Approfondimento

Produrre il vino in casa è facile: ecco alcuni semplici trucchi per riuscirci

Forse non ci avete mai pensato, ma produrre del vino da soli non è impossibile: basta un po’ di attrezzatura e molta buona volontà. Leggere per credere. 

Molti di noi hanno un giardino o comunque uno spazio esterno con delle viti che producono degli splendidi grappoli d’uva. Perché non usarli per produrre del vino in casa? Non è difficile, se sai come farlo! Basta dotarsi degli strumenti giusti, individuare un ambiente pulito e il momento giusto per svolgere l’operazione, e metterci un po’ di impegno. Il risultato è assicurato, e la soddisfazione non avrà eguali.

Cominciamo con l’elenco del necessario per il nostro “esperimento”: uva bianca o rossa, un ampio contenitore in acciaio alimentare o plastica, lieviti secchi attivi (starter di fermentazione), setaccio, secchi, mostimetro, damigiane di vetro, bottiglie di vetro e tappi. Pronti a cimentarvi nell’impresa?

La guida completa al vino fai-da-te

Dopo esservi procurati un congruo quantitativo di uva sana e matura al punto giusto, rimuovete eventuali acini rovinati, foglie e raspi. Quindi procedete alla pigiatura (per quantitativi di uva non eccessivi si può fare anche a mano). Ecco che abbiamo ottenuto il mosto, base primaria del processo fermentativo del nostro vino fai-da-te. Ora dobbiamo trasferire il mosto all’interno di un contenitore alimentare: un’operazione delicata che va svolta in tempi rapidi. C’è un distinguo da fare: i vini rossi si ottengono per macerazione delle parti solide nel mosto, mentre per quelli bianchi le bucce vengono isolate e rimosse tramite un travaso, quindi pressate per estrarne il liquido che verrà aggiunto nuovamente al mosto.

Fondamentale è la scelta dei lieviti, da cui dipende la velocità di fermentazione e lo sviluppo di odori. (Vinamundi.it)

Lo step successivo è la scelta dei lieviti, da cui dipende la velocità di fermentazione e lo sviluppo di odori: dunque una fase fondamentale per fare un vino di qualità. In commercio sono disponibili lieviti secchi attivi (LSA) a base di Saccharomyces Cerevisiae, ideali per il processo di vinificazione. Va detto che la scelta è facoltativa: l’uva presenta di suo un gran quantitativo di questi lieviti sulla buccia, per cui la fermentazione potrebbe partire spontaneamente, ma se non siamo esperti il rischio di errore è alto…

Nella fase di fermentazione, nel caso dei vini rossi, le parti solide vengono spinte verso l’alto formando il “cappello di vinacce”, che dovrà essere di tanto in tanto rimescolato al mosto. La temperatura ottimale di fermentazione oscilla tra i 24-30°C (18-21°C per i bianchi). Da tener presente che in questa fase il contenitore deve essere chiuso con un coperchio ma non ermeticamente, onde evitare l’accumulo di gas all’interno. La fermentazione è completata quando i lieviti trasformano tutti gli zuccheri in alcool: grazie a un mostimetro potremo rilevare la quantità di zuccheri presenti e il potenziale grado alcolico del nostro vino. A quel punto si può procedere alla svinatura: muniamoci di una o più damigiane di vetro e un apposito setaccio per dividere il liquido dai solidi.

Dopo aver trasferito il vino in damigiana (meglio se con un apposito tappo che consente lo sfogo verso l’esterno senza lasciare entrare ossigeno), dovremo effettuare dei travasi (ogni 20-30 giorni) per eliminare i depositi accumulati sul fondo dei recipienti. Dopo diversi mesi, solitamente a fine primavera, potremo trasferire il nostro vino fatto in casa nel contenitore definitivo: le bottiglie in vetro, che conserveremo in un ambiente fresco e buio per mesi o anni. E il gioco è fatto!

Enrico Del Sero

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