La recente ripresa della produzione di uve da vino in Italia ha portato il volume oltre i 65 milioni di quintali, con un incremento del 12,7% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, nonostante questo aumento, i dati rimangono inferiori rispetto ai picchi storici di oltre 70 milioni di quintali registrati nel triennio 2020-2022. Questa ripresa ha avuto un impatto diretto sui prezzi delle uve, specialmente nelle aree vitivinicole che producono vini a Denominazione di Origine Controllata (Doc) e a Denominazione di Origine Controllata e Garantita (Docg).
Un’analisi condotta da Bmti (Borsa merci telematica italiana), basata su dati Istat e presentata in occasione di Vinitaly, evidenzia come molte varietà di uve abbiano subito ribassi significativi. In alcuni casi, i prezzi delle uve sono calati a doppia cifra rispetto all’anno precedente, riflettendo le dinamiche di mercato in un contesto di ripresa post-crisi.
Il Prosecco Conegliano Valdobbiadene ha visto un calo dei prezzi del 9%.
Friuli-Venezia Giulia:
Le uve destinate alla Ribolla Gialla hanno mantenuto prezzi invariati.
Piemonte:
Le uve Moscato Docg hanno mantenuto una certa stabilità.
Lombardia:
In Toscana, la produzione di uve ha registrato un incremento del 35% nel 2024, ma i prezzi delle uve per il Brunello di Montalcino sono scesi di quasi il 20%. Anche i prezzi delle uve per il Chianti Classico e per il Bolgheri rosso hanno mostrato flessioni simili. Un dato sorprendente è il crollo del 44% per le uve destinate al Morellino di Scansano, un calo che potrebbe riflettere sia l’aumento della produzione che una possibile saturazione del mercato.
In Emilia-Romagna, i prezzi delle uve per il Lambrusco rimangono stabili, mentre in Umbria, le uve per il Sagrantino Docg hanno visto un notevole calo del 22%. Questo ribasso è significativo, considerando che il Sagrantino è un vino di nicchia che ha guadagnato prestigio negli ultimi anni.
Infine, in Abruzzo, il recupero produttivo ha portato a una diminuzione dei prezzi delle uve, con un calo del 9% per il Pecorino d’Abruzzo e del 2% per il Montepulciano d’Abruzzo.
In sintesi, la ripresa della produzione vinicola italiana, pur accogliendo con favore l’aumento dei volumi, porta con sé una serie di sfide legate alla gestione dei prezzi delle uve. I produttori dovranno navigare in queste acque turbolente, cercando di mantenere la qualità e la reputazione dei loro vini, mentre si confrontano con le dinamiche di un mercato in evoluzione. La situazione attuale rappresenta un momento cruciale per il settore, con potenziali implicazioni non solo per i produttori, ma anche per i consumatori e per l’intera economia vinicola italiana.
Vinitaly 2025 ha rappresentato una vetrina eccezionale per il Prosecco DOC, grazie al debutto di…
Il vino italiano si trova oggi a un crocevia decisivo, affrontando sfide senza precedenti che…
L'Italia si conferma come una delle potenze enologiche più influenti a livello globale, occupando il…
Il settore del vino sta attraversando un'importante trasformazione, con i vini dealcolati che emergono come…
L'amministrazione Trump si trova ora a fronteggiare una pressione crescente, poiché l'Unione Europea ha escluso…
Il dibattito sulle etichette di avvertimento riguardanti i rischi per la salute continua a sollevare…