano provenire dalla stessa zona, e possano quindi considerarsi a tutti gli effetti un prodotto di un determinato luogo. Ovviamente non solo i vini possono ottenere la definzione IGP, ma anche tanti prodotti gastronomici. È bene poi specificare che questa sigla è da considerarsi comune a tutta Europa, mentre, come vedremo, alcune sigle riguardano solamente l’ordinamento italiano.
Che cosa significa IGT?
Diversamente da IGP, che come abbiamo visto attiene all’ambito europeo, IGT, ovvero Indicazione Geografica Tipica è una sigla introdotta dalla legge italiana nel 1992, che si aggiunge alle denominazioni DOC (Denominazione di Origine Controllata) e DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) che risalgono addirittura al 1963. Rispetto a queste definizioni i vini che hanno questa scritta sull’etichetta hanno un disciplinare di produzione meno rigido, riguarda solamente i vini italiani, e per rientrare in questa categoria devono rientrare in un ampio territorio viticolo che presenti stesse conformazioni ambientale e conferisca caratteristiche omogenee al vino stesso.
Le principali differenze tra IGT e IGP
Partendo dal presupposto che la differente sigla apposta su un’etichetta non influisce sulla qualità del suo contenuto, come abbiamo visto IGP e IGT sono definizioni diverse ma che racchiudono un significato praticamente medesimo. La differenza sostanziale è che la sigla IGT è utilizzata nell’ordinamento italiano, mentre IGP è un’introduzione del legislatore europeo. Per questo chi produce vino può scegliere spesso o una o l’altra categoria, in molti casi utilizzerà la dicitura IGP se la sua bottiglia verrà venduta all’estero, mentre IGT in caso di immissione solamente sul mercato italiano.