Per molte persone, anche per alcuni magari un po’ più esperti, è difficile dire quale sia il vino tipico di Monte Carlo. Per scoprirlo è utile leggere il libro “Champagne”, del 1968, di Mino Caudana e Jean Claude Laurier, dove vengono celebrati i fasti “monegaschi” di questa bevanda spettacolare e amata da tutti.
La storia riportata nel libro
In un’occasione storica, citata nel libro, si ricorda l’inaugurazione di un Casinò alla Vigilia di Natale del 1863, da parte del nuovo gestore, nonché proprietario, François Blanc.
Questo signore era il nuovo proprietario del complesso che in seguito diventerà la SBM. Venne scelto dal Principe Carlo per rilanciare l’attività del principato di Monaco e fare di esso un grande polo di attrazione turistica e mondana, esattamente come aveva fatto con la città termale di Homburg, facendo di questa cittadina dell’Assia la stazione turistico-mondana più importante della Germania.
Prima di Natale, alla vigilia, vennero invitati i personaggi più importanti del Gotha Europeo, dell’alta borghesia emergente e venne servito dello Champagne per tutta la durata del pasto insieme alle portate principali.
Lo Champagne a Monte Carlo
Da allora, a Monte Carlo e dintorni, la costa fu inondata dallo Champagne e chi poteva permetterselo non riusciva a rinunciarci.
La tradizione dello Champagne si è poi mantenuta fino ai nostri giorni a Monte Carlo. Ogni avvenimento, infatti, viene sempre accompagnato da questa bevanda: sia pranzi di gala, inaugurazioni di gallerie d’arte aperture di congressi, convegni che raccolte di fondi ed aperitivi.
Anche in luoghi modesti come trattorie e bistrot non manca mai la proposta di iniziare con un calice di champagne.
In tutte le carte dei vini la lista degli Champagne è lunga e con una larga gamma di prezzi, tutti relativamente elevati, dai millesimati ai non millesimati. Il più delle volte si può ordinare al bicchiere, mentre per le grandi occasioni ci sono i magnum.
Il Rosé
Siamo, tuttavia, in Provenza, luogo anche di villeggiatura di massa, con spiagge, giardini, colline, villaggi reconditi e in questo mondo in terrazze, caffè, trattorie, pizzerie, osterie, bistrot, locali all’aperto, è comune bere anche il vino Rosé, spesso in pichet (la caraffa che contiene un quarto di litro di vino), fresco, leggero, poco costoso e che si combina tanto bene alla cucina mediterranea del luogo.
Il consumo vasto e generalizzato di Rosé è divenuto un tratto distintivo della Provenza e in generale di tutta la Francia del sud.
Tra le etichette migliori di Rosé monegasco troviamo: Chateau Sante Beatrice , Commanderie de Peyrassol, Minuty prestige Rosé, Domaine Gavoty e Chateau de Sainte-Roseline.