Nelle vendite di vino nella grande distribuzione, si conferma il tris Prosecco, Chianti e Lambrusco. Questo è il dato diffuso dalla nuova configurazione di ricerca, dove è incluso anche l’e-commerce, redatta da Circana, azienda nata dalla fusione tra IRI (Information Resources Inc. ) e il gruppo NPD avvenuta lo scorso agosto.
Nella ricerca presentata da Circana durante l’ultima edizione di Vinitaly, viene mostrato come, nel primo trimestre, le vendite di vino siano calate di volume del 6,2% e quelle delle bollicine dello 0,5%.
L’inflazione ha causato un sensibile aumento dei prezzi: +7,0% il vino e +6,6% le bollicine e questo ha portato a far registrare un aumento delle vendite a valore dello 0,4% per il vino e del 6,1% per le bollicine.
I dati a valore naturalmente sono ingannevoli per via dell’inflazione, ma il canale del vino e delle bollicine nella grande distribuzione rimane comunque rilevante nel mercato italiano: 800 milioni di litri venduti per un valore di circa 3 miliardi di euro nel 2022.
La ricerca Circana mette in luce anche classifica dei vini e spumanti più venduti – a volume – sugli scaffali della grande distribuzione e la classifica dei vini emergenti – a valore -. Per i vini più venduti vediamo il Prosecco (Veneto e Friuli Venezia Giulia con 46 milioni di litri venduti, seguito dal Chianti (Toscana) con 17 milioni di litri e Lambrusco (Emilia Romagna) con quasi 17 milioni di litri.
Degne di nota le performance del Nero D’Avola (Sicilia) al 10° posto con quasi 8 milioni di litri, il Pignoletto (Emilia Romagna) al 12° posto con 6 milioni di litri, il Primitivo (Puglia) al 13° posto con quasi 6 milioni di litri.
Per quanto riguarda i vini emergenti, quelli con il maggior tasso di crescita rispetto all’anno precedente, vediamo sul podio il Ribolla gialla (Friuli Venezia Giulia) con +12%, Muller Thurgau (Trentino Alto Adige) con +10,0% e Vermentino (Sardegna, Liguria e Toscana) con +9,9%. Bene anche per Vernaccia (Toscana), Orvieto (Umbria, Lazio) e Nebbiolo (Piemonte, Lombardia).
“Le cantine dovranno decidere con molta attenzione in quali mercati investire e con quali clienti utilizzare la leva delle promozioni per riuscire a conciliare fatturati e marginalità” commenta Mirko Baggio, rappresentante di Federvini.
Continua Baggio: ” Il consumatore si è avvicinato al vino di fascia premium e la sfida del 2023 sarà quella di riuscire a intercettare la domanda, in crescita, di vini di fascia più alta”.
“La riduzione della spinta promozionale è da ascriversi principalmente al completarsi del fenomeno inflattivo. – commenta Simone Pambianco, Category Manager Bevande di Conad – far sì che le leva pricing e promozionale non diventino la discriminante del successo, in uno scenario in mutamento degli stili di consumo, dovremmo attenderci un ridimensionamento dei costi del fattore vetro”.
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